Filosofo (Berlino 1882 - Vienna 1936). Si addottorò con M. Planck a Berlino nel 1904. Insegnò poi nelle univ. di Rostock (1911-17) e di Kiel (1921) e nel 1922 ottenne la cattedra di filosofia delle scienze [...] e con R. Carnap condusse più tardi S. a concepire come compito della filosofia non più l'acquisizione di conoscenze, ma la riflessione critica sui metodi e sui concetti della scienza mediante l'analisi logica del linguaggio. La chiarificazione ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Antonio Rosmini-Serbati
Luciano Malusa
Antonio Rosmini-Serbati viene considerato il maggior filosofo italiano dell’Ottocento. Quale che sia il giudizio sul richiamarsi del suo sistema filosofico alla [...] e diventare per lui luce intellettuale, garanzia di verità. All’essere reale di Dio l’uomo non perviene mai; ne ha conoscenza per via di analogia, avendo contatto con la realtà esteriore a se stesso nel sentire. La partecipazione dell’uomo all’essere ...
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Bellezza
Pavel Machotka
Il termine indica la qualità di ciò che appare o è ritenuto bello; è un derivato dell'aggettivo bello, a sua volta dal latino bellus, "carino, grazioso", propriamente diminutivo [...] consensi che riscuotono i concorsi di bellezza, le pubblicità dei costumi da bagno e le riviste per soli uomini, la nostra conoscenza del corpo femminile non va oltre gli aspetti più ovvi e banali, e ancora minore è quella del corpo maschile. Restano ...
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Inconscio
Cesare L. Musatti
Enzo Funari
La problematica relativa all'esistenza di una sfera di attività psichica che non raggiunge il livello della coscienza, sorta in sede filosofica fin dall'antichità, [...] coscienza il carattere distintivo del pensiero e, dalla coscienza ricavava la prima affermazione di realtà, salvando la conoscenza umana dalla negazione avanzata dal dubbio metodico. In relazione alla sua teoria delle monadi (sostanze semplici di ...
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BELLUTI, Bonaventura
Cesare Vasoli
Nacque a Catania nel 1600 ed entrò giovanissimo nel convento catanese dei minori conventuali, dove iniziò i suoi studi di filosofia e di teologia. Il suo incontro [...] di quei motivi scotistici (la dottrina della haecceitas, i problemi di fisica e di cosmologia, il rapporto tra conoscenza e volontà) che riaffioravano nella cultura secentesca sotto la spinta di nuove esigenze e suggestioni filosofiche, religiose e ...
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L’attività e l’operazione di rappresentare con figure, segni e simboli sensibili, o con processi vari, anche non materiali, oggetti o aspetti della realtà, fatti e valori astratti, e quanto viene così [...] mano si evolve dallo stadio virtuale allo stadio attuale. Il mondo della r. è perciò costituito dal complesso della conoscenza soggettivamente considerato, cioè in quanto si presenta come puro spettacolo del soggetto. In esso si distinguono r. oscure ...
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Diritto
Si chiama c. fortuito qualunque accadimento che renda inevitabile il verificarsi di un evento, costituendo l’unica causa efficiente di esso. Non ha valore concreto la distinzione tra c. fortuito [...] di un fenomeno. Analoga concezione ritorna in Spinoza, per il quale il c. è il risultato di una carenza della nostra conoscenza, e in Leibniz che, distinguendo fra contingenza del sapere umano e necessità di quello divino, fa del c. una espressione ...
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Filosofo (Danzica 1788 - Francoforte sul Meno 1860). Studiò nelle univ. di Gottinga, Berlino e Jena; a Berlino ascoltò (1811) le lezioni di Fichte, ma non ne rimase entusiasta. Ripiegò, perciò, sullo studio [...] Welt als Wille und Vorstellung. Riprendendo la concezione gnoseologica kantiana, S. concepisce la realtà, in quanto oggetto della conoscenza, come insieme di rappresentazioni o apparenze. Sotto il "velo" dei fenomeni sta la cosa in sé, la "volontà ...
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Filosofo, saggista e poeta spagnolo di lingua inglese (Madrid 1863 - Roma 1952). Dal 1872 visse negli USA, pur conservando la cittadinanza spagnola; nel 1889 si laureò alla Harvard University, dove poi [...] trad. it. 1973), l'insostenibilità del dubbio "idealistico" sull'esistenza del mondo esterno. Se va riconosciuto che la nostra conoscenza della realtà non può essere altro che simbolica e rappresentativa e che la credenza in un mondo reale si basa su ...
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Filosofo italiano (Milano 1945 - ivi 2020). Allievo di L. Geymonat, laureatosi in filosofia nel 1968 e in matematica nel 1971, ha approfondito le sue ricerche nel campo dell’epistemologia e della storia [...] (con G. Mandel, 2007); Lo scimmione intelligente. Dio, natura e libertà (con E. Boncinelli, 2009); Lussuria. La passione della conoscenza (2010); Senza Dio. Del buon uso dell'ateismo (2010); Il tradimento. In politica, in amore e non solo (2012); La ...
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conoscenza
conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una cosa: sono lieto di fare la vostra c.;...
conoscente
conoscènte s. m. e f. e agg. [part. pres. di conoscere]. – 1. s. m. e f. Persona che ci conosce ed è da noi conosciuta; persona con cui, pur non essendo amici, si ha una certa familiarità: è venuto a trovarmi un mio c.; siamo vecchi...