uomo /'wɔmo/ (ant. o pop. omo /'ɔmo/) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini). - 1. a. (paleont.) [specie del genere Homo, cui appartiene l'essere umano] ≈ Homo Sapiens. b. (antrop.) [essere vivente altamente [...] . medievale] ≈ (esseri) umani, genere umano, gente, umanità. d. [singolo membro della specie umana] ≈ individuo, persona. 2. era ancora quella certa tizia che tirava a fargli perdere il pane (G. Verga).
Parità di diritti - L’uso del masch. non marcato ...
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gioco /'dʒɔco/ (meno com. giuoco) s. m. [lat. iŏcus "scherzo, burla", poi "gioco"] (pl. -chi). - 1. a. [qualsiasi attività a cui si dedichino, da soli o in gruppo, bambini o adulti senza altro fine che [...] , legato spesso a una vincita in denaro, dipende dall'abilità dei singoli contendenti e dalla fortuna: g. di carte; g. d'azzardo; g. da tavolo] ≈ ‖ (lett.) cimento, competizione, gara, partita. ● Espressioni: casa da (o di) gioco → □; fig., gioco di ...
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grande [lat. grandis]. - ■ agg. 1. a. [di spazio, territorio, superficie, che supera la misura ordinaria: un g. palazzo] ≈ ampio, esteso, largo, lungo, (ant.) magno, spazioso, vasto. ↔ corto, piccolo, [...] grossa, grosso di mente, ecc. Quando si parla di affari, spese, debiti e sim., grosso è preferito a g.: temo d’imbarcarmi in un affare troppo grosso (G. Verga). E talora anche se si parla di problemi, guai e sim.: se avessero aspettato ancora di più ...
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bello /'bɛl:o/ [lat. pop. bellus "carino, grazioso"] (sing. m. bèl, pl. m. bèi, davanti a consonante seguita da vocale, e davanti a f, p, t, c, v, b, d, g seguite da l o r; bèllo, bègli negli altri casi; [...] bruttino: la ragazza era bruttina, ma aveva una bella voce [G. Verga]). Sgradevole e spiacevole (adatti non soltanto per le persone Pirandello); ogni gesto / armonioso e rude / mi fu d’esempio (G. D’Annunzio).
B. è sinon. di buono quando si parla del ...
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gente /'dʒɛnte/ s. f. [lat. gens gentis, affine a gignĕre "generare", genus, genĭtus, ecc.]. - 1. a. [gruppo di persone unite da un'origine comune: g. latina, germanica] ≈ ceppo, (lett.) nazione, popolo, [...] , stirpe (quest’ultimo è il più com.): simile a una Erinni familiare, ella presiedeva alla dissoluzione della sua progenie (G. D’Annunzio); tutti gli Uzeda erano gloriosi della magnifica origine della loro schiatta (F. De Roberto); vi erano là tutti ...
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giocare (meno com. giuocare) [lat. iocare, iocari "scherzare"] (io giòco o giuòco, tu giòchi o giuòchi, ecc., ma le forme con dittongo sono ormai rare). - ■ v. intr. (aus. avere)1. a. [dedicarsi a un gioco, [...] destrezza, di abilità o di fortuna, a fine di ricreazione o di guadagno, anche con la prep. a: g. al lotto; g. d'azzardo; g. in due] ≈ cimentarsi, competere, gareggiare. ● Espressioni: fig., giocare in borsa [fare speculazione sui rialzi e i ribassi ...
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giorno /'dʒorno/ s. m. [lat. tardo diurnum (tempus), dall'agg. diurnus "giornaliero", der. di dies "giorno"]. - 1. a. [spazio di 24 ore compreso tra una mezzanotte e l'altra: mese di ventotto g.; l'ultimo [...] sole, di pioggia] ≈ (lett.) dì, giornata. 2. a. [intervallo di tempo fra il sorgere e il tramontare del sole: d'estate il g. è più lungo della notte] ≈ (lett.) dì, giornata. ↔ nottata, notte. ● Espressioni: buon giorno [formula di saluto che si usa ...
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giro s. m. [lat. gȳrus, gr. gŷros]. - 1. [linea che limita una superficie: lo spiazzo ha un g. di 20 metri; il g. delle mura; cappello stretto di g.] ≈ Ⓣ (geom.) circonferenza, Ⓣ (geom.) perimetro. 2. [...] smarrito, spaesato, sperduto, straniato. 4. a. [atto di perlustrare, visitare e sim.: fare il g. del caseggiato; fare il g. dei musei, dei negozi; fare un g. d'ispezione] ≈ esplorazione, perlustrazione, ricognizione, visita. b. [atto di viaggiare: un ...
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giusto¹ [lat. iūstus, der. di ius iuris "diritto"]. - ■ agg. 1. a. [di persona, che osserva i principi della giustizia e della moralità: uomo g.] ≈ buono, corretto, equilibrato, morale, onesto, (lett.) [...] colloquiale, anche come semplice avv. a‡ermativo, come sinon. di sì,hai ragione,proprio così,sono d’accordo e sim.: «Dovremmo fermarci a fare benzina» «Esatto». Anche g. può essere usato in questi casi, ma è meno com. di esatto. Di grado più debole ...
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dio s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l'art. è il, al plur. gli; al sing., la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico). - 1. (relig.) a. (solo [...] delle tenebre, maligno, principe delle tenebre, tentatore, e tanti altri: il Nemico ci tiene / il Maligno è su di noi (G. D’Annunzio); ed ecco che el fu lì presente el principe delle tenebre, intorniato di moltitudine di demoni (N. Manerbi); ma che ...
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D’Anna Casa editrice fondata a Messina (1926) da Giacomo D. (Villarosa 1896 - Perugia 1982); trasferita a Firenze (1948), è passata al figlio Guido (Messina 1929 - Firenze 2004), che nel 1990 ne acquisì la proprietà completa. Ha pubblicato...