Bianco e nero
Vieri Razzini
Percezione e convenzione
Il b. e n., che è stato per circa quattro decenni una semplice mancanza dovuta a una tecnologia imperfetta, rientra in quella "deviazione dalla concezione [...] 1925; La corazzata Potëmkin) e di Oktjabr′ (1927; Ottobre); come l'uomo della Kinopravda, o cine-verità, DzigaVertov, primo grande operatore-regista. In questa prospettiva vanno ricordati anche i grandi fotografi italiani, come Aldo Tonti, che aveva ...
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Cinema nel cinema
Pietro Piemontese
Il metacinema
Al cinema, gli avvenimenti sembrano raccontarsi autonomamente tanto assomigliano al modo in cui si vedono nella quotidianità. Il cinema intrattiene [...] artisti o sul cinema riflessivo. Pressoché coevo fu Čelovek s kinoapparatom (1929, L'uomo con la macchina da presa) di DzigaVertov, che racconta una giornata a Mosca, con tutto il carico possibile di emozioni e banalità. In conclusione, questo tipo ...
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Regista
Lucilla Albano
La nascita della regia, agli inizi del 20° secolo, vide l'affermazione di una nuova figura e di un nuovo ruolo di artista e di creatore, in ambito sia teatrale sia cinematografico. [...] Gance a Marcel L'Herbier, Jean Epstein e Luis Buñuel, da Lev V. Kulešov a Vsevolod I. Pudovkin, Sergej M. Ejzenštejn e DzigaVertov, da Griffith a Chaplin e a King Vidor, da Eric von Stroheim a Josef von Sternberg ‒ che si può collocare tra l'inizio ...
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Linguaggio del cinema
Francesco Casetti ¿ Luca Malavasi
L'immediato e largo successo popolare del cinema, accompagnato dal bisogno da parte di alcune élites intellettuali di legittimarne la presenza [...] , che ebbe i suoi picchi durante gli anni Venti e Trenta in Unione Sovietica, per opera di registi-teorici come DzigaVertov, Vsevolod I. Pudovkin e soprattutto Sergej M. Ejzenštejn. Ciò che venne messo in luce fu la diversità dei possibili metodi ...
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Sguardo
Sandro Bernardi
Lo sguardo e il punto di vista nel cinema
Nel cinema, fin dalle origini, la nozione di s. appare essenziale e strettamente connessa con quella di punto di vista. Se il teatro [...] a un lavoro "intellettuale", non a un godimento visivo, di suscitare dubbi, problemi, domande. Nel cinema sperimentale di DzigaVertov (Čelovek s kinoapparatom, 1929, L'uomo con la macchina da presa), è la distanza o "intervallo" fra le inquadrature ...
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Film
Giorgio Tinazzi
Una fotografia degli anni Venti ritrae il regista Sergej M. Ejzenštejn mentre guarda controluce ‒ presumibilmente davanti a una moviola ‒ una pellicola, con delle forbici in mano. [...] porsi come somma di codici, cioè come un'improduttiva presa a prestito; un regista sensibile a questi problemi come DzigaVertov scriveva: "noi protestiamo contro l'aggregato di arti che tanti vogliono far passare per sintesi. Un miscuglio di cattivi ...
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Film sull'arte
Paola Scremin
Cade sotto la definizione di f. sull'a. una varietà eterogenea di filmati dedicati alla cultura storico-figurativa: dal profilo biografico di un creatore di varia natura [...] d'arte' dedicato al ritmo delle grandi metropoli, tra le quali si possono ricordare le prime 'sinfonie cittadine' di DzigaVertov su Mosca (Kinoglaz, 1924, Cineocchio), quelle di Alberto Cavalcanti su Parigi (Rien que les heures, 1926) e di Walter ...
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Sperimentale, cinema
Bruno Di Marino
L'espressione cinema sperimentale, inadeguata e ambigua, si riferisce a una vasta area di film, caratterizzati quasi sempre da: a) assenza di sceneggiatura, dialoghi [...] a un gioco di forme dinamiche ‒ e Čelovek s kinopparatom (1929, L'uomo con la macchina da presa) di DzigaVertov, girato a Mosca, perfezionamento in direzione formale delle teorie del kinoglaz (cineocchio), nonché traduzione di alcuni assunti dell ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Sono molte le storie, i luoghi e le figure che hanno concorso alla nascita del cinema. [...] chiave di forte investimento politico, ma nella stessa direzione, lavora anche, nell’URSS degli anni Venti, un autore come DzigaVertov, convinto che una pratica del cinema diffusa e dal basso, affidata all’anonimato dei kinoki (cine-occhi), avrebbe ...
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Cinegiornale
Serafino Murri
Forma di cinema documentario dal taglio giornalistico, organizzata in rassegne di notizie dalla cadenza periodica, in genere settimanale, con intenti d'informazione e di [...] , e un poeta d'avanguardia ventenne, che vi lavorava come montatore: Denis A. Kaufman, in arte DzigaVertov. Quest'ultimo divenne uno dei maggiori promotori della Kinonedelja (1918-19, Settimana cinematografica), diffusa soprattutto attraverso treni ...
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