Conoscenza
Carlo Sini
Il termine indica l'atto del conoscere e, in particolare, il possesso o la presenza nella mente di un sapere già acquisito; è dal latino tardo cognoscentia, derivato di cognoscere, [...] ) del sentire e del pensare che sono proprie del soggetto e la fonte esterna a esse, che Kant chiamò 'cosainsé' e considerò per sé stessa inconoscibile. L'idealismo postkantiano, da J.G. Fichte a G.W.F. Hegel, recuperò al conoscere anche la ...
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ALIOTTA, Antonio
Sergio Belardinelli
Nacque a Palermo il 18 genn. 1881 da Gaetano e da Antonina Latona. Nella città natale seguì gli studi classici e si iscrisse al primo anno di filosofia, fondando [...] scientifici. La realtà veniva concepita come intima connessione di soggetto ed oggetto, l'idea di una "cosainsé", assolutamente indipendente dal pensiero, gli sembrava un'"assurdità", essendo essere e pensiero indissolubilmente connessi. E Dio ...
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CARABELLESE, Pantaleo
Fulvio Papi
Nacque da Salvatore e da Isabella de Vincenzo a Molfetta (Bari) il 6 luglio del 1877, e nel seminario della città natale egli frequentò sia il ginnasio sia il liceo. [...] alla filosofia dogmatica, ovvero alla coscienza volgare, che assolutizza l'oggetto-concetto, mentre disconosce l'oggetto-cosa, la cosainsé, che dichiara di non conoscere; mentre nella concretezza "io ho coscienza chiara, direbbe Cartesio, di questo ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa [...] vista come trascendente, ma come fenomenica. Conseguentemente l’oggetto non è oggetto assoluto, cosainsé, ma fenomeno. Per J.G. Fichte invece, e per l’idealismo tedesco in generale, la c. è vista come processo che pone o produce il proprio oggetto ...
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Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé ed esterna, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato (per lo più contrapposto [...] conoscitivo. Nei postkantiani e nei filosofi idealisti si tende ad accettare la concezione kantiana dell’o., eliminando peraltro il concetto di cosainsé; in J.G. Fichte, per es., l’o. è identificato con il non-Io e concepito come ciò che si oppone ...
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Nel linguaggio scientifico, ogni fatto o evento suscettibile di osservazione diretta o indiretta, provocato o spontaneo.
Teorie fenomenologiche sono quelle che cercano di render conto di un f. quale esso [...] . Nel 20° sec. una formulazione rigorosa si ebbe con l’empiriocriticismo di E. Mach il quale, ripudiata la ‘cosainsé’, ricondusse ogni concetto scientifico alle sensazioni. Sulla stessa linea, nell’opera Der logische Aufbau der Welt (1928), R ...
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Filosofo (Danzica 1788 - Francoforte sul Meno 1860). Studiò nelle univ. di Gottinga, Berlino e Jena; a Berlino ascoltò (1811) le lezioni di Fichte, ma non ne rimase entusiasta. Ripiegò, perciò, sullo studio [...] di rappresentazioni o apparenze. Sotto il "velo" dei fenomeni sta la cosainsé, la "volontà", una forza primigenia e irrazionale da cui dipendono tutte le sue manifestazioni. Se sul piano fenomenico la realtà, nella sua molteplicità, è regolata ...
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Filosofo ebreo (Nieśwież, Polonia, 1754 - Niedersiegersdorf, Slesia, 1800). Gli fu dato, o assunse, il nome di Maimon perchè studioso di questo filosofo medioevale, che influì molto sulla formazione del [...] Opere e pensiero
Il momento più notevole dell'opera filosofica di M. appare la critica rigorosa del concetto kantiano di "cosainsé", considerata contraddittoria e impensabile. Contro l'impostazione di K. L. Reinhold che aveva accentuato, al fine di ...
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verità Conformità o coerenza a principi dati o a una realtà obiettiva.
Filosofia
Definizione e criterio di verità
Nella storia della filosofia il concetto di v. è stato concepito in almeno due diverse [...] questione della v. riguarda specificamente il chiarimento di che cosa significhi essere vero, indipendentemente dai modi (o criteri) soggetto controllato per stabilire se mente oppure no. L’apparecchiatura è stata utilizzata, in alcuni Paesi, da ...
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Pragmatismo
Antonio Santucci
di Antonio Santucci
Pragmatismo
sommario: 1. Introduzione. La problematica ‛peirciana'. 2. Il pragmatismo di James. 3. Dewey e la teoria dell'indagine. 4. La filosofia europea [...] a sentire Dewey. Di fatto i critici l'avrebbero ignorato, Ralph Barton Perry compreso, e la cosa non stupisce se si pensa alla sua riluttanza a esporre in un libro le proprie idee. Con lui l'evoluzione diventava un'idea generale, un'idea guida della ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...