Fotografo giapponese (n. Tokyo 1940). Ha studiato fotografia all'università di Chiba; interessatosi poi all'opera di diversi registi (R. Bresson, C. T. Dreyer, J.-L. Godard, Y. Ozu), ha sperimentato anche [...] il cinema. La sua ricerca, caratterizzata da immediatezza e spontaneità, sostenuta dalla consuetudine a fotografare il quotidiano, si è concentrata sul nudo, su aspetti di Tokyo e su particolari della propria vita privata. Delle diverse migliaia di ...
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Architetto brasiliano (San Paolo 1901 - ivi 1965). Studiò a Roma e a Milano (1921-26) e si interessò alle contemporanee esperienze razionaliste europee. Esponente della nuova scuola brasiliana, affiancò [...] all'attività progettuale (San Paolo: Cinema Art Palacio, 1936; Banco Paulista, 1947-48; Ospedale Albert Einstein, 1958; Banco Sud Americano, 1962; Santo Andrè, Centro Civico, 1965; ecc.) l'attività didattica presso l'univ. di San Paolo (1954-59). ...
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Storico e critico d'arte italiano (Lucca 1910 - Firenze 1987). Studiò a Pisa con M. Marangoni. Di formazione crociana, nel 1935 fondò con R. Bianchi Bandinelli la rivista Critica d'arte elaborando il suo [...] aver insegnato all'Università internazionale dell'arte, fu tra i primi ad approfondire i rapporti tra arti visive e cinema. Pubblicò Cinematografo e teatro e Cinematografo rigoroso (1933), saggi raccolti poi in Arte della visione (1975, 1976, 1979 ...
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Architetto francese (n. Fumel, Lot-et-Garonne, 1945). Negli anni Settanta N. ha iniziato un rinnovamento della cultura architettonica francese. Contrario alla specificità dell'architettura, nei suoi progetti [...] Corbusier che accomuna gran parte della scuola francese. Ogni progetto ha origine da fonti d'ispirazione diverse (cinema, arte, letteratura, ecc.) e prende forma attraverso un raffinato uso delle più moderne tecnologie, asservite alla realizzazione ...
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Ray, Man (noto anche come Man-Ray)
Massimo Galimberti
Nome d'arte di Emmanuel Rudnisky, pittore, fotografo, designer, scrittore e regista cinematografico statunitense, nato a Filadelfia il 27 agosto [...] York insieme a Duchamp e mai terminato, che avrebbe poi costituito la base della sua collaborazione nel 1925 ad Anémic cinéma dello stesso Duchamp. Stando alle dichiarazioni del regista (in Self portrait 1963; trad. it. 1975), Retour à la raison fu ...
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surrealismo Movimento di avanguardia nato in Francia nei primi anni 1920, che ebbe vasta diffusione internazionale nel periodo tra le due guerre mondiali, estendendo la sua influenza dal campo letterario [...] dell’arte primitiva e infantile, le creazioni degli alienati e riscoprendo da un’angolatura originale quelle forme espressive popolari (il cinema, il feuilleton, gli almanacchi, l’illustrazione) in cui domina il gusto per il macabro, il fantastico, l ...
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Pittore ungherese (Zalaegerszeg 1908 - Budakeszi, Pest, 1941). A Budapest frequentò l'accademia e fu in contatto con L. Kassak; dopo un soggiorno a Parigi (1930-34), durante il quale s'interessò al fotomontaggio [...] e al cinema d'avanguardia, si stabilì definitivamente a Szentendre. Trattò motivi ispirati alla vita dei contadini e all'arte popolare, elaborando un linguaggio personale di matrice surrealista; dopo il 1939 tese progressivamente all'astrazione. ...
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Crosby, Floyd
Stefano Masi
Direttore della fotografia statunitense, nato a New York il 12 dicembre 1899 e morto a Ojai (California) il 30 settembre 1985. Portò lo stile fotografico del primo documentarismo [...] nel cinema di finzione, sperimentando questo modello negli esotici scenari di Tabu (1931; Tabù) di Robert J. Flaherty e Friedrich W. Murnau, che gli fece vincere un Oscar. Negli anni Cinquanta trasferì questo approccio nella produzione hollywoodiana ...
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(V, p. 387; App. I, p. 191; II, I, p. 308; III, I, p. 174; IV, I, p. 192)
Popolazione.- Nel 1988, la celebrazione del bicentenario dello sbarco dei primi coloni nell'area di Sydney ha consentito al paese [...] le produzioni di molti autori hollywoodiani, da L. Milestone a S. Kramer a F. Zinneman.
I segnali di una rinascita del cinema australiano sono lanciati tuttavia proprio da registi non australiani. L'inglese M. Powell tra il 1966 e il 1969 gira due ...
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MOHOLY-NAGY, Laszlo
Alessandro Cappabianca
Moholy-Nagy, László (propr. Ladislaus)
Pittore, scultore, fotografo, regista cinematografico ungherese, nato a Bácsborsod il 20 luglio 1895 e morto a Chicago [...] 'dinamica' del quadro e ai problemi connessi alla 'visione in movimento', attraverso strumenti espressivi quali la fotografia e il cinema. Determinante per la sua formazione fu il periodo passato a Berlino, in cui M.-N. orientò la propria attenzione ...
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cinema
cìnema s. m., invar. – Forma accorciata (sull’esempio del fr. cinéma) di cinematografo, penetrata largamente nell’uso così da soppiantare quasi interamente il termine originario (soprattutto nel sign. di sala cinematografica: andare...
nonfiction (non-fiction, non fiction) s. f. inv. 1. Genere che include opere letterarie, filmiche e prodotti televisivi che presentano elementi non finzionali e fondati sulla realtà. | In senso concreto, la singola opera appartenente a tale...