Federica Resta
Abstract
La voce analizza la disciplina del peculato (art. 314 c.p.), come novellata dalla legge 26.4.1990, n. 86, che, in particolare, ha eliminato la modalità distrattiva di realizzazione [...] , e su quello soggettivo, in termini di oggetto del dolo) mutano infatti l’essenza della figura rispetto alla ipotesi comune di cu all’art. 314, co. 1, determinando quindi una fattispecie dalla prima autonoma e affine in più punti al furto d’uso ...
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disunione
Denis Fachard
L’analisi del fallimento dell’esperienza repubblicana fiorentina, congiunta a quella delle ragioni della tragica sorte di una nazione «più stiava che li ebrei, più serva che’ [...] Girolamo Savonarola. Sul piano istituzionale: «Ma quel ch’a molti molto più non piacque / e vi fe’ disunir, fu quella scola / sott’el cu’ segno vostra città giacque» (Decennale I, vv. 154-56, in Scritti in poesia e in prosa, a cura di A. Corsaro, P ...
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dire (Dicere)
Riccardo Ambrosini
1. Il verbo - a prescindere da ‛ essere ', di cui il solo è ne supera tutte le attestazioni - è, insieme con ‛ vedere ', il più frequente della Commedia: vi appare circa [...] ch'e' dimanda con cotanta cura "). Tra le frasi più ricche di d. nelle condizioni suddette, cfr. Vn XIX 16 ne la prima dico a cu'io dicer voglio de la mia donna, e perché io voglio dire; ne la seconda dico quale me pare avere a me stesso quand'io ...
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o
Riccardo Ambrosini
1. Della particella che pone due e, in qualche caso, tre termini in rapporto di reciproca esclusione concettuale o di gradualità selettiva, in quanto o collocati polarmente dal [...] amor son contento. Non mancano i consueti allineamenti di opposti ai vv. 259 s'i' dormo o veglio, 353 ben può dicer " mal ho " / cu' ella spoglia o scalza, 362 Amor m'aggia matto, / o che mi tenga a matto / Ragion, e nel nesso, non inconsueto, del v ...
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scienza (scienzia; iscienzia)
Il termine, in D., designa in primo luogo il " possesso di conoscenza certa ", ma indica anche la quantità acquisita di tali conoscenze, nel significato più generico di " [...] da Dio agli uomini attraverso la rivelazione (Dio infatti lasciò ai discepoli la sua dottrina, che è questa scienza [la Teologia] di cu' io parlo, Cv II XIV 19), e testimoniate da Cristo come dottrina veracissima (VIII 14).
La Divina Scienza (XIV 19 ...
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Le lettere doppie (dette anche geminate, dal lat. gemino «raddoppio») sono la rappresentazione grafica delle consonanti che, in posizione intervocalica, vengono pronunciate al grado intenso, cioè con energia articolatoria superiore rispetto al grado tenue delle consonanti semplici. In lingua italiana quindici consonanti possono essere pronunciate sia tenui sia intense: otto occlusive (/p/, /b/, /m/, ...
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vedere
Domenico Consoli
Verbo ad altissima frequenza, presente in tutte le opere dantesche, con funzioni espressive di particolare rilievo.
Quanto alle forme, notiamo: vedestù per " vedesti tu " (Vn [...] ch'io vedeva mi sembiava un riso / de l'universo (Pd XXVII 4); vidi lume in forma di rivera (XXX 61); O isplendor di Dio, per cu' io vidi / l'alto trïunfo del regno verace, / dammi virtù a dir com'ïo il vidi (vv. 97 e 99); Da quinci innanzi il mio ...
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universo (sost.)
Barbara Faes De Mottoni
L'u. dantesco si configura, nelle sue linee generali, secondo uno schema che assimila originalmente le dottrine aristoteliche e neoplatoniche, in particolare [...] in If V 91, VII 18, XXXII 8 e in Pd XXVII 5. Per quanto riguarda Cv II XV 12 dico e affermo che la donna di cu' io innamorai appresso lo primo amore fu la bellissima e onestissima figlia de lo Imperadore de lo universo, a la quale Pittagora pose nome ...
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FUSIONE (dal lat. fundo "verso"; fr. fusion; sp. fundición; ted. giessen; ingl. founding)
Carlo REPETTI
Lorenzo DAINELLI
Antonio MARAINI
Nella tecnica metallurgica è l'operazione per cui alcuni metalli [...] 270 kWh per tonn. di metallo fuso.
Procedimento di fusione del bronzo. - Per la preparazione del bronzo meccanico tipico (90% Cu, 10% Sn) si fonde dapprima il rame, proteggendolo da un'ossidazione eccessiva con uno spesso strato di carbone di legna ...
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REATO (fr. crime; sp. crimen; ted. Reat; ingl. crime)
Edoardo VOLTERRA
Ottorino VANNINI
Cenni storici. - Non è facile cogliere il concetto giuridico del reato presso i popoli dell'antichità: spesso [...] art. 43). Il delitto è doloso, quando l'evento dannoso o pericoloso che è il risultato dell'azione o omissione e da cu̇i la legge fa dipendere l'esistenza del delitto, è dall'agente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione o omissione ...
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q, Q
(cu o qu) s. f. o m. – Sedicesima lettera dell’alfabeto latino. Nell’alfabeto fenicio e poi in quelli semitici indicava la consonante enfatica traslitterata nel presente Vocabolario come q (da altri come ḳ), e resa come Ḳ nelle trascrizioni...