Con il termine arabismi si intende una particolare classe di esotismi, molti dei quali successivamente integratisi nel vocabolario italiano e allineatisi alla morfologia della nostra lingua (➔ adattamento; [...]
Pizzoli, Lucilla (2001), Italiano e arabo, in La lingua nella storia d’Italia, a cura di L. Serianni, Roma, Società Dante Alighieri, pp. 635-642.
Pozzi, Mario (1994), Le lingue esotiche nella letteratura di viaggio del Cinquecento italiano, in L’età ...
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L’accento grave è un tipo di ➔ accento grafico, cioè un segno diacritico che, in forma di barretta obliqua orientata in alto verso sinistra (‵), si pone sulle vocali per segnalarne la messa in evidenza [...] diffusione nei testi a stampa già a inizio Cinquecento, come si nota dalla sistematicità con cui ricorre nelle edizioni di Dante e di Petrarca curate da ➔ Pietro Bembo (1501-1502).
Migliorini spiega che «per l’accento acuto o grave, gli stampatori ...
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BIADENE, Leandro
Aldo Menichetti
Nato a Treviso il 23 apr. 1859 da Alberico ed Amalia Mercato, compì gli studi superiori a Bologna, dove ebbe a maestro G. Carducci; conseguì nel 1883 la libera docenza [...] VI(1898), pp. 32936; e su "ercolana", nella miscellanea per nozze Scherillo-Negri, Dai tempi antichi ai tempi moderni. Da Dante al Leopardi,Milano 1904, pp. 445-55.
Sono frutto del soggiorno in Germania lo studio di un codice contenente anche rime di ...
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Onomatopea
Domenico Russo
Parole come suoni
Il termine onomatopea, dal greco onomatopoiìa («fare, costruire una parola»), si applica a quell’insieme di espressioni linguistiche che imitano quasi alla [...] alla possibilità di usare le parole in modo che imitino fenomeni naturali o stati d’animo. Versi onomatopeici famosi sono in Dante (Papé satan, papé Satan aleppe), Petrarca, Ariosto (con tanti tuoni e tanto ardor di lampi, / che par che ’l ciel si ...
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Il soggetto (dal lat. subiĕctu(m) «che sta sotto», calco del gr. hypókeímenon) indica una funzione grammaticale fondamentale nella frase, insieme a quelle di ➔ oggetto e di predicato (➔ predicato, tipi [...]
(56) latrando lui con gli occhi in giù raccolti (Dante, Inf. XXXII, 105)
(57) E andatone lui inn soggetto atoni di forma ridotta:
(65) io non so ben dir com’i’ v’intrai (Dante, Inf. I, 10)
(66) di queste cose e’ non sapiano neuna cosa (Tristano ...
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Il più antico tra i testi italiani noti, redatto per finalità pratiche, è anche la prima delle testimonianze sul linguaggio marinaresco volgare. Si tratta del cosiddetto Conto navale pisano, elenco di [...] come porto, della certezza come ancoraggio).
Così, a parte sporadiche eccezioni o trite e ripetitive similitudini (se ➔ Dante usa termini come orza, poggia, sarte, terzeruolo e artimon nella Commedia, Francesco ➔ Petrarca non va molto oltre ...
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BERGANTINI, Gian Pietro
Gian Luigi Beccaria
Nacque a Venezia il 4 ott. 1685. Ancor giovane si trasferì a Bologna per studiare nel collegio dei gesuiti S. Luigi Gonzaga; dopo otto anni trascorsi a Bologna, [...] registro" (Raccolta di tutte le voci scoperte sul Vocabolario ultimo della Crusca, e aggiunta di altre che ivi mancano di Dante, Petrarca e Boccaccio, Venezia 1760); infine la Scelta d'immagini o saggio d'imitazione di concetti, pubblicata a Venezia ...
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Nella fenomenologia dell’➔interferenza linguistica un posto particolare è occupato dalle condizioni di sostrato, adstrato e superstrato. In senso ampio, tali nozioni fanno riferimento al prestigio linguistico, [...] G. Rohlfs, è l’ipotesi di un’incidenza etrusca nella ➔ gorgia toscana, un fenomeno d’indebolimento (posteriore a ➔ Dante?) legato a condizioni di variazione consonantica estranee alla nota resa etrusca di occlusive greche con occlusive aspirate (come ...
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Nella tradizione retorica occidentale il termine amplificazione (lat. amplificatio, exaggeratio; greco áuxesis, da auxánō «accrescere») indica un complesso di tecniche che intensificano i discorsi con [...] imparare a scrivere versi, come dimostrano le trame retoriche dei maggiori autori del secolo, come Geoffrey Chaucer e Dante. Consideriamo la perifrasi, forse la più chiara espressione dell’amplificazione: nella Commedia ne sono state contate più di ...
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La sentenza è un enunciato in forma concisa, il cui contenuto ha un valore generale che non necessita di passaggi probatori. La sentenza appartiene al dominio delle figure retoriche di pensiero (➔ retorica), [...] si articolano nelle seguenti sottospecie:
(i) forma assertiva:
(5) Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria
(Dante, Inf. V, 121-123)
(6) Il sonno è veramente qual uom dice
parente della morte
(Petrarca, Canz. CCXXVI, 9-10 ...
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dante
s. m. [dallo spagn. dante, der. di anta (attraverso la locuz. piel d’anta), che è dall’arabo lamṭ «antilope» dove l- è stato inteso come articolo]. – Daino; solo nella locuz. pelle di dante, con cui è anche chiamata (oggi sempre più...