Dreyer, Carl Theodor (propr. Nilsson, Carl Theodor)
Alessandro Cappabianca
Regista cinematografico danese, nato a Copenaghen il 3 febbraio 1889 e morto ivi il 20 marzo 1968. È da annoverare tra i più [...] film ancora influenzato da Intolerance (1916) di David W. Griffith. Questa prima fase, con film come Prästänkan (1920 degli alberi: paradossale soggettiva del cadavere (per la quale forse D. prese spunto dall'analoga scena girata da Jean Epstein tre ...
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Spionaggio, film di
Mario Sesti
Genere cinematografico di grande popolarità la cui derivazione dall'omonimo letterario ‒ contemporaneo alla formazione della letteratura di massa ‒ è stata progressivamente [...] di un film si fa risalire a un'opera di David W. Griffith (The great love, 1918), ma l'affermazione mondiale della man in Havana (1959; Il nostro agente all'Avana) le variazioni d'autore sulle atmosfere del genere sono spinte nel primo caso verso una ...
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Western
Carlo Gaberscek
Le origini
Uno dei primi esempi di uso sostantivato del termine western per designare un film è databile intorno al 1910, ma tale denominazione divenne comune una decina d'anni [...] tirocinio: come David W. Griffith, che lavorò per la Biograph Company, al quale il w. interessava soprattutto per relativa serietà e simpatia i problemi dei nativi americani, atteggiamento d'altra parte già presente in alcune opere di Ince.
Verso ...
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Gangster film
Renato Venturelli
Genere cinematografico incentrato sulle imprese di criminali abituali, che svolgono attività illegali facendo ricorso a metodi violenti. Nel suo schema più tradizionale, [...] da The musketeers of Pig Alley (1912) di David W. Griffith e Regeneration (1915) di Raoul Walsh, ambientati tra la gangster famosi del passato: in opere come Baby Face Nelson (1957; Faccia d'angelo) di Don Siegel, Machine Gun Kelly (1958; La legge del ...
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Storico, film
Luigi Guarnieri
Una prima definizione intuitiva di f. s. è quella di un'opera cinematografica che ricostruisce un'epoca o fatti storicamente avvenuti e datati, in modo riconoscibile per [...] scena con maggiore o minore abilità e precisione, con intenti d'intrattenimento e d'evasione o, a volte, didattici, pedagogici e di critica 'romanza' per esigenze spettacolari), fu David W. Griffith, mentre Sergej M. Ejzenštejn può essere considerato ...
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Metz, Christian
Giorgio De Vincenti
Teorico del cinema francese, nato a Béziers il 12 dicembre 1931 e morto suicida a Parigi il 7 settembre 1993. È considerato il padre della semiologia del cinema e [...] ., l'invenzione del montaggio parallelo da parte di David W. Griffith) diventano, grazie all'uso condiviso di altri cineasti, su quello della psiche.
Quest'ultimo saggio è certo un punto d'arrivo alto all'interno di un dibattito che altrove ha avuto ...
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Drammatico, genere
Roberto Campari
Scrive G.W.F. Hegel nelle sue Vorlesungen über die Ästhetik (post. 1836-1838; trad. it. 1967, p. 1344): "Al centro fra la tragedia e la commedia si colloca un terzo [...] generi, il primo in ordine cronologico è David W. Griffith, ritenuto giustamente il padre del linguaggio cinematografico è divenuto sempre più rigoroso ed essenziale a partire da Le journal d'un curé de campagne (1951; Diario di un curato di campagna ...
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Pudovkin, Vsevolod Illarionovič
Ornella Calvarese
Regista, attore, sceneggiatore, scenografo e teorico del cinema russo, nato a Penza il 28 febbraio 1893 e morto a Dubulta (Riga) il 30 giugno 1953. [...] del futuro regista: vide Intolerance (1916) di David W. Griffith rimanendone colpito a tal punto da decidere di imprimere una Brik; con queste tre opere P. si assicurò un posto d'onore tra i padri della cinematografia sovietica. Accettando nel 1926 di ...
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Kolossal
Renato Venturelli
Termine impiegato per indicare film spettacolari, ad alto costo, lanciati con grandi campagne promozionali e volti a colpire l'attenzione del pubblico per la loro imponenza [...] da un grande successo internazionale. Sulla sua scia, David W. Griffith realizzò negli Stati Uniti The birth of a nation ( rilanciarsi con nuove versioni di Quo vadis? (1924) di Gabriellino D'Annunzio e Georg Jacoby e Gli ultimi giorni di Pompei (1926 ...
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Mitologico, film
Stefano Della Casa
La mitologia e il mondo antico costituiscono un vasto repertorio di storie e immagini ampiamente 'saccheggiato' dal cinema fin dai primi anni del Novecento; e l'elemento [...] libro più noto del mondo fuori da ogni diritto d'autore, concetto che può essere esteso alla mitologia in generale. Tra la ricostruzione kitsch di DeMille e quella più problematica di David W. Griffith (per es., l'episodio della caduta di Babilonia ...
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