Filosofo e poeta ucraino (Černuchi, Poltava, 1722 - Ivanovka, od. Skovorodinovka, Char´kov, 1794). Insegnante e istitutore, viaggiò in diversi paesi europei; dal 1769 condusse una vita errabonda attraverso [...] in prosa Basny Char´kovskija ("Favole di Char´kov"). Pensatore profondamente originale, ma anche tortuoso e non privo di contraddizioni, affrontò nei suoi scritti il tema della conoscenza di sé l'affermazione della presenza di Dio in tutte le cose. ...
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I pensatori del primo periodo della filosofia greca, antecedente all’età socratico-platonica. Il termine si è imposto nell’uso soprattutto per effetto dell’opera di H. Diels, che intitolò la silloge delle [...] quelli dei pluralisti, e infine, in appendice, quelli dei sofisti. Il dunque, in questo senso, quella fase della riflessione antica, che pone in primo l’essenza delle cose, mentre nella fase socratica è il problema dell’uomo che viene in primo piano ( ...
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diritto Nel diritto romano, «una parte limitata del mondo esterno... concepita come una entità economica a sé stante» (P. Bonfante); ed è uno degli oggetti fondamentali della triplice partizione (persone, [...] romano varie classificazioni delle cose si sono trasfuse nel in re, post rem) che esprimono le varie soluzioni date al problema degli universali (➔ universale). Nella filosofia di Cartesio, res cogitans («realtà pensante») è l’ente consapevole di sé ...
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epochè In filosofia, l’atto di ‘sospensione dell’assenso’, considerato dagli antichi scettici come necessario data l’assoluta incertezza di ogni conoscenza concernente la realtà esterna.
Nel pensiero di [...] , è l’atto con cui ‘si pone tra parentesi’ il mondo, si sospende cioè il giudizio d’esistenza delle cose, il quale obbedisce alla preoccupazione di servirsi di esse. Liberandosi da questa preoccupazione, l’io diventa spettatore disinteressato di ...
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Modernità
David Frisby
Sebbene il concetto di m. abbia fatto la sua prima comparsa nel discorso sociologico solo alla fine del 19° sec., lo studio delle caratteristiche della struttura e dei processi [...] Vico e per la sociologia di fine Ottocento. In particolare, gli sforzi della sociologia per imporsi più generale di rilevanza sociologica. Se la m. viene concepita come definisce "il mondo estinto delle cose". L'esistenza fenomenica della merce come ...
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Responsabilità
Rossella Bonito Oliva
Nell'accezione giuridica il termine responsabilità viene utilizzato per la prima volta nel 1787 nel The federalist da A. Hamilton (folio 64) e poi nel Codice napoleonico [...] la r. è ineludibile, non derivando da altro se non dall'interrelazione asimmetrica in cui sempre siamo con gli altri.
Su questo di K.O. Apel. In continuità con l'istanza pragmatica del discorso, del 'fare cose parlando', Apel propone un''etica ...
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LOGICA DEONTICA
Claudio Pizzi
La nascita della l. d. nella sua forma attuale si fa risalire a un articolo di G.H. von Wright del 1951, in cui per la prima volta si analizzava l'affinità strutturale [...] . von Wright).
Nuovi paradossi nascono se s'introducono per definizione gli operatori deontici in un linguaggio contenente una costante Q forma pTq a indicare la trasformazione dello stato di cose p nello stato di cose q, e gli operatori d ed f per ...
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SARTRE, Jean-Paul
Vittorio STELLA
Filosofo, narratore, drammaturgo, nato a Parigi il 20 giugno 1905. Laureato in filosofia, fu professore di storia e filosofia al liceo di Le Havre, dal 1931 insegnò [...] 1946, conferenza a difesa di sé contro le stroncature cattoliche e marxiste 'età della ragione, Milano 1946) e Le Sursis. In queste due prime parti l'autore riafferma una volta di la sua concezione delle cose assolutamente pessimistica.
Uno spiraglio ...
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VAIHINGER, Hans
Heinrich Levy
Filosofo, nato il 25 settembre 1852 a Nehren (Württemberg), morto il 12 dicembre 1933 a Halle. Insegnò filosofia dal 1877 all'università di Strasburgo, dal 1884 a quella [...] considerare le cose, contraddittorî teoreticamente, ma praticamente utili; con i quali calcoliamo come se fossero delle Per lo studio della filosofia di Kant e della filosofia in generale, come per l'unione internazionale degli studiosi di filosofia ...
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WEIL, Eric
Livio Sichirollo
Filosofo, nato a Parchim (Germania) l'8 giugno 1904, morto a Nizza il 2 febbraio 1977. Studiò con E. Cassirer ad Amburgo. In Francia dal 1933, fu professore ordinario di [...] Pensée dialectique et politique) e a un tempo sistematica se il discorso filosofico dev'essere uno e coerente, cioè aver violenza (dell'uomo e delle cose). Altre opere: Hegel et l'Etat, 19703 (con altri saggi in Filosofia e politica, Firenze 1965); ...
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se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...
in1
in1 prep. [lat. ĭn, affine al gr. ἐν]. – Si fonde con l’articolo, o più propr. con le forme ant. dell’articolo ello, ella, ecc., dando luogo alle preposizioni articolate nel, nello, nella, nei, negli, nelle; anticamente si avevano anche...