FRANGIPANE, Cintio
Livio Antonielli
Nacque a Udine il 9 marzo 1765, dal conte Nicolò e da Laura dei conti Maniago. La famiglia paterna, da secoli investita dei feudi di Castel Porpetto e di Tarcento, [...] della Patria), il F. assommò anche l'incarico di giudice della feudalità.
Con la caduta del governo veneziano e la 19 febbr. 1809 giunse la nomina all'appena istituito Senato, cosa che consacrò il suo ingresso definitivo nella sfera più alta del ...
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CASTRIOTA, Costantino
Renato Pastore
Sono ignoti data e luogo della nascita di questo discendente indiretto di Giorgio Castriota Scanderbeg, e quindi risulta incerta anche l'attribuzione della sua paternità [...] nella sua vita di cavaliere e di letterato della relazione col marchese di Vasto, il quale, giudicando essere il C. "atto a ciascuna cosa che comandar si potesse",ne fece il proprio fedele accompagnatore, paggio e famigliare nelle campagne sostenute ...
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GIARRATANO, Cesare
Guido Gregorio Fagioli Vercellone
Nacque a Popoli (Pescara) il 24 luglio 1880 da Salvatore e da Ida Carradori.
La famiglia doveva essere agiata, perché risulta che una certa larghezza [...] G., a parte l'argomento della tesi di laurea discussa nel 1903, "De vita et scriptis Valerii Flacci", giudicata, peraltro, dalla critica "tenue cosa".
Sempre nel 1903, a dimostrazione di una formazione più avanzata e di un ampliamento d'interessi, il ...
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VENERE DI MILO
Red.
Sotto questo nome è universalmente nota la statua di Afrodite scoperta nell'isola di Milo ed esposta al Museo del Louvre a Parigi (n. 399), che nella media cultura moderna ha rappresentato [...] dato altro che un acconto, il Marcellus, avendo aggiunto qualche cosa sul prezzo (che salì in tal modo dai 1200 ai 1500 e con la nuova Gliptoteca di Monaco di Baviera. Fu giudicata (dal Fauvel) "almeno altrettanto perfetta della Venere Capitolina", ...
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LIPPOMANO, Giovanni
Giuseppe Gullino
Primo dei figli maschi del patrizio Alessandro di Giovanni e di una figlia di Pietro Zen dottore, nacque a Venezia nella parrocchia di S. Baseggio, nel 1515.
È probabile [...] , che descrive sommariamente contenuto e valore dell'opera, giudicata "perfettissima". E tuttavia la cronaca appare incompiuta, perché dove ho a stare per otto mesi, ne' quali scriverò ogni cosa con ogni particolarità et verita" (c. 247r).
L'opera è ...
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CASTELLI, Nicolò
Claudio Mutini
Nacque probabilmente a Lucca il 3 febbr. 1661. Scarsissime sono le notizie sulla sua giovinezza: dové dimorare in un primo tempo a Roma, e verso il 1680 si trasferì in [...] lui. Gli accordi sono un poco magri; ma è meglio qualche cosa che nulla”. Con un’altra lettera egli spedisce a una signora mentre la sua attività di lessicografo e di traduttore fu giudicata negativamente, affrettata e caduca, già nel secolo scorso. ...
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CONTESTABILI (Contestabile), Niccolò
Silvia Meloni Trkulja
Figlio di Antonio, paesista e quadraturista, e di Caterina Albarini, fu battezzato a Pontremoli il 20 ag. 1759. Passò a Firenze nel 1778 e [...] celebrata in antico, ma ora troppo in cattivo stato per essere giudicata. Sono paesaggi a fresco che, secondo una moda iniziata a Roma la decorazione di una sala da pranzo in palazzo Pitti: ma la cosa non andò a buon fine. Il C. ebbe però un altro ...
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CORNER, Marco
Giuseppe Gullino
Primogenito di Alvise di Marco, di un ramo a S. Samuele detto "dal zenevre", e di Cassandra Cavalli di Corrado di Nicolò, nacque a Venezia il 26 luglio 1526. Pur non appartenendo [...] egli sapeva in grado di manovrare "molte dependentie". La cosa si ripeteva, qualche mese più tardi, con Tullio bando comminatogli dal patriarca.
Tuttavia, la condotta del C. fu giudicata positivamente dalla Signoria, che anzi, dopo il suo rientro a ...
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CASTELLO (Castelli), Agostino
Giuseppe Monsagrati
Nato a Sestri Ponente (Genova) il 13 ott. 1822 da Pietro e da Alaria Gaggero, primo di otto fratelli, le umili condizioni non consentendogli gli studi, [...] non offrire alcun contributo all’inipresa garibaldina, giudicata troppo vicina agli interessi della monarchia sabauda. mia rovina, come i codardi; in fondo pensano più a sé che alla cosa da compirsi”. Anche in seguito, quando nel giugno 1861 il C. fu ...
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BISSO, Bernardo
Dino Pastine
Nato a Genova verso il 1648, entrò nell'Ordine dei benedettini della congregazione cassinese, nel monastero di S. Caterina in Portoria il 30 nov. 1668. Trascorse l'intera [...] include tuttavia un certo timore circa la verità obiettiva della cosa. È dunque una verità, ma una verità intellettuale che soltanto il foro interno e non è perciò ammissibile che i giudici seguano nelle decisioni l'opinione meno probabile (ibid., pp. ...
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giudicato1
giudicato1 (letter. ant. iudicato) agg. e s. m. [part. pass. di giudicare; come sost., dal lat. iudicatum, part. pass. neutro sostantivato di iudicare «giudicare»]. – 1. agg. a. Di persona, affare, questione su cui è stato pronunciato...
cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione,...