Storico e filologo, nato a Gand il 30 ottobre 1872, morto a Lovanio il 4 gennaio 1950. Gesuita, terminati gli studî teologici a Lovanio, vi insegnò dal 1906 patristica, e (1915) storia dei dogmi, promovendo [...] che suggeriva più che non fornisse il panorama del sec. 12°, il D. G. ha fatto seguire, negli ultimi anni, un felice lavoro di sintesi Parigi, ecc.), nelle sue predilezioni letterarie (Orazio, Virgilio, Cicerone), nelle sue polemiche politico- ...
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I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento [...] [dai Romani], conquistò il feroce vincitore» (Orazio, Ep. II, 1, 156).
Per concludere e [g] davanti a vocale anteriore (per es., lat. gentem > it. gente [ˈʤɛnte]);
(d) gli esiti palatali dei nessi [lj] e [nj]: lat. folia > it. foglia [ˈfɔʎːa]; ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] . Tommaso, s. Agostino e all’Ars poetica di Orazio. Dante discute dapprima temi quali la comunicazione degli angeli ➔ Melchiorre Cesarotti, che fa riferimento alla lingua degli indiani d’America, divisa in modo tale da non costituire la lingua di ...
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Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio, o giugno, 1265, l’anno prima della battaglia di Benevento, che segna la distruzione della parte ghibellina in Italia. Di famiglia guelfa, cresce in anni segnati [...] parola, di poesia militante, denuncia nominativa, al modo di Orazio, Persio e Giovenale, delle colpe dei potenti (Tavoni 1998 come una scoperta, sulla base della constatazione che le lingue d’oc, d’oïl e di sì hanno moltissime parole in comune. Dunque ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] per il trattamento che riservarono all’ortografia. Orazio Lombardelli, alla fine del Cinquecento, compose un quand’è; ➔ elisione). È comunissimo, poi, l’abuso di d eufonica, che andrebbe scritta fra vocali identiche (ad Alessandria), ma non ...
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CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] pp. 73-83), di alcune satire e di un'epistola di Orazio (ed. cit., pp. 221-236). Ben poco felice, perché ott. 1928; L. Falchi, A.C. cent'anni dopo la sua morte, in Giorn. stor. d. letter. ital., XCIV (1929), pp. 105-29; G. Natali, Il ritorno di A.C ...
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Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] anche un terzo personaggio, Lotario Sarsi (pseudonimo di Orazio Grassi), autore del libro che Galileo e Cesarini ’l discorso» attribuiti alle cose inanimate si possono «assomigliare alle favole d’Esopo che fanno parlar le piante» (IV, 689).
Per le sue ...
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Antroponimo è il nome proprio di persona e antroponimia (settore dell’onomastica) è l’insieme dei nomi propri di persona (ma anche dei ➔ cognomi), come pure lo studio di questi.
Rispetto al comune termine [...] per Sant’Antonio da Padova), Francesco e Francesca (per San Francesco d’Assisi) (De Felice 1982: 151-153).
La struttura degli antroponimi epoca classica (Mario, Alessandro, Cesare, Marcello, Orazio, Lidia, Livia, Flora ecc.). Attraverso le dominazioni ...
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La nominalizzazione è la trasformazione (tecnicamente, la transcategorizzazione) in nome di un elemento linguistico di qualunque natura (parola, espressione, frase, componente di frase, ecc.) e categoria. [...] l’apertura della porta [ma l’aprirsi della porta].
I nomi d’azione e le forme verbo-nominali dell’italiano rimandano al latino, dove decorum «restituirai il dolce parlare, il ridere in modo civile» (Orazio, Ep. I, 7, 27)
Il latino sviluppa anche un ...
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La virgola (dal lat. virgula(m) «piccola verga») è un segno di interpunzione, costituito da una linea curva con la testa al livello basso della riga, che ha una varietà di funzioni. Indica una pausa breve, [...] la frase relativa di tipo limitativo)», tant’è vero che Orazio Lombardelli (Arte del puntare gli scritti, 1585) ne aveva . Alle troppe virgole si riconosce che la locuzione è marcescente» (D’Annunzio 2005: 1288-1290).
L’assenza di virgole in casi in ...
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libro s. m. [dal lat. liber -bri, che indicava originariamente la parte interna della corteccia che in certe piante assume aspetto di lamina e che, disseccata, era usata in età antichissima come materia scrittoria; di qui il sign. divenuto poi...
oblio oncologico loc. s.le m. Forma di tutela, a favore di chi è stato malato di cancro, che abolisce l'obbligo di dichiarare di essere stati pazienti oncologici dopo un periodo di tempo indicato dalla legge, al fine di impedire forme di discriminazione...