Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] la distinzione cioè tra ciò che è oggetto della nostra esperienza (fenomeno) e ciò che è per sé, indipendentemente da essa (cosainsé), distinzione che giocherà un ruolo determinante nel sistema di K. e che può essere considerata una caratteristica ...
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Filosofo e pedagogista (Düsseldorf 1854 - Marburgo 1924). Tra gli esponenti principali della scuola neokantiana di Marburgo, N. riprese da I. Kant soprattutto il metodo trascendentale, applicandolo dapprima [...] 1922 nell'univ. di Marburgo. Fu uno degli esponenti principali, in seno alla scuola di Marburgo, della reviviscenza kantiana della seconda l'opposizione intuizione e intelletto, concependo la cosainsé come «concetto-limite», a indicare cioè una ...
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Filosofo tedesco (Coswig 1842 - Berlino 1918); successore di F. A. Lange all'univ. di Marburgo, il C. è uno dei principali esponenti, insieme a P. Natorp e a E. Cassirer, della scuola che da questa università [...] le leggi a priori che condizionano l'oggettività pensabile. Nell'interpretazione fornita del kantismo C. rifiuta sia la cosainsé, sia la netta distinzione tra intuizione e categorie, risolvendo anche l'intuizione nel pensiero, di cui si sottolinea ...
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Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose insé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni [...] residuo (f. ontologico). I. Kant fu invece un fenomenista gnoseologico, in quanto affermò che possiamo conoscere soltanto i fenomeni, ma ammise l'esistenza della 'cosainsé' (cioè di qualcosa che esiste indipendentemente dal soggetto che la conosce ...
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Matematico, psicologo e filosofo inglese (Exeter 1845- Madera 1879). Dal 1871 prof. all'University College di Londra. Divulgò e sviluppò le ricerche matematiche più notevoli della sua epoca: da quelle [...] dello spazio (1870), che, sulla strada aperta dal Riemann, precorre le teorie di A. Einstein. Come filosofo, il C., positivista, cercò di dare un'interpretazione della cosainsé dal punto di vista dell'evoluzionismo (Lectures and essays, 1879). ...
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Potere insito nell’uomo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati.
La v. costituisce già nell’antichità uno dei principali problemi filosofici, soprattutto [...] B. Spinoza chiama v. quel principio intrinseco all’essenza di ogni cosa (sforzo o conatus) che si riferisce alla sola mente, e agli stimoli della sensibilità che tendono a condizionarla; se, in ultima analisi, tale facoltà possegga l’attributo della ...
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CROCE, Benedetto
Piero Craveri
Karl Egon Lönne
Giorgio Patrizi
Nacque a Pescasseroli (L'Aquila) il 25 febbr. 1866 da Pasquale e Luisa Sipari, di famiglia abruzzese i cui titoli di proprietà risalivano [...] ha quindi un carattere pratico e politico e si rifà in questo ad una determinata situazione storica. Se deve di nuovo influire sull'agire, esso deve essere ripreso con fede e convinzione intima, cosa alla quale il C. stesso fu disposto solo per ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Vincenzo Gioberti
Paolo Marangon
Nessun pensatore probabilmente esercitò in Italia, alla metà dell’Ottocento, un’influenza politico-culturale più vasta di Vincenzo Gioberti. Ciò fu determinato non solo [...] e di agire liberamente. Ma poiché l’uomo è nato in società e fuori di essa non può né perfezionare il proprio «le idee governino i fatti, e non i fatti le idee»: «se la cosa cammina a rovescio – ammonisce – la civiltà diventa regressiva, e inclina ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Carlo Michelstaedter
Fabrizio Meroi
Il pensiero di Carlo Michelstaedter, figura di primo piano nel panorama filosofico europeo dell’inizio del Novecento, è stato spesso interpretato – sulla scorta, [...] e alle proprie esigenze, ma che sia il prodotto di un supremo esercizio di presa di possesso di se stesso, così come di ogni cosainse stesso, e di concentrazione nel presente. Questo percorso è accennato già nel primo capitolo della prima parte ...
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Spazio
Paolo Casini
Spazio è un sostantivo polisenso che designa in generale un'estensione compresa tra due o più punti di riferimento. Può essere variamente interpretato a seconda che lo si consideri [...] di Newton. Tuttavia, nella Dissertazione, 'deontologizzò' lo spazio, negando che fosse un ente teologico-metafisico oppure una cosainsé, ma affermando che si tratta della forma a priori del senso esterno : "lo spazio è qualcosa di soggettivo e ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...