Pellegrini, Flaminio
Maria Adelaide Caponigro
Filologo (Fiumane, Verona, 1868 - Firenze 1928), professore di letteratura italiana al liceo di Vigevano, poi provveditore agli studi; era stato allievo [...] nella Biblioteca civica di Rovereto, in " Bull. " IV (1897) 17-19; A proposito d'una tenzone poetica fra D. e CinodaPistoia, in " Giorn. stor. " XXX (1899) 311-319; Nuovi studi sulla Giuntina di rime antiche, in " Rass. Bibl. Lett. It. " XXI ...
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Poi che sguardando il cor feriste in tanto
Eugenio Ragni
. Sonetto (Rime dubbie XV; schema Abba Abba; cdc dcd) attribuito a D. da alcuni studiosi (Witte, Moore) sulla scorta della nota (" idem Dantes [...] di un codice del sec. XVI, veduto dal Lamma, dove però il componimento risultava attribuito a CinodaPistoia).
Il dubbio sull'attribuzione è rafforzato dalla comprovata inattendibilità di molte delle attribuzioni del codice Ambrosiano. Né ...
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Io son sì vago de la bella luce
. Sonetto attribuito a D. da numerosi manoscritti, fra i quali la Raccolta Aragonese e i codici del gruppo facente capo al Magliabechiano VII 722 e al Laurenziano Strozziano [...] e il codice Universitario bolognese) e soprattutto del Barberiniano XLV 130 (ora Vaticano Barb. lat. 4036) sembra assegnarlo definitivamente a CinodaPistoia.
Bibl.-Per la bibliografia v. le voci Ben dico certo che non è riparo; e' non è legno di sì ...
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Ben dico certo che non è riparo
Verso iniziale di un sonetto di CinodaPistoia, compreso con altri sette sonetti e la ballata Voi che savete, nella sezione dantesca di un gruppo di manoscritti derivati [...] del sonetto a D. dovette avvenire, secondo il Barbi, " per qualche confusione ", essendo stato esso trascritto, con i confratelli, da una fonte in cui era anonimo, " in carte rimaste bianche fra la sezione dantesca e quella successiva senza specifica ...
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finare
Fernando Salsano
. Alternativa di ‛ finire ' (v.), proveniente dalla tradizione siculo-toscana e presente anche nella poesia stilnovistica (in particolare in CinodaPistoia), ha attestazioni [...] : Fiore XXXII 9 Que' non finava né notte né giorno / asuon di corno gridar, e CXCIV 12 non finava di die né dà sera / di dar... sconforto (" Io, Brunetto Latino, / che nessun giorno fino / d'aver gioia e pena ", Tesoretto 2427).
In Fiore CXLVIII 9 ...
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inveggia
Gallicismo, da ricondurre al provenzale envja, " invidia " (" più che la forma del vocabolo, ce ne persuade il trovarsi esso adoperato solo in poesia ": Parodi, Lingua 227), di uso abbastanza [...] oltre a Patecchio Spianamento 188 " qe 'nveça ie'l fa dire ", Guinizzelli Tegno de folle 'mpres', a lo ver dire 38; CinodaPistoia Caro mio Gherarduccio 1, L'alta vertù 48, Naturalmente ogni animale 18).
Ricorre in Pg VI 20 (Vidi... l'anima divisa ...
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Iacopo
Nome del destinatario del sonetto rinterzato Iacopo, i' fui, ne le nevicate alpi (v.), attribuito a D. (Rime dubbie VII). Essendo dubbia l'attribuzione, non è ovviamente possibile determinare [...] invia il sonetto; lo Zaccagnini a puro titolo d'inventario segnalò un ser Iacopo di ser Fredi, parente di CinodaPistoia; più perentoriamente il Filippini, che ritiene il sonetto dantesco, indicò il rimatore Iacopo Cavalcanti, parente di Guido.
Bibl ...
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Li più belli occhi che lucesser mai
Domenico Consoli
Ballata trasmessa adespota dal codice Escorialense e attribuita via via a CinodaPistoia, ad Aldobrandino Mezzabati, a Nuccio Piacente, infine a [...] D. (al quale l'assegna tra gli altri il codice Marciano IX it. 364) ma quasi certamente non dantesca.
Bibl. - G. Salvadori, Sulla vita giovanile di D., Roma 1907, 203; G. Bertoni, Il Duecento, Milano 1910, ...
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Io maladico il dì ch'io vidi imprima
. Sonetto attribuito a D. da un buon numero di codici e inserito dal Di Benedetto tra le rime dantesche, ma assai probabilmente di CinodaPistoia.
Bibl. - L. Di [...] Benedetto, Studi sulle rime di CinodaPistoia, Chieti 1923, 27 ss.; Barbi, Studi 503; Contini, Rime 299; D. De Robertis, Censimento dei manoscritti di rime di D., in " Studi d. " XXXVII (1960) 178, 253; XXXIII (1961) 193, 195; XXXIX (1962) 139, 186; ...
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messere
Antonio Lanci
Appellativo riservato a persone di alto rango sociale, che ricorre per lo più nella forma apocopata ‛ messer '. È usato con nomi sia propri che comuni: Rime CXIV 2 messer Cino [...] daPistoia (e così XCVI 12); Cv IV X 6 messere lo Imperadore; If XXVIII 77 messer Guido del Cassero; e ancora: Rime XCIX 1 e 14, Cv IV XXVII 9, Pg XXIV 31. In Fiore LXXVII 11 e CXXVII 9, il vocativo Messer, usato assolutamente, è appellativo del Dio ...
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gravita
gravità (ant. gravitate) s. f. [dal lat. gravĭtas -atis, der. di gravis «grave»]. – 1. In fisica, tendenza dei corpi materiali a cadere verticalmente al suolo, dovuta all’attrazione che la Terra esercita su di essi; più propriam.,...
avvegnache
avvegnaché (o avvègna che; raro avvènga che) cong., ant. – 1. Benché, quantunque: Avvegna che la subitana fuga Dispergesse color per la campagna (Dante). 2. Poiché (con l’indic.): avvegna che quel dì niuno ivi appresso era andato...