filosofìa pràtica Settore delle scienze filosofiche le cui origini poggiano sulla distinzione operata da Socrate e dalla sofistica ed esplicitata in Platone, il quale distingue in generale la scienza in [...] πρακτική (riferentesi alla πρᾶξις, l'azione), e γνωστική (riferentesi alla γνῶσις, la conoscenza), e più compiutamente in Aristotele, che alle scienze teoretica (ϑεωρητική) e pratica aggiunge anche quella poetica (ποιητική, cioè riferentesi alla ...
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Naturalista e filosofo (Cosenza 1509 - ivi 1588). Figura di rilievo nel quadro del pensiero filosofico del suo tempo, T. elaborò un naturalismo ilozoistico (cioè una concezione della natura come un tutto [...] , costruita su ragionamenti arbitrari, T. rivendica l'importanza della sensibilità quale fonte primaria ed esclusiva di ogni conoscenza: di qui il programma di costruire una fisica "iuxta propria principia", secondo quei principi, cioè, che operano ...
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La scienza bizantina e latina prima dell'influsso della scienza araba. La concezione agostiniana del sapere...
Pasquale Porro
La concezione agostiniana del sapere e la tradizione neoplatonica latina
La [...] l'immediata finalizzazione di tutto questo ambito disciplinare a un fine ben preciso, ossia l'ascesa verso l'intelligibile e la conoscenza di Dio. Ci sono però almeno due cose da notare a questo proposito. La prima è che, coerentemente con queste ...
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Filosofo statunitense (n. New York 1938), prof. presso la Rutgers University del New Jersey. Precedentemente ha insegnato presso la University of Michigan e la University of Arizona. Esponente della filosofia [...] ha condotto G. allo studio dei modelli elaborati nella scienza cognitiva. Sempre nell'ambito della teoria della conoscenza ha preso posizione contro le tendenze postmoderniste, cercando di dimostrare come il riconoscimento dei fattori sociali nell ...
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La Rivoluzione scientifica: i protagonisti. Francis Bacon
Marta Fattori
Francis Bacon
Francis Bacon nacque a Londra il 22 gennaio 1561 da Sir Nicholas e Lady Ann Cook, due alti rappresentanti, per rango [...] il mago) non i filosofi, e hanno ottenuto scarni risultati perché lo hanno fatto per scopi pratici e non in vista della conoscenza. Il senso è per sua natura aberrans, cioè da solo porta agli errori; le scienze non hanno prodotto opere e le scoperte ...
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Filosofo inglese (Greenoc, Scozia, 1835 - Oxford 1908). Insegnò filosofia morale all'università di Glas gow (1866-1893) e fu successivamente (1893-1906) master del Balliol College di Oxford. La sua attività [...] di scrittore, dedicata soprattutto alla storia della filosofia, fu rivolta a diffondere in Inghilterra la conoscenza del pensiero di Kant e di Hegel, e a rielaborare la filosofia religiosa di quest'ultimo. Tra le sue opere si ricordano: Hegel (1883- ...
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Vaiśeṣika Uno dei sei antichi sistemi filosofici indiani di cui sarebbe ritenuto fondatore il semileggendario Kaṇāda. Collegato tradizionalmente e anche sostanzialmente con il Nyāya (che è un sistema di [...] logica), il V. è un sistema di fisica atomistica che, proponendosi la ricerca degli oggetti dell’umana conoscenza, stabilisce, così per il mondo dei fenomeni come per quello delle idee, sette categorie (padārtha) le quali consentono la ...
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neoempirismo
neoempirismo [Comp. di neo- e empirismo] [FAF] Termine con il quale sono designate correnti filosofiche ed epistemologiche di fine Ottocento e del Novecento (pragmatismo, neopositivismo, [...] ), le quali ravvisano nell'esperienza, comune e scientifica, l'unica fonte da cui pensiero e linguaggio, conoscenza e comunicazione, desumono i propri contenuti: strutture e strumenti formati (logica, matematica) sarebero incapaci di produrre ...
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Filosofo, critico, letterato (Varsavia 1661 - Parigi 1737); gesuita. Collaborò (1701-1731) al Journal de Trévoux; ma è noto soprattutto per il Traité des premières vérités et de la source de nos jugements [...] (1724). B. si muove nel senso della critica all'innatismo e dell'analisi empiristica della conoscenza: il suo principio dell'evidenza, come verità fondata sul consenso generale, anticipa il motivo del senso comune, e spiega perciò l'influsso ...
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Filosofo (Bologna 1461 - Pavia 1511). Alunno a Bologna di A. Achillini, fu lettore di filosofia naturale a Bologna (1493), a Padova (1499), come concorrente del Pomponazzi, e infine (dal 1503) a Pavia; [...] fu convinto sostenitore dell'interpretazione sigieriana delle più discusse dottrine averroistiche: unione dell'intelletto all'uomo, conoscenza delle sostanze separate e conseguente problema della felicità. ...
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conoscenza
conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una cosa: sono lieto di fare la vostra c.;...
conoscente
conoscènte s. m. e f. e agg. [part. pres. di conoscere]. – 1. s. m. e f. Persona che ci conosce ed è da noi conosciuta; persona con cui, pur non essendo amici, si ha una certa familiarità: è venuto a trovarmi un mio c.; siamo vecchi...