Grammatico (metà del sec. 13º). Cancelliere del re Enrico VI Menved in Danimarca, fu poi maestro di teologia e canonico a Parigi. La sua opera più nota è il Tractatus de modis significandi (1250 circa), che tratta delle parti del discorso e della sintassi secondo un'impostazione che ebbe poi largo seguito, quella della "grammatica speculativa". M. si ricollega nella sua trattazione alle opere logiche ...
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Linguista e storico romeno (n. 1810 - m. 1881), esponente della scuola latinista o transilvana. Partecipò ai moti del 1848. Insieme a N. Bălcescu, fondò e diresse il periodico Magazin istoric pentru Dacia [...] (1845-47). Principali opere: Tentamen criticum (1840), Românii din monarhia austriacă ("I Romeni nella monarchia austriaca", 3 voll., 1849-51), Istoria Românilor ("Storia dei Romeni", 1855) e, in collaborazione ...
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Storico e filologo romeno (Căpuşul de Câmpie, Transilvania, 1761 circa - Budapest 1821), prelato greco-cattolico, fu uno dei capi della "scuola transilvana". Fra le sue opere storiche la più importante [...] è Istoria pentru începutul românilor în Dachiia ("Storia dell'origine dei Romeni in Dacia", 1813), che sostiene che i Romeni sono discendenti diretti dei Romani in Dacia. Fra le opere filologiche sono notevoli un trattato d'ortografia, il Dialog ...
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Stato dell’Europa orientale; confina a NE con Ucraina e Moldavia, a NO con l’Ungheria, a S con la Bulgaria e a SO con la Serbia; si affaccia per quasi 250 km sul Mar Nero.
Il territorio della Romania [...] . Esso si è sempre considerato e chiamato rumân o român, cioè «romano», in seguito alla conquista traianea quando nella Dacia furono trasferiti coloni da ogni parte del mondo romano (➔ Daci).
Nell’Alto Medioevo si costituirono le prime formazioni ...
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Si definiscono frasi infinitive quelle frasi (sia principali che subordinate) in cui il predicato è costituito da un verbo all’infinito. La frase infinitiva può comparire in varie costruzioni, e cioè: [...] leggermi il giornale, – aggiunse con un sorriso timido. – Non ho altro da fare: il giornale, la radio e ogni tanto un caffè (Dacia Maraini, L’età del malessere, p. 9)
(7) E l’altro a piangere, a piangere (Grazia Deledda, Il vecchio della montagna, p ...
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] sopra (Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, p. 76)
(8) Democrito si tenne in vita per tre giorni annusando pane fresco (Dacia Maraini, Bagheria, p. 98).
(c) Il gerundio temporale ha il valore di una subordinata di modo finito:
(9) S’informò ...
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L’imperfetto è un tempo passato del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che indica principalmente simultaneità rispetto a un momento passato (Bertinetto 1986; Vanelli 1991). Dal punto di [...] telici:
(8) La madre, due ore più tardi, ci accoglieva sorridendo, pronta a chiacchierare di tutto. Della figlia diceva che era stramba (Dacia Maraini, L’età del malessere, p. 55)
(9) Ora la pigliava su di un altro tono, col risolino furbo e le mani ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] riconoscere questo scandalo supremo impensato (Morante, La storia, p. 85)
(43) Studia tanto, – disse, senza decidersi ad aprire (Dacia Maraini, L’età del malessere, p. 9)
Le preposizioni con ed in reggono l’infinito sostantivato nell’italiano moderno ...
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Stato dell’Europa settentrionale, costituito dalle regioni orientali della Penisola Scandinava, dalle isole baltiche di Gotland e Öland e da altre minori. Confina a NO e a O con la Norvegia, a NE con la [...] e dove, insieme a Sigieri di Brabante, insegnò l’averroista svedese Boezio di Dacia. Qui studiò, sotto la guida di s. Tommaso d’Aquino, Pietro di Dacia, autore di una Vita benedictae virginis Christi Christinae dedicata a un’umile beghina renana ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] i numerosi trattati De modis significandi scritti nel 13° e 14° sec., tra cui notevoli quelli di Martino di Dacia, Boezio di Dacia, Tomaso Occam, fino alla Summa modorum significandi di Sigieri di Courtrai e alla Grammatica speculativa di Tommaso di ...
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dacia
dàcia s. f. [adattam. del russo dača, da un’ant. voce slava connessa col verbo dati «dare»; propr. «concessione», da cui il sign. attuale (cfr. anche ucraino dača «tributo, villa, villeggiatura», e slov. dača «tassa, tributo, imposizione»)]...
dacite
s. f. [dal nome della Dacia, antica provincia romana (v. daco1)]. – Roccia effusiva paleovulcanica appartenente ai porfidi quarziferi, nella quale, tra i componenti feldspatici, predomina il plagioclasio.