GALVANI, Giovanni
Francesca Brancaleoni
Nacque a Modena il 24 giugno 1806, figlio secondogenito di Giuseppe e Giuseppina Conti. Precocissimo, ancora fanciullo studiò la geometria, la retorica e la fisica, [...] un'accusa di plagio da parte del francese F. Guessard, convinto che per quell'opera non fosse stato consultato un codice laurenziano come sostenuto dal G., ma l'edizione parigina del 1840 curata dal Guessard stesso. La discolpa del G., che affermava ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] tratti cortigiani, cfr. Durante 1981: 154).
Si tratta di fenomeni in larga parte presenti in tutti i testi ispirati al codice cortigiano, che saranno censurati nel terzo libro della Prose di Bembo, anche con prese di posizione contrastanti con l’uso ...
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APRONIANO ASTERIO, Flavio Turcio Rufio
Claudio Leonardi
Visse a Roma verso la fine del sec. V; discendeva da una famiglia i cui membri avevano ricoperto alte cariche politiche: L. Turcio Secondo aveva [...] di R. Sabbadini, Romae 1930, p. 24 s.; E. Rostagno, Il codice Mediceo di Virgilio, Roma s. d. [ma 1930], pp. 8-10, 12 ., 36-38, 50-53 (è l'introduzione al facsimile del codice, Romae 1931); U. Moricca. Storia della letteratura latina cristiana, III ...
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PETROCCHI, Giorgio
Guido Lucchini
PETROCCHI, Giorgio. – Nacque a Tivoli il 13 agosto 1921 da Giuseppe e Valeria Vanni. Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Roma nel 1942, fu bibliotecario [...] nel 1338 circa e contenente solo il Paradiso; 3. Testo vulgato tra il 1340 e poco oltre il 1350, attestato da vari codici fra cui il Gaddiano 90 sup. 125., mutilo, della Biblioteca Laurenziana di Firenze, del 1347, almeno per la seconda parte, di ...
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L’introduzione della lingua nazionale nel repertorio veneto è stata più lenta che in altre regioni, per una diffusa persistenza nell’uso del dialetto, come attestano le statistiche Doxa e ISTAT. Oggi tuttavia [...] nel parlato informale, dando luogo ai normali meccanismi di regionalizzazione, con frequenti episodi di alternanza di codice (➔ commutazione di codice) e di inserimento di elementi dialettali negli enunciati, anche nel parlato giovanile. Non tutti i ...
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Semitista statunitense (New Concord, Ohio, 1856 - Chicago 1906); insegnò ebraico, lingue semitiche e letteratura biblica in varie università e dal 1891 fu presidente dell'univ. di Chicago; fondò varî periodici [...] di studî ebraici e semitici. Assirologo fu invece il fratello Robert Francis (New Concord 1864 - Chicago 1914), prof. alla Yale University e a Chicago, che, tra l'altro, curò una buona edizione del Codice di Hammurabi (1904). ...
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Silverio Novelli
Neologismi scienze naturali e matematiche
5-formilcitosina
loc. s.le f. In chimica organica, sostanza che entra in composizione degli acidi nucleici, in grado probabilmente di modificare [...] (5-formilcitosina): nata come una mutazione transitoria della ‘lettera’ C (citosina), è poi diventata un ‘mattone’ stabile del codice genetico dei mammiferi. È stata individuata nel Dna del topo dai ricercatori dell’Università di Cambridge, che ...
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Assiriologo francese (Königsmaeker 1858 - Parigi 1940), prof. al Collège de France, membro della missione archeologica che, sotto la guida di J.-J.-M. de Morgan, scavò nelle rovine di Susa, riportando [...] luce l'antica civiltà elamitica. Pubblicò i testi scoperti dalla missione (Mémoires de la mission archéologique de Perse, 1900 segg.). È particolarmente noto per aver dato la prima edizione (1904), con traduzione francese, del Codice di Hammurabi. ...
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semiotica Scienza generale dei segni, della loro produzione, trasmissione e interpretazione, o dei modi in cui si comunica e si significa qualcosa, o si produce un oggetto comunque simbolico.
Scienze [...] s. delle arti, Eco, in Lector in fabula (1979) e in altri suoi testi, ha mostrato l’insufficienza di una s. dei codici e la necessità della sua integrazione con una pragmatica. Ma è stato soprattutto Garroni, in Ricognizione della semiotica (1977), a ...
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FARAONE (Faragonio), Francesco
Massimo Ceresa
Scarse le notizie biografiche che lo riguardano. Nacque a Messina, probabilmente poco dopo il 1460. Dalle sue umili origini, indicate dall'allievo e biografo [...] tracce risalgono al 1483, quando "Franciscus de Faraglone" eredita i libri di "Leonardus de Miligo", tra i quali un codice con le Epistolae Ovidii. Durante un'epidemia, scoppiata a Messina, si trasferì a Taormina, dove forse esercitò l'insegnamento ...
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codice
còdice s. m. [dal lat. codex -dĭcis, che significò dapprima la parte interna del fusto degli alberi, cioè il legno, poi la tavoletta cerata ad uso di scrittura e infine, per estens., il libro manoscritto formato di più fogli, in opposizione...