Tipo di composizione musicale di carattere elegante e di andamento sinuoso. Fra gli autori di a. per pianoforte figurano R. Schumann e C. Debussy.
Nella danza accademica, figura che richiede un allungamento [...] trasversale del corpo: una gamba rimane appoggiata a terra mentre l’altra è sollevata e tesa all’indietro; le braccia sono generalmente allungate nella linea disegnata dalla gamba sollevata e dal corpo ...
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Mecenate svedese, collezionista, direttore di compagnia di balletto (Stoccolma 1898 - Barcellona 1964). Fondò a Parigi Les Balets Suédois (1920-25), promuovendo un'attiva collaborazione con i più importanti [...] artisti del suo tempo (Debussy e Bonnard, Claudel e Milhaud, Honegger e Léger, Casella e De Chirico, Satie e Picabia, ecc.). Nel 1932, insieme a P. Tugal, fondò a Parigi Les archives internationales de la danse. La sua ricca collezione fu divisa tra ...
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Danza in tempo ternario di andamento veloce. Di origine irlandese, si diffuse in tutta Europa nel 17° e nel 18° sec., divenendo di norma il brano finale delle suite strumentali. Ebbe il suo apogeo con [...] J.S. Bach, e nel 20° sec. fu ripresa da C.-A. Debussy, A. Schönberg e I. Stravinskij. ...
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Danzatrice statunitense (Fullersburg, Illinois, 1862 - Parigi 1928). Esordì a Chicago nel 1878, fu poi attrice e cantante a New York; ebbe grande successo come danzatrice (la Serpentine Dance), a Parigi [...] nel 1892 alle Folies-Bergère, poi a Londra, Berlino, Atene, in Egitto e ancora a Parigi, interprete di musiche di C. Debussy e M. Ravel; pubblicò una autobiografia, Quinze ans de ma vie (1908). ...
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Danza di origine cubana, poi diffusa in Spagna. Il movimento è vario, ma sempre moderato, il ritmo è binario, con varie formule caratteristiche. È composta musicalmente in più strofe (8 o 16 misure) inquadrate [...] tra un’introduzione e un finale. Il suo ritmo è stato impiegato da G. Bizet nella Carmen e poi da C. Debussy, M. Ravel e altri. ...
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Danzatrice e attrice (Char´kov 1888 - Vence 1960). Allieva di M. Fokin, entrò nei Balletti russi di S. P. Djagilev nel 1910, e nello stesso anno fu la prima interprete del ruolo di Zobeide in Sheherazade [...] a V. F. Nižinskij. Nel 1911, con una propria compagnia, fu la protagonista di Le martyr de Saint Sébastien di D'Annunzio-Debussy, con la coreografia di Fokin, il quale creò per lei anche La Pisanelle (1913) di D'Annunzio-Pizzetti. Fondò un'altra ...
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Nome d'arte della ballerina Monique Tchemerzina (Parigi 1924 - ivi 2004). Dopo gli studî con O. I. Preobraženska, I. Clustine e G. Ricaux, esordì in Romeo e Giulietta (coreografia di S. Lifar, 1942). Fece [...] del Ballet du XXe siècle di M. Béjart (1961). Tra le sue più celebri interpretazioni: Le martyre de Saint Sébastien (di Debussy-D'Annunzio, 1957) e Les amants de Teruel (1959). Dotata di notevole temperamento drammatico, prese parte ai film The red ...
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Ballerino, coreografo, direttore di compagnia, nato a Milano il 15 marzo 1940. Ha studiato alla Scuola di ballo della Scala con E. Bonagiunta e M. Besobrasova, quindi danza spagnola a Madrid con A. Marin. [...] di Spoleto. Sempre a Spoleto, nel 1972, A. diede un'altra interpretazione originale dell'Après-midi d'un faune di Debussy, in coppia con L. Savignano, con scenografia di G. Manzù, ripreso poi alla Scala. Altre coreografie di quegli anni: Sequenza ...
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(v. ballo, V, p. 989; App. II, I, p. 352; balletto, App. IV, I, p. 224)
Nella danza come arte del movimento, quindi nell'accezione più ampia ed estesa della parola rispetto al termine b. (che è solo una [...] e dell'angoscia. La Linke ha creato un dialogo con il bagno, luogo dei suoi pensieri (Im Bade wannen, musiche di Satie-Debussy). Anche lei ha studiato con la caposcuola della danza libera tedesca, M. Wigman, poi alla Scuola di Essen con Jooss; ha ...
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armonista
s. m. e f. [der. di armonia] (pl. m. -i). – 1. Studioso e teorico dell’armonia musicale. 2. Chi pratica l’armonia; musicista il cui stile è caratterizzato dall’importanza predominante che l’armonia ha nelle sue composizioni (per...
esatonia
eṡatonìa s. f. [comp. di esa- e tono1]. – In musica, sistema che, a differenza del comune sistema eptafonico, è fondato su una scala (temperata equabile) in sei gradi a intervallo costante di un tono intero; fu in partic. adottata...