Apologeta e scrittore cristiano (sec. 2º-3º d. C.). Considerato il padre della teologia latino-occidentale, che già allora si differenziava dalla grande speculazione teologica greco-orientale, fu uno dei [...] che comandava le truppe romane al servizio del proconsole d'Africa, nacque a Cartagine probabilmente tra il 155 e il 160; sfida: di fronte alla battaglia egli non si trae indietro né cerca un accomodamento, bensì rivendica il pieno diritto alla vita ...
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Corpo di persone unite dall’esercizio di una medesima professione o dall’essere investite di una stessa carica.
Nel mondo romano, scopo del collegium era principalmente il culto (come nei 4 grandi c., [...] ° sec. e anche in seguito), divennero centri d’insegnamento. In Italia se ne ebbero a Bologna, Pavia, Padova, Roma. Col tempo nell’uso corrente il termine c. fu applicato sempre più a istituti d’istruzione ed educazione, anche di carattere secondario ...
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Umanista e riformatore (Bretten, Basso Palatinato, 1497 - Wittenberg 1560), si educò sotto l'influenza del prozio G. Reuchlin. Nel 1509 fu all'univ. di Heidelberg, nel 1512 a Tubinga ove divenne (1514) [...] . Poi l'accordo con Lutero si fece più stretto: M. ne diventò l'amico più devoto, il collaboratore più dotto, che espose di Smalcalda" e (1539) il famoso "consiglio di coscienza" a Filippo d'Assia; nel 1540 era alle conferenze di Worms e Ratisbona. Ma ...
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Complesso degli atteggiamenti di disaccordo e di critica nei confronti del sistema politico vigente in un determinato paese, oppure verso specifiche istituzioni e organizzazioni politiche, sociali, religiose. [...] «socialismo dal volto umano»: gli esponenti più noti ne furono Žores e Roj A. Medvedev. La comparsa, nel 1963, del romanzo In Cecoslovacchia, dopo l’invasione del 1968, la più nota esperienza di d. fu il gruppo di Charta 77, promosso da J. Patoka, V ...
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Eretico (n. Sinope 85 d. C. circa - m. 160 circa). Di agiata condizione, si trasferì a Roma; quando espose le sue tesi sulla totale inconciliabilità tra Nuovo e Vecchio Testamento fu subito scomunicato. [...] di Dio, buono e amorevole, pieno d'indulgenza e di compassione. Gesù Cristo, dare la perfezione alla realtà, si è limitato a imporre delle leggi, così come ha fatto anche non era posto sotto la legge ebraica, né aveva mai avuto corpo materiale, ma un ...
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Nome di numerosi santi tra i quali:
1. Anastasio, patriarca di Antiochia dal 559 (m. 599), detto il Vecchio; difensore dell'ortodossia contro l'aftartodocetismo imposto (564) da Giustiniano, esiliato (570) [...] principe d' a Palestrina (21 agosto).
8. Anastasio Sinaita. Monaco ed egùmeno del monastero del m. Sinai (m. dopo il 700), della cui vita si sa poco: era ad Alessandria poco prima del 640 e sotto il patriarca monofisita Giovanni III nel 678-85. Né ...
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Gabriele Condulmer (Venezia 1383 - Roma 1447). Nipote di Gregorio XII, successe a Martino V (1431). Fu in contrasto con il Concilio di Basilea, che gli oppose l'antipapa Felice V; a Roma, contrastò lo [...] direttamente alla cultura umanistica, E. ne comprese l'importanza: accolse nella curia d'Aragona, che E. investì del Regno (giugno 1443) promettendo di riconoscere la successione del figlio illegittimo Ferrante, E. rientrò in piena tranquillità a ...
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Patriarca di Costantinopoli ed erudito (n. circa 827 - m. dopo l'886), figura assai discussa. Di famiglia nobile (suo fratello Sergio sposò Irene, sorella dell'imperatrice Teodora), fece rapida carriera [...] Scomparsi però Michele e Barda, Basilio il Macedone, fautore d'una politica d'intesa con Roma contro i musulmani, ripose sulla sede commentano i varî passi del testo, sarebbe dovuto a Fozio. Se ne conservano alcuni esemplari, dal 9º (salterio Chludov, ...
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Essere sovrumano, ministro di Dio presso gli uomini per annunciare e fare eseguire la sua volontà. Il termine greco ἄγγελος («messaggero») applicato a messi divini (Hermes, Iride, la Fama, talvolta in [...] angelologia cristiana antica è lo pseudo-Dionigi Areopagita, che ne definì la gerarchia riconoscendone i tre ordini, ciascuno male. L’arcangelo Gabriele, a. dell’Annunciazione, ha lo scettro del messaggero oppure il ramo d’ulivo, simbolo di pace, ...
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Il primo dei tre gradi in cui si articola il sacramento dell’ordine sacro. La dottrina cattolica in materia, riconfermata dal Concilio Vaticano II, venne ordinata da Paolo VI con i motuproprio Sacrum diaconatus [...] disperse.
Il d. come grado a sé stante è stato ripristinato dal Concilio Vaticano II, che per la Chiesa latina ne ha lasciato ’Impero, in Egitto, in Palestina, in Italia. Ebbero particolare vigore a Roma dal 7° al 9° sec., arrivando al numero di 24 ...
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ne1
ne1 ‹né› avv. e pron. [lat. inde «di lì»]. – 1. a. Come avv. di moto da luogo, di lì, da quel luogo: ne ripartì l’indomani; se ne andò tutto adirato; entrato nel labirinto non era più capace d’uscirne; e in senso fig., ne è uscito con...
d, D
D (di, ant. o region. de 〈dé〉) s. f. o m. – Quarta lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola deriva, attraverso il delta greco (Δ), dal dalet fenicio; dall’originaria capitale si sono svolte poi, tanto nell’alfabeto latino...