Recipiente che Cratete (Athen., XI, p. 473) originariamente rassomigliava all'anfora panatenaica, e che era chiamato pelike, ma che più tardi assunse la forma dell'oinochoe, cioè della brocca. Esso era [...] usato specialmente nelle feste Antesterie (v.). In sostanza il vaso non differisce dalle brocche comuni; soltanto il corpo è più panciuto.
Con lo stesso nome era indicata una misura di capacità per i liquidi. ...
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Donna greca (sec. 5º-4º a. C.), nata a Maronea (Tracia); presa da entusiasmo per le dottrine ciniche, sposò Cratete di Tebe, del quale divenne discepolo Metrocle, suo fratello. ...
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Filosofo greco (sec. 4º-3º a. C.), scolarca dell'Accademia Platonica tra Senocrate e Cratete di Atene (dal 315-314 al 270-69). Fu uno dei più notevoli rappresentanti della fase più antica del platonismo. [...] Si occupò principalmente di questioni di etica, accogliendo per lo più le soluzioni di Senocrate ma accentuando la sua tendenza alla conciliazione dell'etica platonica con le esigenze della tradizione ...
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PANEZIO (Παναίτιος, Panaetius)
P. Moreno
Filosofo stoico, nato a Rodi, allievo a Pergamo di Cratete di Mallo, e in Atene di Diogene di Babilonia e di Antipatro di Tarso. A Roma verso il 144 a.C. entrò [...] nella cerchia di Scipione Emiliano, accompagnandolo poi nella missione diplomatica in Oriente. Nel 129 assunse la direzione della Stoà ad Atene, dove morì nel 109.
La notizia che P. tra il 170 e il 150 ...
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Filologo greco (prima metà del 2º sec. a. C.), contemporaneo di Aristarco ma seguace di Cratete e della scuola di Pergamo; autore di una dottissima opera in 30 libri (Τρωικὸς διάκοσμος "Ordinamento troiano") [...] che, prendendo a base il Catalogo delle navi omerico, dava un amplissimo corredo di notizie storiche, geografiche, mitologiche e letterarie sulla Troade. L'opera, molto letta e utilizzata dagli eruditi ...
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Nato a Rodi, fu contemporaneo e amico dei filosofi accademici Crantore, Cratete e Polemone, l'ultimo dei quali diventò capo dell'Accademia nel 314-313 a. C. e morì tra il 276 e il 270. L'amicizia con gli [...] ultimi due è provata da un affettuoso epigramma (Anth. Pal., VII, 103; Diogene Laerzio, IV, 21, che attinge da Antigono Caristio) scritto dopo la loro morte. Fu invece in cattive relazioni con Arcesilao, ...
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Filologo greco di Adramittio in Misia (2º sec. a. C.), scolaro di Aristarco ad Alessandria, poi a Pergamo di Cratete, i cui metodi di esegesi omerica egli seguì nell'opera Sulle esegesi di Aristarco. Si [...] occupò di Esiodo e di Aristofane e scrisse di grammatica (sul verbo) e di lessicografia ...
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Retore, vissuto a Roma al principio del 1º sec. d. C.; si occupò di metrica e di lingua, scrisse sul metodo di Cratete di Mallo, fu insegnante di grammatica. ...
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Monimo
Filosofo (sec. 4° a.C.). Secondo Diogene Laerzio fu uno dei più antichi cinici, discepolo di Diogene di Sinope e di Cratete, che imitò nel disprezzo della gloria e nella ricerca della verità. [...] Le sue opere sono andate perdute, ma ebbe una certa reputazione tra i contemporanei; Menandro, nel Palafreniere, gli attribuisce la sentenza per cui sarebbe vano ogni sapere umano ...
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Grammatico alessandrino (sec. 2º a. C.), scolaro di Aristarco; continuò la controversia del maestro contro la scuola di Pergamo col suo scritto Contro Cratete. Ma scrisse anche di astronomia e di mitologia. [...] Si ricordano di lui un De analogia e studî su Omero ed Euripide ...
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-crate
[dal gr. -κράτης, tratto da -κρατία «-crazìa»]. – Secondo elemento (atono) di sostantivi composti formati modernamente, in correlazione con gli astratti e collettivi in -crazìa (come burocrate, plutocrate, ecc.), che significa in genere...
cratere
cratère s. m. (ant. cratèra f., nei sign. 1 e 2) [dal lat. crater -eris (o cratera -ae), gr. κρατήρ -ῆρος, affine a κεράω, κεράννυμι «mescolare»]. – 1. Grande vaso a larga imboccatura, di terracotta decorata, argento, bronzo e anche...