Realismo
Carlo D'Amicis
In un saggio apparso nel luglio del 2000 sul The New Republic, recensendo il romanzo di Z. Smith (n. 1975) White teeth (2000; trad. it. 2000), il critico letterario inglese J. [...] a Internet, la postmodernità impone e consegna infatti allo scrittore una realtà già satura di significati, di relazioni, di déjà-vu: una realtà, si potrebbe dire, di secondo grado. Avvicinarsi a essa rimanendo nel solco della tradizione naturalista ...
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Campanile, Achille
Arnaldo Colasanti
Scrittore, giornalista, commediografo, soggettista e sceneggiatore, nato a Roma il 28 settembre 1899 e morto a Lariano (Roma) il 4 gennaio 1977. Le sue opere sono [...] far godere capziosamente della possibile assurdità alla base di qualsiasi rapporto umano. Le strutture potevano apparire persino forme di déjàvu: commedie degli equivoci (con annessi doppi sensi e travestimenti, come in La zia di Carlo); scenette da ...
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Giovanni Pascoli: Opere, Tomo I
Maurizio Perugi
Scopo primario di questa antologia non è introdurre all'apprezzamento della 'poesia' del Pascoli o, peggio ancora, analizzare il suo sistema simbolico [...] di volta in volta gli pareva più opportuna (non forse l'intera sua vicenda poetica è un continuo ritorno sul déjàvu, nell'intento di elevarne progressivamente il grado di formalizzazione?). E il diagramma, a grandissime linee, è questo. La myrica ...
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Balázs, Béla
Marco Vallora
Pseudonimo di Hermann Bauer, scrittore, teorico del cinema e sceneggiatore ungherese, nato a Szeged il 4 agosto 1884 e morto a Budapest il 17 maggio 1949. Con capillare completezza [...] una sequenza che ripropone una situazione del passato e che viene percepita anche dal pubblico come un effetto realizzato di déjàvu. A differenza del teatro la vera sostanza poetica, 'la materia primigenia' del film, è il 'gesto visibile', che si ...
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CHIARINI, Luigi
Fausto Parente
Nacque "nel piccolo castello di Valiano" (Notizia biogr., p. 7; ad Acquaviva, secondo il Capei, p. 134) in Val di Chiana da Antonio e da Stella Casagli il 26 apr. 1789. [...] Théorie, I, p. 12 n. 1: "dont le public connaît déjà l'objet et le plan" v. infra]; e sto attualmente ultimando n. 2, 356); ed aggiunge che "cette même année 1827, on a vu à Varsovie les Juifs s'amuser à renfermer dans un coffre un enfant chrétien. ...
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deja-vu
déjà-vu ‹deˇ∫à vü› locuz. fr. (propr. «già visto»), usata in ital. come s. m. e agg. – 1. s. m. In psicologia, tipo di paramnesia (detta anche falso riconoscimento) consistente nella sensazione illusoria di aver già visto una certa...
visto
agg. e s. m. – È il part. pass. di vedere, più com. e più pop. della forma veduto (v.). 1. Con valore di participio: Quasi in un tratto vista, amata e tolta Dal fero Pluto, Proserpina pare (Poliziano); vista e gradita, clausola con cui,...