universo¹ /uni'vɛrso/ agg. [dal lat. universus "tutto intero"], ant. - [considerato in tutta la sua estensione: quel Salmo che comincia: "Segnore nostro Iddio, quanto è ammirabile lo nome tuo ne l'u. terra!" [...] (Dante); una guerra atomica sconvolgerebbe l'u. mondo] ≈ completo, intero, (fam.) sano, totale, tutto. ↔ parziale. ...
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uno [lat. ūnus] num. card. - ■ agg. 1. a. [che è pari a una unità: il paese dista un chilometro]. b. [che è pari alla prima unità di una serie: il numero u. della fila; l'articolo u. della Costituzione] [...] (o a) una (o uno) [nel medesimo tempo e nello stesso luogo: venimmo ove quell'anime a una Gridaro a noi (Dante)] ≈ assieme, insieme, unitamente. ■ pron. indef. (f. una; m. pl. [gli] uni; f. pl. [le] une). [essere umano indeterminato: u. di provincia ...
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uopo /'wɔpo/ s. m. [lat. ŏpus, neutro indecl.], solo al sing., lett. - [ciò che è necessario, spec. nelle locuz. è (d')u., fa d'u.: Né solo a me la tua risposta è u. (Dante)] ≈ bisogno, necessità. ● Espressioni: [...] non com., essere d'uopo [essere necessario, spec. in forma impers.] ≈ (non com.) abbisognare, bisognare, necessitare, occorrere. ↑ urgere. ▲ Locuz. prep.: all'uopo [proprio per quello scopo, per quel caso ...
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urgere /'urdʒere/ [dal lat. urgēre "incalzare, spingere"] (io urgo, tu urgi, ecc.; non sono usati il pass. rem., il part. pass., né, di conseguenza, i tempi comp.). - ■ v. tr. 1. [spingere qualcuno a fare [...] qualcosa: come orologio ... Che l'una parte l'altra tira e urge, Tin tin sonando (Dante)] ≈ incalzare, (lett.) instare, sollecitare, sospingere, spronare. 2. [assol., esercitare una pressione insistente: il direttore urgeva per avere i prospetti] ≈ ...
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fervere /'fɛrvere/ v. intr. [dal lat. arc. e pop. fervĕre, class. fervēre] (difett. del part. pass. e quindi dei tempi comp.), lett. - 1. [essere cocente: mentre che 'l sol ferve (Dante)] ≈ bollire, bruciare, [...] cuocere, scottare. 2. [di un liquido, essere in ebollizione] ≈ bollire, ribollire. 3. (fig.) [essere nel massimo dell'ardore: ferve la disputa] ≈ ribollire. ↑ impazzare, infuriare ...
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ceffo /'tʃɛf:o/ s. m. [prob. dal fr. ant. chief "testa"]. - 1. (ant.) [viso del cane, o d'altro animale: Non altrimenti fan di state i cani Or col c. or col piè (Dante)] ≈ muso, (ant.) niffo. 2. a. (spreg.) [...] [viso deforme o dall'espressione cattiva] ≈ ghigno, (lett.) grifo, grugno, (ant.) niffo. b. (estens.) [uomo di aspetto sinistro, poco rassicurante e sim.: un c. da galera] ≈ brutto muso, faccia da galera, ...
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loquela /lo'kwɛla/ s. f. [dal lat. loquela, der. di loqui "parlare"], lett. - 1. [facoltà di parlare: perdere la l.] ≈ (lett.) favella, linguaggio, parola. 2. (estens.) [modo di parlare tipico di un popolo, [...] di un gruppo e sim.: La tua l. ti fa manifesto Di quella nobil patria natio A la qual forse fui troppo molesto (Dante)] ≈ dialetto, (lett.) favella, idioma, lingua, linguaggio, parlata. ...
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festuca s. f. [dal lat. festuca], lett. - [fuscellino di paglia e sim.: trasparien come f. in vetro (Dante)] ≈ (region.) brusco, bruscolo, fuscello, pagliuzza. ...
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lordura s. f. [der. di lordo]. - 1. [condizione, aspetto di ciò che è sporco: strade piene di l.] ≈ (non com.) laidezza, (non com.) laidume, lercio, lerciume, (tosc.) lezzume, (non com.) lordezza, lordume, [...] condizione di ciò che è moralmente sporco: Falsità, ladroneccio e simonia, Ruffian, baratti e simile l. (Dante)] ≈ abiezione, corruzione, depravazione, immoralità, laidezza, turpitudine. ↔ integrità, limpidezza, moralità, onestà, purezza, rettitudine ...
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loto¹ /'loto/ s. m. [lat. lŭtum], lett. - [terra trasformata dall'acqua in poltiglia e, anche, palude fangosa: Più non ci avrai che sol passando il l. (Dante)] ≈ (lett.) belletta, fanghiglia, fango, (non [...] com.) limaccio, limo, (region.) malta, (lett.) melletta, melma, (lett.) mota, (non com.) motriglia, (non com.) palta ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...