. Si suole intendere per "ermetismo" quella tendenza della letteratura italiana contemporanea, quella poetica e quel gusto che, ricollegandosi alle correnti irrazionali della cultura e dello spirito europei, [...] , anzi del "lettore di poesia" alla cosa letta. Perché se l'idolo di questa poetica è, appunto, , n. speciale di Prospettive, 15 gennaio 1940; inchiesta su L'ermetismo e gli ermetici, in Primato, 1° e 15 giugno, 1° luglio 1940 (scritti di C. Alvaro, E ...
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Storico, medico, cultore di musica, uomo politico, nato a San Giorgio del Canavese il 6 novembre 1766; laureato in medicina a Torino nel 1786; carcerato per ragioni politiche (maggio 1794-1795); medico [...] di poter giudicare d'ogni cosa (anche della strategia napoleonica); preoccupazioni di Monza del Rosini, ov'egli trovava, se non altro, qualcosa di "più generoso". Sua altra"; il secolo decimottavo come quello in cui la bontà delle riforme fu rovinata ...
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BUSONI, Ferruccio Benvenuto.- Pianista, compositore e scrittore di musica, nato a Empoli il 1° aprile 1866, morto a Berlino il 27 luglio 1924. Dal padre, Ferdinando, clarinettista di qualche merito, e [...] a Graz. A quindici anni lo ritroviamo in Italia, acclamato in tutte le città. Nel 1886 è a dell'esecuzione pianistica, apportandovi qualche cosa di sostanzialmente originale. Egli inventò . E naturalmente, anche se ammessa pacificamente per la ...
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Sistema di composizione musicale in cui i rapporti che si determinano fra i suoni sono assolutamente indipendenti dalle relazioni con un suono fondamentale, ma dipendono soltanto dalle reciproche relazioni [...] e della sua fantasia. Se una delle caratteristiche della musica classica è che in essa i motivi ritmici, , non sempre derivata completamente dalla fondamentale.
È noto che cosa abbia significato il cromatismo esasperato di Tristano e Isotta e come ...
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Nato in Mugello, forse nel villaggio La Casa da cui traeva nome la sua nobile famiglia, il 28 giugno 1503, morto a Montepulciano il 14 novembre 1556. Studiò a Bologna, a Firenze e dal 1525 di nuovo a Bologna, [...] senso, il libretto svolge, con bella lingua e in stile elevato, senza ridondanze oratorie, un completo insegnamento che se può parere di semplice etichetta, è in realtà di morale. Il "conciossia cosa che" con cui il Galateo comincia, gli ha creato ...
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È il carattere di ciò che può essere o non essere, o essere diverso da quello che è: l'opposto, quindi, della necessità, nei diversi modi in cui questa si può intendere. Per le dottrine filosofiche che [...] che ogni cosa si realizzi per una necessità logica assoluta, o non ammette che necessariamente Dio abbia creato il mondo. In generale, voluto occuparsi di tali problemi hanno sostenuto che, se pure si ammette che tutti gli avvenimenti singoli siano ...
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NONO, Luigi
Leonardo Pinzauti
(App. III, II, p. 271)
Compositore italiano, morto a Venezia l'8 maggio 1990. È soprattutto a partire dall'opera Intolleranza (Venezia 1961) che il nome di N. assume una [...] ai primi anni Ottanta, un dichiarato impegno politico. E se il gusto della ricerca formale, anche con l'utilizzazione dei : da La fabbrica illuminata (1964), attraverso Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1966), A floresta è jovem e cheja ...
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Per il pensiero greco antichissimo "essere" era la stessa realtà sensibile, il mondo. Ma il cangiamento della realtà sensibile è essenziale all'essere, o questo è sempre identico a sé stesso? Eraclito, [...] natura; Parmenide, che considera l'essere come sempre uguale a sé stesso, dichiara la natura un inganno dei sensi. Così l'" di Protagora. In deliberata contrapposizione al relativismo sofistico, Socrate cercò di fissare quel che ciascuna cosa è per il ...
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Per i pitagorici essenza (ἐστώ) era la parte immutevole e divina dell'universo, onde s'originava la parte mutevole o natura. Con Socrate la ricerca divenne d'indole logica: di ciascuna cosa egli domandò [...] determinazione, e intanto presupposta a ciò che esiste come se questo avesse bisogno d'un simile inerte sostegno (il che essenza è una categoria logica, superiore a quella dell'essere, in quanto nel reale vede già il rapporto da essenza a fenomeno ...
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GRAMSCI, Antonio
Giuseppe Vacca
Nacque ad Ales, allora in provincia di Cagliari, il 22 genn. 1891, quarto di sette figli, da Francesco, impiegato nell'ufficio del Registro, e da Giuseppina Marcias, [...] lottando per modificare le condizioni di questo lavoro, modificano in pari tempo se stessi e creano nuove condizioni per la loro esistenza e 619 s.). I consigli che da esse ebbero vita furono cosa diversa sia dai soviet russi, sia dai Räte tedeschi e ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...
se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...