Doni, Anton Francesco
Giorgio Masi
Nato a Firenze nel 1513, fu novizio presso il convento servita fiorentino della SS. Annunziata e ne uscì nel 1540 per iniziare un pellegrinaggio attraverso varie città [...] (I marmi, a cura di E. Chiorboli, 1° vol., 1928, p. 51), riconoscendo in entrambe un significativo legame con il Decameron: può darsi che tale singolare performance abbia realmente avuto luogo, ma è possibile anche che, postulando una simile sinossi ...
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CAPPONI, Alessandro Gregorio
Armando Petrucci
Ultimo rappresentante del ramo romano della famiglia, nacque a Roma il 12 marzo 1683 da Francesco Ferdinando, da cui ereditò il titolo di marchese e una [...] di mano di A. M. Biscioni (e revisionata anche da G. G. Bottari) del manoscritto laurenziano detto del Mannelli del Decameròn (oggi Capp. 143). Intanto un nuovo soggiorno a Firenze sulla fine del 1714 aveva ancor più sviluppato quella che egli stesso ...
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CACCIACONTI, Ghino
Paolo Bertolini
Figlio di Tacco di Ugolino signore del castello della Fratta in Val di Chiana, il C. nacque nella seconda metà del sec. XIII, verosimilmente intorno al 1270. Ci sono [...] 1931, pp. 93-98.Vedi Francesco da Barberino, I documenti d'Amore, a cura di F. Egidi, II, Roma 1912, pp. 96 s.; G. Boccaccio, Decameròn, a cura di V. Branca, II, Firenze 1952, pp. 350 e nota 1, 352 e note 3-4. Le notizie degli eruditi dei secc. XVI ...
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Dovizi, Bernardo
Maria Agata Pincelli
Noto anche con il soprannome di ‘Bibbiena’, dal paese del Casentino dove nacque il 4 agosto 1470, D. apparteneva a una famiglia non aristocratica, ma fra le più [...] usato» (Lettere, p. 362). È almeno emblematico che la lettera a Vettori del 25 febbraio 1514 si chiuda con una citazione del Decameron III 5, che è anche, con una piccola variante, una frase di Fulvia nell’atto terzo, scena settima della commedia del ...
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RONCALLI (Roncali, Roncale), Giovanni Domenico
Francesco Lucioli
RONCALLI (Roncali, Roncale), Giovanni Domenico. – Nacque a Rovigo nel 1530 da Antonio e da Margherita Casalini; ebbe una sorella di nome [...] et utilità che si gusta leggendo la Sacra Scrittura, è dedicatario del Vocabolario che Girolamo Ruscelli accluse all’edizione del Decameron stampata per la prima volta da Valgrisi nel 1552. Nell’agosto dell’anno successivo fondò a Rovigo l’Accademia ...
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PETRARCA, Francesco
Enrico Carrara
Nella gloria della poesia italiana è il secondo, dopo Dante e prima del Boccaccio, dei suoi grandi e venerati patriarchi; ma nella storia della formazione spirituale [...] l'indomito amore allo studio e al lavoro; e inviandogli, preziosa testimonianza, la traduzione latina della Griselda, l'ultima novella del Decameron.
Una notte, tra il 18 e il 19 luglio del 1374, un rinnovato assalto di sincope lo spense entro poche ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] quali fossero le sue preferenze grafiche. È invece diversa la situazione del Canzoniere di ➔ Francesco Petrarca e del Decameron di ➔ Giovanni Boccaccio. Di questi capolavori, infatti, ci sono giunti gli autografi d’autore che consentono di osservare ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] secoli: il fiorentino trecentesco nell’elaborazione letteraria di Dante e, soprattutto, del Petrarca del Canzoniere e del Boccaccio del Decameron. Questo, se impedì una netta frattura con la fase medievale (come avvenne, per es., in francese, dove la ...
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GUICCIARDINI, Agnolo
Vanni Bramanti
Nacque a Firenze il 27 dic. 1525 da Girolamo di Piero e Costanza di Agnolo Bardi, deceduta pochi giorni dopo averlo dato alla luce: a lei era stata assegnata in dote [...] G. fu chiamato a partecipare al gruppo di lavoro (i "deputati") che in quel giro di mesi avrebbero dovuto "rassettare" il Decameron, nella prospettiva dell'edizione che fu poi realizzata nel 1573: com'è noto, uno dei connotati fondamentali di questa ...
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pure
Riccardo Ambrosini
1. Dell'avverbio p., le cui attestazioni - oltre che nei sintagmi congiunzionali ‛ pur che ', ‛ se pur ' (v. 7. e 8.) - sono 12 nella Vita Nuova (per lo più in forma scorciata; [...] Rime dubbie XX 5 L'uno m'afferma pur ch'io deggio amare). Quest'uso ricorre per una decina di volte, distribuite su 6 luoghi, nel Decameron, e il verbo è, per lo più, alla prima persona singolare del futuro: V 10 4; VIII 5 3 " io la pur dirò " e 18 ...
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tamagno
agg. [voce settentr., lat. tam magnus], ant. – Tanto grande, così grande; in senso assol., assai grande o, al contrario, molto piccolo. Con quest’ultimo sign. fu usato talvolta il dim. tamagnino, anche come soprannome di persona di...
ventisettana
agg. e s. f. [der. di ventisette, come anno del secolo in riferimento]. – In filologia e nella critica letteraria, l’edizione v. o la v., del Decameron, la famosa edizione del 1527 (Firenze, Giunti) dell’opera di Boccaccio; la...