Sassofonista statunitense (St. Joseph, Missouri, 1904 - New York 1969). Protagonista del jazz degli anni Venti e Trenta, si affermò in varie orchestre, fra cui quella di F. Henderson, come principale inventore del linguaggio del sax tenore nel jazz classico. Tornato a New York nel 1939, dopo un lungo soggiorno in Europa, si distinse per il suo talento innovativo, registrando nel 1946 il brano Picasso ...
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Genere musicale sorto negli USA intorno all’inizio del 20° sec., frutto di un lungo processo di sincretismo tra forme musicali occidentali e poetiche africane, che risalivano alla memoria culturale degli [...] sassofonistico, svincolatosi dal modello clarinettistico: ne furono fautori C. Hawkins per il sax tenore, Sidney Bechet per il sax soprano del concetto di improvvisazione collettiva proposta da O. Coleman, che coniò anche la denominazione dello stile, ...
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Sassofonista statunitense (n. New York 1930) afroamericano. Dopo un debutto nel rhythm and blues, collaborò con i maggiori jazzisti degli anni Cinquanta (A. Blakey, M. Davis, T. Monk, ecc.), e nel 1956 [...] . È considerato uno dei solisti più emblematici del jazz moderno, capace di rivolgersi sia al passato (C. Hawkins) sia al futuro (O. Coleman), ai ritmi caribici come al lirismo delle ballads. È tra i pochi sassofonisti a dedicarsi esclusivamente al ...
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INGHILTERRA (ingl. e ted. England; fr. Angleterre; sp. Inglaterra; denominazioni che si equivalgono per il significato, che è "terra degli Angli"; in lat. Anglia; A. T., 47-48)
Roberto ALMAGIA
Pietro [...] 'incoraggiamento alle imprese dei corsari come Drake, Hawkins, Frobisher, che attaccavano e rapinavano navi e musica dei Masks, dovuta ad artisti come H. e W. Lawes, Ch. Coleman, ecc., si tenne però sostanzialmente inglese.
Il primo saggio d'una vera ...
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