Lettura in pubblico o dizione a memoria di un testo, o interpretazione di un’opera o di parte di un’opera teatrale, cinematografica, radiofonica o televisiva.
La r. teatrale
È l’arte di rendere fisicamente [...] lo spettacolo scenico è cosa che non ha a che fare con l’arte del poeta e ci deve pensare il corego» (Poetica, 14, 1453 b 7-8). Dalle correnti filosofiche che si rifanno alla concezione aristotelica, fondata sulla verosimiglianza e sulla razionalità ...
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Recitazione
Luigi Squarzina
Fin dalle origini del cinema la r. si orientò nelle due direzioni adottate dalla nascente industria, da una parte il trasferimento dell'attore di teatro davanti all'operatore, dall'altra l'adozione di figure e volti non professionali ma con il dono della fotogenia, 'presi ... ...
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Mino Argentieri
(XXVIII, p. 958)
Cinematografia. - Inconfondibilmente diversa da quella teatrale, la r. cinematografica implica l'uso di risorse espressive consone alle potenzialità della macchina da presa e del montaggio. Attivando una dinamica economia del tempo e dello spazio, il linguaggio cinematografico ... ...
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Riccardo Picozzi
. Recitatio significò in origine, presso i Latini, "lettura di documenti nella trattazione di una causa" e recitare "fare l'appello, in giudizio, delle persone già precedentemente citate"; significò poi leggere in pubblico uno scritto o un'opera propria, dire a memoria un brano di ... ...
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La direzione della messinscena di una rappresentazione teatrale, operistica, cinematografica, televisiva.
R. teatrale
Comprende il complesso di attività rivolto all’esecuzione di un testo drammatico sul [...] la Commedia dell’arte appagò: trionfava l’attore e la r. cambiava aspetto; i comici, sotto la direzione di un corego, concertavano i loro spettacoli prima di andare in scena; e una volta accordatisi, imbastivano liberamente le loro azioni. In Italia ...
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Il greco χορός, propriamente designante la danza o l'insieme dei danzanti e poi il canto da cui le danze erano accompagnate, significò in qualche caso anche il luogo dove le danze stesse avvenivano. Parallelamente, [...] dal quale concetto si deducono norme e limitazioni nuove. Nel teatro il coro interviene specialmente - a cura di un corego (v. coregia) e costituito di solito nella tragedia da 12 coreuti, nella commedia da 24, sotto la guida di un corifeo assistito ...
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Teatro e società
Guido Davico Bonino
La socialità del teatro tra protostoria e cultura primitiva
In una sintesi ancor oggi autorevole (v. Dumur, 1965) A. Schaeffner proponeva agli esperti del fatto [...] . Lo Stato, s'è detto, demandava all'arconte il controllo delle grandiose feste annuali. Era lo Stato che sceglieva il corego, un cittadino di classe alta e di ceto particolarmente abbiente, che in forma di liturgia, cioè di una singola prestazione ...
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corego
corègo (o corago) s. m. [dal gr. χορηγός, dorico χοραγός, comp. di χορός «coro» e tema di ἄγω «condurre»; lat. choragus] (pl. -ghi). – 1. Nell’antica Grecia, la persona a cui la polis attribuiva l’onere della coregia. 2. letter. Nel...
coregia
coregìa s. f. [dal gr. χορηγία; v. corego]. – Una delle liturgie delle antiche città greche, per cui un ricco cittadino era chiamato dallo stato ad assumere la responsabilità e le spese di allestimento di un coro lirico o tragico (e,...