Micosi
Gian Carlo Fuga
Raffaele Murace
Le micosi (dal greco μύκης, «fungo») sono affezioni superficiali o profonde dell’organismo, determinate da funghi, in particolare dermatofiti, lieviti, funghi [...] , o dermatofizie, cioè le micosi il cui agente patogeno è un dermatofita, possono essere distinte, a seconda della modalità di contagio, in antropofile (da uomo a uomo), zoofile (da animale a uomo) e geofile (da terreno a uomo); è possibile anche ...
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VIROSI
Giuseppe Visco
Giuseppe Luzi
Sinonimo di malattia virale o da virus, il termine indica in medicina, veterinaria e fitopatologia le malattie causate da virus. Per le caratteristiche di sede, [...] alle popolazioni che vivono in zone endemiche. Misure precauzionali accurate vanno assunte per la manipolazione del virus, che può contagiare il personale addetto ai laboratori. Nel 1990 a São Paulo, in Brasile, è stato isolato l'arenavirus Sabià, di ...
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tabe Sindrome caratterizzata da grave e progressivo decadimento generale. T. dorsale (o atassia locomotoria progressiva) Malattia del sistema nervoso, di natura luetica (➔ sifilide), elettivamente localizzata [...] La malattia si sviluppa a notevole distanza di tempo dall’infezione primaria, di solito dopo 10 o 20 anni dal contagio, ed è relativamente più frequente negli uomini che nelle donne. La sintomatologia, costituita nelle sue linee essenziali da dolori ...
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verruca Piccola neoformazione cutanea, con notevole sviluppo dello strato corneo. La forma più comune è la v. volgare (o porro), rilevatezza emisferica a superficie irregolare, la cui sede di predilezione [...] preferita alle mani e al viso, sono le v. piane (dette anche v. giovanili), anch’esse dovute a un virus e contagiose. Di natura completamente diversa sono invece le v. senili (o v. seborroiche), espressione di un processo degenerativo della cute. V ...
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Trasmissione sessuale
Franco Sorice
Le malattie sessualmente trasmesse comprendono un gruppo di patologie - alcune frequenti, certe rare, alcune ubiquitarie, altre quasi esclusivamente limitate a determinate [...] o poco dopo; sifilide tardiva, la quale si evidenzia al secondo o terzo anno di vita. Per la sifilide congenita il contagio può avvenire soltanto a partire dal 5° mese di gravidanza in poi, quando la placenta permette il passaggio del treponema dalla ...
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varicella Malattia infettiva da virus, acuta ed epidemica, caratterizzata da un esantema vescicoloso. L’agente eziologico è Herpesvirus varicellae (o virus v.-zoster). La v., il cui periodo di incubazione [...] latente nei gangli dei nervi sensitivi, rendendo possibile una riattivazione dell’infezione in forma di Herpes zoster. Il contagio avviene generalmente per via respiratoria o, più raramente, per via cutanea. Il quadro clinico della malattia inizia ...
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vaiolo medicina Malattia infettiva acuta, contagiosa ed epidemica, di natura virale, caratterizzata da un tipico esantema vescicolopustoloso. Può colpire, oltre l’uomo, diversi animali, nei quali, a seconda [...] diete, si tenevano le navi in quarantena, si vietavano spostamenti e contatti fra le persone in periodo di contagio. Dalla constatazione che molti degli schiavi provenienti dall’Oriente con i segni della malattia sul viso ne erano immuni ...
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Nome generico di processi patologici a carico del fegato, causati da vari agenti eziologici in grado di indurre diverse alterazioni anatomiche. Si distinguono forme di origine virale ( e. acute e croniche), [...] laddove più marcati sono i deficit igienici e idrico-sanitari, essendo l’acqua e gli alimenti contaminati il veicolo principale del contagio. Sebbene il virus dell’e. A e quello dell’e. E siano trasmessi per via oro-fecale, non sembra frequente l ...
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(o oftalmite)
Medicina
Denominazione generica di processi infiammatori dell’occhio, che coinvolgono specialmente la tunica vascolare. Le due forme più note sono l’o. metastatica, provocata da germi che [...] ’infiammazione dell’occhio controlaterale.
L’o. del neonato è un’infiammazione acuta della congiuntiva del neonato, da contagio gonococcico durante il passaggio attraverso i genitali materni. Si evita praticando alla nascita la ‘profilassi alla Credé ...
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ALAIMO (Alaymo), Marco Antonio
Roberto Zapperi
Nato nel 1590 a Racalmuto (Girgenti), nel 1610 si addottorò in filosofia e medicina nell'università di Messina. Nel 1616 si era già trasferito a Palermo, [...] scientifici. Nel 1625 infatti pubblicò a Palermo una prima me-moda sul modo di evitare il contagio della peste: Discorso intorno alla preservazione dal morbo contagioso e mortale che regna al presente in Palermo ed in altre città e terre del Regno ...
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contagio
contàgio s. m. [dal lat. contagium, der. di contingĕre «toccare, essere a contatto, contaminare», comp. di con- e tangĕre «toccare»]. – 1. a. La trasmissione di una malattia infettiva dalla persona malata ad una sana sia direttamente...
contagiare
v. tr. [der. di contagio] (io contàgio, ecc.). – Comunicare una malattia per contagio: s’è ammalato di scarlattina e ha contagiato anche il fratello; in senso fig.: è stato contagiato dalle idee stravaganti dei suoi amici. ◆ Part....