ARAMAICA, Arte
G. Garbini
La popolazione semitica degli Aramei, della cui presenza nelle regioni limitrofe del deserto arabo-siriano si hanno tracce risalenti alla seconda metà del III millennio a. [...] criterio, quello di considerare aramaico ciò che proviene dalle città abitate dagli Aramei, che nel caso presente non può pp. 370-71) la paternità aramaica del tipo di abitazione diffusa nell'alta Siria e nell'Urartu agli inizi del I millennio: ...
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ORCHOMENOS di Arcadia (᾿Ορχομενός, Orchomĕnus)
L. Vlad Borrelli
Antichissima città nella zona N-E dell'Arcadia, dal nome greco, menzionata già nel Catalogo delle Navi (Iliade) e nell'Odissea (e una forma [...] locale Erchomenos accanto a quella più diffusa).
Retta fino alle guerre del Peloponneso da una monarchia che pare avesse Kitylos, al museo di Atene).
Già nel V sec. a. C. la città fu munita di mura di cui non restò però alcuna traccia: così che ...
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Vedi MARATHOS dell'anno: 1961 - 1961
MARATHOS (fenicio mrt; Μάραϑος; arabo Amrit)
G. Garbini
Città fenicia a N di Tripoli, pochi km a S-E di Arados. Parzialmente esplorata da R. Renan nel 1861 e da M. [...] della vicina e più potente Arados (v.), più tardi come città autonoma, con monetazione propria. Questa presenta pezzi datati da un il IV e il III sec. a. C.; la tipologia più diffusa è quella del torso con una pelle di leone gettata sulle spalle e ...
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BIANCHINI, Natale
Franco Barbieri
Figlio di Marco, nacque probabilmente a Marostica nel 1653 circa; ivi comunque visse e lavorò. Si rese celebre "per molti parapetti d'altari e tavolini che sembrano [...] Essendo questa tecnica, tra il sec. XVII e il XVIII, specialmente diffusa in Emilia, verrebbe fatto di supporre contatti tra il B. e gli vicentino, Milano 1926 (fasc. 118 della collezione Le Cento città d'Italia illustrate), pp. 7, 9 (forse perché i ...
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FAUSTOLO (Faustulus)
A. Comotti
In tutte le redazioni del mito relativo alle origini di Roma, appare come il pastore che allevò Romolo e Remo.
La redazione più antica fa di lui il capo dei pastori di [...] un bimbo morto. Secondo un'altra versione, assai più diffusa, sarebbe stato invece F. stesso a trovare i gemelli, , Sulle tracce della lupa romana, in Scritti in onore di B. Nogara, Città del Vaticano 1937, p. 475 ss., tav. lxviii, 4. Ara Casali: ...
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CERERE (Ceres)
A. de Franciscis
Antichissima divinità italica della vegetazione e dei campi, C. fu venerata a Roma come in altre città del Lazio e dell'Italia centrale.
Venne identificata con la greca [...] edili della plebe. Talvolta C. è rappresentata seduta o in piedi, nobilmente ammantata: in questo atteggiamento essa è più diffusa nel corso dell'età imperiale, su coni contrassegnati dal nome della dea che si ripetono nello schema, ma comunque non ...
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BRIGETIO
D. Adamesteanu
Centro militare e poi anche civile della Pannonia. Fece parte prima della Pannonia Superior e in seguito, dopo il 215 d. C., fu inquadrato quale colonia nella Pannonia Inferior.
Data [...] al culto di Jupiter Dolichenus, divinità orientale diffusa specialmente nelle province danubiane e particolarmente in Pannonia doppio acquedotto che riportava l'acqua dal Tata alla città civile e militare. Dagli stessi scavi di questi ultimi ...
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PRIAMO (Πρίαμος, Priamus)
L. Guerrini
Il più giovane dei figli di Laomedonte (secondo Apollodoro, iii, 146; incerto è il nome della madre, che non compare in Omero), ultimo re di Troia. Durante l'ultimo [...] sua morte, avvenuta per mano di Neottolemo (la tradizione più diffusa riporta l'uccisione di P. presso l'altare di Zeus troiana; una variante colloca invece la strage del vecchio re fuori città, sulla tomba di Achille).
Nell'articolo di M. C. van ...
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BARCELO (Barcels, Barsalo), Giovanni
Anna Dessy Deliperi
Nacque a Tortosa in Catalogna e la sua personalità, dapprima erroneamente confusa con quella del pittore barcellonese J. Figuera, fu, in un secondo [...] ed una notevole sensibilità ai dolci effetti di una luminosità diffusa, ignota alla scuola catalana.
Bibl.: G. Spano, archeol. sardo..., VII (1861), pp. 42 s.; Id., Guida della città e dintorni di Cagliari, Cagliari 1861, pp. M S.; Id., Abbecedario ...
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FANTINI, Bonifacio
Graziella Martinelli
Scarse sono le notizie attorno al F., la cui memoria è affidata alle brevi annotazioni del Tiraboschi (1786), incentrate sulla di lui documentata attività presso [...] decorazioni esterne, a una tipologia d'intervento ampiamente diffusa in ambito padano, che annoverava, nella specifica VIII, Parma 1821, p. 194; R. Finzi, L'urbanistica della città di Correggio..., Correggio 1959, p. 39; A. Balletti, Storia di Reggio ...
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citta diffusa
città diffusa loc. s.le f. Città cresciuta in modo disarmonico, al di fuori di ogni criterio regolatore. ◆ Certo, ogni progetto deve arrivare a uno strappo tra le due filosofie dominanti: quella di chi vorrebbe mummificarla in...
studentato diffuso loc. s.le m. Insieme di locali, destinati ad alloggiare studenti, che sono collocati in vari luoghi non periferici o degradati della città e sono stati ricavati da case sfitte di proprietà pubblica. ◆ [tit.] "Realizzazione...