VOLTAIRE, François-Marie-Arouet, de
Lorenzo GIUSSO
Nacque a Parigi il 20 febbraio 1694. Egli ebbe in un collegio di gesuiti un'eccellente educazione umanistica, e a dodici anni già componeva versi che [...] qualche cosa di dimostrato al di fuori delle matematiche, è che non si dànno nell'uomo idee innate; sese ne dessero, tutti gli uomini nascendo avrebbero l'idea di Dio, e ne avrebbero tutti la stessa idea... Aggiungasi a ciò l'incredibile assurdo in ...
Leggi Tutto
Fino alla metà del Novecento il concetto di B. applicato al campo letterario appariva in modo saltuario e sporadico, poiché era un termine usato per indicare più genericamente l'intero periodo storico [...] assegnato ai procedimenti allegorici, con cui una cosa può significarne una diversa, secondo la tecnica, molto frequentata nel Seicento, dell'anamorfosi.
Se c'è un periodo impossibile da compendiare in una formula univoca, questo è il B., ribelle ...
Leggi Tutto
VARRONE, Marco Terenzio (M. Terentius Varro)
Plinio Fraccaro
Principe degli eruditi romani e uno dei più fecondi poligrafi dell'antichità. Nacque a Rieti nel 116 a. C. (perciò detto anche Reatinus) e [...] poesie, e 4 libri Saturarum, del genere luciliano, se erano distinte dalle menippee. Alcune fonti paiono poi alludere actis scaenicis, due opere delle quali è difficile dire in che cosa differissero, ma che certo trattavano le didascalie, documenti ...
Leggi Tutto
WIELAND, Christoph Martin
Vittorio Santoli
Letterato, nato ad Oberholzheim nei dintorni di Biberach (Svevia) il 5 settembre 1733, morto a Weimar il 20 gennaio 1813. Natura sensibile, trascorse la sua [...] Goethe. "Non ho mai poetato cosa alcuna la cui materia non avessi trovato già pronta in qualche vecchio romanzo, leggenda o favolello più vicine a sé sentì, in armonia col suo secolo, opere di autori antichi che anche, in tutto o in parte, tradusse: ...
Leggi Tutto
. Stile o maniera artificiale, dotta, raffinata, simile a quella considerata caratteristica della letteratura, specialmente della poesia, greca, che fiorì ad Alessandria sotto i Tolomei.
La poesia classica [...] fomiula ut pictura poësis, la predilezione per rappresentare ogni cosa agli occhi, che si riscontra anche nei romanzieri d' s'era venuto configurando già fin dal Seicento in schemi antitetici. E sein letteratura era d'origine alessandrina tutta la ...
Leggi Tutto
Scrittore irlandese, nato a Foxrock, sobborgo di Dublino, il 13 aprile 1906, da un'agiata famiglia borghese che nell'Irlanda cattolica era di tradizione protestante e perciò rigorosamente puritana. Nel [...] determinanti su di lui è da vedere in Proust, ma è più ancora da Joyce plasmato anche i personaggi, se tali si vogliano considerare, R. N. Coe, Beckett, Edimburgo 1964 (trad. it.: Che cosa ha veramente detto Beckett, Roma 1970); R. Cohn, S. Beckett ...
Leggi Tutto
MALERBA, Luigi
Giuseppe Leonelli
Scrittore e critico letterario, nato a Berceto (Parma) l'11 novembre 1927. Compiuti gli studi al liceo Romagnosi di Parma e laureatosi in legge, nel 1950 si trasferì [...] ; M. si muove, in questa fase, sempre ai limiti dell'intellettualismo, anche se nei momenti migliori, soprattutto rapporto fra parola e parola e fra parola e cosa.
Bibl.: W. Pedullà, L. Malerba, in AA.VV., Letteratura italiana. I contemporanei, vi, ...
Leggi Tutto
QUASIMODO, Salvatore
Arnaldo Bocelli
Poeta, nato a Modica il 20 agosto 1901. Avviato agli studî tecnici, apprese poi da sé le lingue classiche. Insegna letteratura italiana nel Conservatorio "Giuseppe [...] rispondendo a quell'ansia o nostalgia di classiche armonie, hanno dato a cotesto linguaggio una leggerezza preziosa, come di cosa nuova in cui traluce l'antico: e però hanno spesso valore di poesia originale, della sua più felice.
Bibl.: E. Montale ...
Leggi Tutto
Musicista e scrittore nordamericano, nato a New York il 30 dicembre 1910. Nel 1929 si trasferì a Parigi e ha fatto lunghi viaggi in Europa, Asia e Africa dove ha anche soggiornato a lungo.
Dopo aver pubblicato [...] Espatriati, come l'autore stesso, i personaggi dei suoi romanzi, ambientati quasi sempre in Africa, fuggono da se stessi, dalla società, da qualche cosa che, in ogni modo, rimane invariabilmente troppo vago, e cercano nell'Africa una specie di anti ...
Leggi Tutto
futurismo
Stella Bottai
La bellezza della velocità e del progresso
Auto da corsa, potenti aerei, città illuminate: sono i simboli della vita moderna esaltati dai futuristi italiani all'inizio del 20° [...] che corre sul balcone). Applica in pittura il principio usato nel cinema, secondo cui se guardiamo a una certa velocità una il cambiamento della città in affollata metropoli. Umberto Boccioni racconta nelle sue opere cosa vede dal balcone della ...
Leggi Tutto
cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...