RAZZI, Girolamo
Pietro Giulio Riga
RAZZI, Girolamo (in religione Silvano). – Nacque a Marradi nel 1527 da Populano, appartenente a una famiglia di notai (Bramanti, 1999, p. 326). Suo fratello Serafino [...] invece della tragedia La Gismonda (Firenze, Sermartelli), che riprende il tema dalla prima novella della quarta giornata del Decameron, all’insegna di una dialettica tra dolorosa esperienza d’amore ed elevazione morale; sul fronte stilistico, lo ...
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MARTINO da Signa
Paolo Falzone
MARTINO da Signa. – Nacque a Signa, nei pressi di Firenze, nella prima metà del secolo XIV. Scarse le notizie sul suo conto, desumibili per lo più dai registri dell’Ordine. [...] » di cui parlò, non senza enfasi, Mariani (p. 72), si può soltanto supporre. Ma certo il legame tra l’autore del Decameron e il frate agostiniano fu profondo, come si ricava da due documenti appartenenti all’ultimo periodo della vita di Boccaccio.
Il ...
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GUCCI, Giovanni
Angelo Fabi
Nacque a Faenza il 12 nov. 1776 da Francesco e Teresa Conti, in una famiglia fregiata del titolo comitale; compì la formazione culturale di base nel locale seminario, che [...] , con frequenti reminiscenze dantesche. Curò due edizioni di classici italiani a uso scolastico: una scelta di novelle del Decameron, acconciate per esigenze morali e annotate, cui è premessa una lettera a D. Strocchi (Faenza 1822); il Trattato ...
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Alberti, Leon Battista
Stefano De Luca
Un grande protagonista dell'Umanesimo
Leon Battista Alberti ebbe vasti e molteplici interessi. Appassionato di letteratura ma anche di matematica, scrittore e [...] e pulito". Le sue opere in lingua volgare non si ispirano però ai modelli trecenteschi (il Convivio di Dante o il Decameron di Boccaccio), bensì ai classici latini e ai loro ideali di equilibrio e armonia.
L'educatore
Educare i propri figli, cioè ...
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Il punto interrogativo (detto anche, meno spesso, punto di domanda) è un segno di interpunzione (➔ punteggiatura), composto da un punto sormontato da un tipico ricciolo ‹?›, che contrassegna l’interrogazione [...] che sia, la domanda non può fare a meno.
Fin da ➔ Lionardo Salviati (Degli avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone, vol. I, 1584), inoltre, è stata riconosciuta all’interrogativo la funzione di segnalare una pausa che dal punto di vista ...
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Gli arcaismi sono forme o parole avvertite come desuete sul piano sincronico della lingua d’uso, ma non, per es., nell’ambito di particolari tradizioni e generi. Il ricorso a parole del passato è un ingrediente [...] antica e la lingua moderna: i rilievi più numerosi riguardano infatti la sintassi della frase complessa e la testualità del Decameron (per es., l’uso dell’infinito nelle completive con soggetto proprio [➔ accusativo con l’infinito], l’impiego di che ...
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Per hapax (legomenon) (lett. «detto una sola volta», gr. hápax legómenon) s’intende generalmente una parola che occorre una sola volta nell’intero corpus scritto di una lingua, nel lavoro di un singolo [...] dichiarata citazione di un autore da parte di un altro: è il caso della presenza di molti hapax danteschi nel Decameron, che farebbe pensare a riprese non casuali da parte di ➔ Giovanni Boccaccio (Hollander 1997), o l’esempio, celeberrimo, del verbo ...
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PEA
Sergio Toffetti
Sigla di Produzioni Europee Associate di Grimaldi Maria Rosaria e C., casa di produzione cinematografica italiana fondata nel 1962 da Alberto Grimaldi e Maria Rosaria Bongiorno, [...] Franco Rossellini e prese il via la collaborazione con Pier Paolo Pasolini, di cui Grimaldi produsse gli ultimi quattro film: Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle Mille e una notte (1974), Salò o le 120 giornate di ...
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Romanzo (scritto nella seconda metà degli anni Trenta del XIV sec.) in prosa di G. Boccaccio. Il titolo voleva significare, secondo l'intenzione dell'autore, non molto esperto di greco, "Fatica d'amore". [...] drammatici, prepara da lontano il motivo della cornice e abbozza addirittura precise trame narrative che rifioriranno nel Decameròn. Le molteplici componenti dell'ispirazione trovano la loro relativa unità in una sorta di compromesso, sempre ...
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Si è disputato se la danza sia stata originariamente profana e da questa poi sia venuta la danza sacra o se, viceversa, dalla danza sacra sia derivata la profana. Certo è che tra i primitivi - e così si [...] un liuto e di un piffero, una danza figurata. Di una ballata infine, citata dal Boccaccio nella giornata VIII del Decameron, che comincia L'acqua cozze alla borrana, abbiamo una minuziosa descrizione dataci nel sec. XVI da un anonimo annotatore del ...
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tamagno
agg. [voce settentr., lat. tam magnus], ant. – Tanto grande, così grande; in senso assol., assai grande o, al contrario, molto piccolo. Con quest’ultimo sign. fu usato talvolta il dim. tamagnino, anche come soprannome di persona di...
ventisettana
agg. e s. f. [der. di ventisette, come anno del secolo in riferimento]. – In filologia e nella critica letteraria, l’edizione v. o la v., del Decameron, la famosa edizione del 1527 (Firenze, Giunti) dell’opera di Boccaccio; la...