Filosofo (n. in Scozia, prob. presso Duns, Berwick, 1265-66 circa - m. Colonia 1308). Verso il 1278 entrò nell'ordine dei frati minori; nel 1303 leggeva le Sentenze a Parigi ove divenne poi maestro di [...] .). Questa haecceitas, realizzando l'essere nella sua individualità, è anche il fondamentale principio di intelligibilità e oggetto di conoscenza intuitiva: ma l'uomo, dopo il peccato originale, non giunge a conoscere questa radice dell'individualità ...
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Sostenitore, nei sec. 16°-18°, della libertà di pensiero filosofico e religioso, e in particolare, durante l’Illuminismo, anche dell’emancipazione dalla fede e dalla morale cristiana.
Il termine si diffonde [...] . Pur nella differenza nei contenuti e negli interessi individuali, emergono motivi comuni nella valorizzazione di un tipo di conoscenza tutta legata al particolare concreto, nella difesa di un uso non dogmatico della ragione (che rinuncia a sistemi ...
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La prima fase di un’azione, di un fatto o, anche, la parte in cui una cosa comincia, oppure ciò che costituisce l’origine, la causa di un fatto o di una serie di fatti, o il costituente fondamentale di [...] le premesse di un’argomentazione dimostrativa. Ma lo stesso nome hanno, in altro senso, i p. che governano la conoscenza discorsiva, in quanto determinano le supreme norme logiche cui essa deve obbedire. Sono questi i cosiddetti p. logici, riassunti ...
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Filosofo (Derby 1820 - Brighton 1903); prima ingegnere ferroviario, poi (1848) viceredattore dell'Economist, pubblicò nel 1850 la sua prima opera, la Social statics, cui seguirono varî saggi, alcuni pubblicati [...] intervento riformistico, sostenendo tesi di estrema conservazione. La sua ammissione di un "inconoscibile", non accessibile alla conoscenza, limitata agli eventi spazio-temporali, tendeva inoltre, pur sulla base di un fondamentale agnosticismo, a una ...
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Filosofo tedesco (Berlino 1882 - Gottinga 1927), fondatore della Neufriessche Schule, cioè della scuola filosofica mirante alla continuazione e all'approfondimento dell'interpretazione psicologistica del [...] grande chiarezza la contraddizione in cui si avvolgeva qualsiasi gnoseologia, condannata sempre a presupporre, nel suo atto, una conoscenza che, determinando il criterio della verità, non poteva per ciò stesso essere determinata da quel criterio. Di ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Francesco De Sanctis
Gennaro Maria Barbuto
La biografia politica e culturale di Francesco De Sanctis si staglia con la sua esemplarità sullo sfondo delle speranze e delle angosce, dei conseguimenti [...] che sarebbe rimasta costante nel suo esercizio critico. Intorno ai diciotto anni aveva già acquisito un’ampia conoscenza della letteratura italiana (dai classici trecenteschi a Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni) ed europea (da ...
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FONTANA, Giovanni Battista Lorenzo (in religione Gregorio)
Ugo Baldini
Nacque a Nogaredo nella Val d'Adige, presso Rovereto, il 19 dic. 1735, quarto dei nove figli di Pietro, notaio, e di Elena Caterina [...] rapporto con loro come un discepolato, cosicché tutto lascia pensare che la sua fosse una preparazione da autodidatta. Anche la conoscenza con il naturalista ed erudito riminese G. Bianchi, con il quale manterrà i contatti da Pavia, non ebbe grande ...
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MAGLI, Pasquale Arcangelo
Cesare Preti
Nacque il 25 giugno 1720 a Martina Franca da Nicola, contabile del duca Francesco Caracciolo, e da Maria Maddalena Marinosci.
Poco è noto degli anni giovanili: [...] 1759), nelle quali attaccò l'antico amico.
La stampa del libro e il suo contenuto, prima della pubblicazione, vennero a conoscenza del Genovesi, oggetto da tre anni di una campagna di denunce che l'aveva condotto davanti al S. Uffizio romano. Temendo ...
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GIACON, Carlo
Simone Pollo
Nacque a Padova il 28 dic. 1900 da Giovanni e Giuseppina Basso. Interrotti gli studi di ragioneria, nell'ottobre 1917 entrò nella Compagnia di Gesù. Trascorsi i primi anni [...] e la fortuna del nominalismo occamista, concepito come un sistema di negazioni in cui l'unica affermazione positiva è la conoscenza intuitiva del singolare. Il G. esprime un giudizio complesso su Occam: questi, per un verso non avrebbe confutato il ...
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Filosofo inglese (Londra 1561 - ivi 1626). All'astrattezza del metodo sillogistico-deduttivo della scienza aristotelica, B. - che sottolinea le finalità pratiche del sapere - contrappone il metodo induttivo [...] assumere come pietra angolare di un nuovo sapere. Tale metodo è quello induttivo, che viene distinto da una conoscenza meramente descrittiva della natura quale risulterebbe da un'indagine che si fermasse agli immediati dati empirici (per simplicem ...
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conoscenza
conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una cosa: sono lieto di fare la vostra c.;...
conoscente
conoscènte s. m. e f. e agg. [part. pres. di conoscere]. – 1. s. m. e f. Persona che ci conosce ed è da noi conosciuta; persona con cui, pur non essendo amici, si ha una certa familiarità: è venuto a trovarmi un mio c.; siamo vecchi...