Filosofo (Ann Arbor 1912 - Pittsburgh 1989), figlio di Roy Wood, prof. nell'univ. di Pittsburgh. Sensibile sia alle suggestioni pragmatistiche sia a quelle neopositivistiche, la riflessione di S. si segnala [...] O. Quine e N. Goodman), ha messo in discussione il "mito del dato", opponendosi alle teorie fenomenistiche della conoscenza e alle epistemologie riduzionistiche e sottolineando per contro l'immanenza delle categorie linguistiche e interpretative all ...
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nanda Filosofo indiano (1400 circa - 1470), discepolo di Rāmānuja (v.). Fondò il bhaktimārga, ovvero una corrente religiosa monistica che teorizzava la realizzazione della salvezza attraverso la "via della [...] , offre all'uomo la possibilità di un approccio spontaneo; l'amore mistico (bhakti) diviene dunque strumento di conoscenza, che si traduce, sul piano sociale, nel riconoscimento della vanità delle barriere di casta e dell'effettiva uguaglianza ...
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MATHIEU, Vittorio
Antonio Rainone
Filosofo e storico della filosofia, nato a Varazze (Savona) il 12 dicembre 1923. Allievo di A. Guzzo, professore ordinario di Storia della filosofia a Trieste (1961), [...] anche il punto di partenza per approfondimenti teoretici, come testimoniano i suoi lavori dedicati al problema della conoscenza e dell'oggettività scientifica (L'oggettività nella scienza e nella filosofia moderna e contemporanea, 1960; Il problema ...
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RELATIVITÀ
Christian Moller
Tullio Regge
Eugenio Garin
Relatività di Christian Møller
sommario: 1. Introduzione e panorama storico: a) il principio di relatività speciale. Sistemi inerziali; b) relatività [...] alla relatività generale, si parla di tetrade. L'ortonormalità implica
relazione che può anche essere letta come
per cui la conoscenza della base V in ogni punto implica quella del tensore metrico; la normalizzazione è scelta in modo che det(Vaα ...
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Scienze sociali
Pietro Rossi
Le scienze sociali come 'famiglia' di discipline
Definire che cosa siano le scienze sociali è assai più arduo che non definire, per esempio, che cosa siano la geometria [...] società moderna, non vuol però dire che i problemi da esse affrontati non abbiano un'origine assai più lontana. La conoscenza dei meccanismi che regolano la vita sociale è probabilmente un bisogno di qualsiasi società, o per lo meno delle società ...
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Filosofo (Padova 1533 - ivi 1589), uno dei massimi rappresentanti della scuola aristotelica padovana del sec. 16º, per più punti vicino all'interpretazione alessandrista; combatté la "separazione" dell'intelletto [...] esercitarono le sue opere logiche ove definisce il metodo sulla base dell'ordo doctrinae, od ordine della conoscenza, distinguendo il momento risolutivo (dagli effetti alle cause) dal momento compositivo o dimostrativo (dalle cause agli effetti ...
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In teologia, virtù e. o in grado eroico: stato di perfezione, per cui l’uomo, sotto l’influsso dei doni dello Spirito Santo e in modo permanente, compie atti virtuosi in grado superiore. È propria dei [...] prova nei processi di canonizzazione, attraverso l’esame dei fatti e degli episodi della vita del servo di Dio. La conoscenza di questi consente al papa di pronunciare un giudizio sul movente degli atti in questione e quindi sulla realtà delle virtù ...
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Scienza greco-romana. La filosofia della Natura tra VI e V secolo
Giulio Lucchetta
La filosofia della Natura tra VI e V secolo
Problemi di metodo
Nel Libro I della Metafisica, Aristotele traccia un [...] il dio più felice sa meno di tutti gli altri, perché non conosce le cose. Infatti egli non possiede la contesa, e la conoscenza avviene tra simile e simile. [...] Ma s’era cominciato con il dire, ed è evidente, che per lui la contesa finisce con l ...
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Filosofo (Anversa 1624 - Leida 1669). Studiò all'univ. di Lovanio, dove poi insegnò, finché fu costretto ad abbandonare la cattedra; poi, passato al calvinismo, insegnò all'univ. di Leida. È uno dei principali [...] movimento. Alla radice di questa posizione sta la tesi che "impossibile est ut is faciat qui nescit quomodo fiat": la mancata conoscenza del modo del fare indica l'estraneità di questo fare al soggetto; e al soggetto resta infatti estraneo per G. il ...
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Dottrina di Platone e della scuola da lui fondata (Accademia); più in generale, ogni orientamento filosofico influenzato dalla filosofia platonica e che ne assume in partic. la distinzione tra un mondo [...] opinione (dòxa), il secondo è il mondo delle idee, perfette e immutabili, dalle quali deriva la vera conoscenza (epistème). Questa distinzione si traduce nel primato dell'intuizione intellettuale sull'esperienza e, sul piano etico, nella collocazione ...
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conoscenza
conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una cosa: sono lieto di fare la vostra c.;...
conoscente
conoscènte s. m. e f. e agg. [part. pres. di conoscere]. – 1. s. m. e f. Persona che ci conosce ed è da noi conosciuta; persona con cui, pur non essendo amici, si ha una certa familiarità: è venuto a trovarmi un mio c.; siamo vecchi...