Telefo
Clara Kraus
Figura del mito greco. Le versioni circa le vicende di T., personaggio prescelto a protagonista di numerose tragedie antiche per noi perdute, sono molteplici e discordanti tra loro, [...] et humiliter - ma che vi sono tuttavia dei casi nei quali la commedia ricorre allo stile tragico e viceversa, D. chiama in causa Orazio, riportando quattro versi dell'Ars poetica (93-96): sicut vult Oratius in sua Poetria, ubi licentiat aliquando ...
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El
Angelo Penna
A parte alcune variazioni secondarie, dovute all'indole delle singole lingue o delle differenti flessioni grammaticali, è vocabolo comune a tutte le lingue semitiche, ebraico compreso, [...] molto diversa compare nella Commedia (Pd XXVI 133-136). Ivi, parafrasando un famoso detto di Orazio (Ars poet. 60-62) sulla continua evoluzione di una lingua, D. fa dichiarare ad Adamo una sostituzione di termini per indicare Dio: durante la vita del ...
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Straub, Jean-Marie
Straub, Jean-Marie. – Regista francese (n. Metz 1933). Ha realizzato i suoi film con D. Huillet fino alla scomparsa di lei nel 2006 e ha poi proseguito da solo confermando ciò che [...] del trittico Corneille-Brecht ou Rome, l’unique object de mon ressentiment! (2009), dove l’attrice C. Geiser incarna la parola di Orazio, dell’Othon di Corneille e di Das verhor des Lukullus di B. Brecht, in O somma luce (2011), che misura ed espande ...
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Anfione
Giorgio Padoan
Figlio di Giove e di Antiope; questa, in seguito alla violenza subita ad opera di Giove (secondo altri, di Epafo) essendo stata ripudiata dal marito Lico, re di Tebe, partorì [...] andarono da sé a collocarsi in modo da formare il cerchio delle mura (Orazio Ars Poet. 394-396; Stazio Theb. VIII 232-233, X 873-877 suoi figli (Ovid. Met. VI 165-312).
In lf XXXII 11 D. invoca l'aiuto delle Muse, ch'aiutaro Anfione a chiuder Tebe: in ...
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Cleopatra (Cleopatràs)
Clara Kraus
Regina d'Egitto dal 51 al 30 a.C., amante prima di Cesare, poi di Antonio.
Figlia di Tolomeo XI Aulete, nata nel 67 a.Cr., alla morte del padre divise il potere con [...] un aspide, per non cadere prigioniera del vincitore (tra altre fonti cfr. Suetonio Vita Caes., Aug. 17; Velleio Patercolo II 87; Orazio Odi I XXXVII).
In If V 63 C. è citata, subito dopo Didone, come esempio tradizionale di lussuria: poi è Cleopatràs ...
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Poeta satirico latino (Volterra 34 d. C. - Roma 62). Di rigorosa moralità, visse solo 28 anni, unito da profondi legami ai familiari e al maestro, il filosofo stoico Anneo Cornuto. Scrisse sei satire, [...] rivolge contro gli avari. La satira di P. F. è, al modo di Lucilio e di Orazio, satira del costume della società neroniana. Ma P. F. manca d'immaginazione e di concezione poetica originale; perciò spesso è oscuro e faticoso. Tuttavia la sua opera non ...
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Pittore italiano (Napoli 1840 - ivi 1919). Fu tra i primi seguaci di D. Morelli, ma in seguito prese decisamente a trattare temi greco-romani, di gusto aneddotico e di fattura minuziosa, che lo resero [...] noto (Plauto mugnaio, 1864; Orazio in villa, 1877; ecc.). Più tardi dipinse pure quadretti di genere d'ispirazione palizziana. ...
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Disciplina che ha per oggetto l’arte poetica, di cui si occupa sotto un profilo prevalentemente teorico, eventualmente anche da un punto di vista descrittivo-sistematico, storico-funzionale ecc., ma non [...] più nettamente normativi (per es., nella stessa epistola di Orazio nota come Ars poëtica). Si perde così in gran parte norma sui generis, dunque, che riflette l’idea che l’opera d’arte sia esclusivamente «misura di sé stessa» (Croce). Con ciò ...
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Identità fonetica nella terminazione di due o più parole, a partire dalla vocale tonica, particolarmente percepibile qualora tali parole si trovino a breve distanza in un testo in prosa o in fine di verso [...] . (➔ metrica).
Nella poesia latina, in Ennio, Varrone, e poi in Lucrezio, Virgilio, Orazio, Seneca si trovano sporadicamente r., ma dettate da ragioni particolari di stile o d’espressione e in alcuni casi come mero gioco di parole. Alla poesia latina ...
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satira Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone [...] fu Lucilio; lo seguirono, ciascuno a suo modo, Orazio, Persio, Giovenale, sicché Quintiliano poté a buon diritto C.-L. de Montesquieu, del Candide di Voltaire, del Neveu de Rameau di D. Diderot, spiccano le s. in versi e gli epigrammi di N.-J. ...
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oblio oncologico loc. s.le m. Forma di tutela, a favore di chi è stato malato di cancro, che abolisce l'obbligo di dichiarare di essere stati pazienti oncologici dopo un periodo di tempo indicato dalla legge, al fine di impedire forme di discriminazione...
epistola
epìstola s. f. [dal lat. epistŭla o epistŏla, gr. ἐπιστολή, der. di ἐπιστέλλω «inviare»]. – 1. a. Comunicazione scritta, missiva; è in genere sinon. dotto di lettera, con cui si alterna per indicare la corrispondenza privata o ufficiale...