COLORNI, Eugenio
Eugenio Garin
Nacque a Milano il 22 apr. 1909, secondogenito di Alberto, industriale, di famiglia ebraica mantovana, e di Clara Pontecorvo di origine pisana. Per indole incline all'introspezione, [...] ancora "molto legato al cosiddetto idealismo attuale e ai suoi rappresentanti", cosa che, a dir vero, non appare da quanto si legge in il più grande maestro di questi miei anni, e della nostra generazione" (Quaderni della Critica, VII [1951], p. 186 ...
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ANGIULLI, Andrea
Eugenio Garin
Nacque a Castellana, in provincia di Bari, il 12 febbr. 1837, di famiglia agiata. Studiò a Molfetta e a Bari; intorno al 1857, e forse prima, andò a Napoli, ove seguì [...] un trasferimento che era una punizione, si sarebbe dimesso. La cosa ebbe un'eco al Parlamento, dove l'on. G. Toscanelli collettivo e individuale noi continueremo a portare scritto nella nostra bandiera: meglio sapere per meglio volere e meglio potere ...
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ALIOTTA, Antonio
Sergio Belardinelli
Nacque a Palermo il 18 genn. 1881 da Gaetano e da Antonina Latona. Nella città natale seguì gli studi classici e si iscrisse al primo anno di filosofia, fondando [...] di soggetto ed oggetto, l'idea di una "cosa in sé", assolutamente indipendente dal pensiero, gli in Historica, I (1948), n. 2, pp. 27-30; Id., Moralisti italiani del nostro tempo, Reggio Calabria 1950, pp. 40-53; AA. VV., Lo sperimentalismo di A. A ...
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fenomeno
Paolo Casini
Ciò che appare e che deve essere spiegato
Una cosa che appare o si manifesta è detta fenomeno, dal greco phainòmenon, "ciò che appare", ma nel linguaggio corrente la parola ha [...] relativistici, che si verificano nello spazio cosmico come tra le particelle elementari, non sono visibili né percepibili per i nostri sensi, ma si possono simulare in macchine ad altissima energia, indagare con i mezzi della radioastronomia, e se ne ...
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Empatia
Lucio Pinkus
Gianni Carchia
In psicologia per empatia (termine derivato dal greco ἐν, "in", e -πάθεια, dalla radice παθ- del verbo πάσχω, "soffro", sul calco del tedesco Einfühlung), si intende [...] forma come un plesso di attività: ci pare che le nostre forze, tendendo verso l'alto, vincano la pesantezza e lo estraneo all'atto di coscienza che lo costituisce. Il bello non è una cosa, bensì un atto. In base a questa teoria, l'arte dovrà essere ...
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doveri
Anna Lisa Schino
Quello che un'autorità o la nostra coscienza ci obbliga a fare
Ognuno di noi, nel corso della propria vita, si trova di fronte a tutta una serie di doveri: familiari, scolastici, [...] che ci sentiamo obbligati a rispettare. Dei nostri doveri rispondiamo o alla nostra coscienza, ed è il caso dei doveri morali rispetto che portiamo per la legge morale (devo fare una cosa, perché è giusta). I bisogni e la soddisfazione dei bisogni ...
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Hume, David
Stefano De Luca
Antimetafisico e scettico
David Hume è una delle figure più affascinanti e complesse della filosofia moderna. Ragionatore di straordinaria acutezza ‒ al punto che un grande [...] indagini sui limiti dell'intelletto e sulla natura delle nostre operazioni mentali. In tal modo sarebbe stato possibile, anche domani.
Il principio di causa è basato sull'abitudine
Su cosa si basa, allora, il principio di causa? Sull'abitudine a ...
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Filosofo (Amsterdam 1632 - L'Aia 1677), di famiglia ebraica emigrata dal Portogallo. Per le sue opinioni apertamente professate e sostenute, contrarie all'ortodossia religiosa, fu scomunicato dalla comunità [...] , ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un'altra cosa; tale sostanza è causa sui: la sua essenza implica l'esistenza. intuitiva, che è il coincidere della mente con l'idea della nostra mente in Dio, è l'amor Dei intellectualis che è l' ...
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Ogni concezione che consideri l’accadere, tanto fisico quanto spirituale, come il prodotto di una pura causalità meccanica e non preordinato a una superiore finalità.
Filosofia
Nel senso più generale, [...] (colori, sapori, odori, suoni), che dipendono dalla nostra sensibilità e sono soggettive, e qualità primarie od oggettive biologica’ o ‘totalità’ (ted. Ganzheitsbegriff), come qualche cosa di essenziale, primo e capitale attributo degli organismi, cui ...
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Filosofo (Parigi 1638 - ivi 1715). Seguace di R. Descartes, se ne discostò poi per alcuni aspetti. La sua tesi principale è che la mente umana, attraverso l'illuminazione, vede le idee (cioè le cose e [...] elaborò una teoria gnoseologica di ascendenza agostiniana; la nostra conoscenza sarebbe in effetti non una replica della 'oggetti particolari e sulle idee generali, come quelle di cosa estesa in generale). Coerentemente alla sua teoria delle idee ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
nostro
nòstro agg. poss. [lat. nŏster -stra -strum, der. di nos «noi»]. – È il possessivo che si riferisce al soggetto di 1a pers. plur. noi, così come vostro si riferisce al soggetto voi. Le relazioni e i sign. espressi da nostro e i suoi...