Domenicano (n. Évora - m. Setúbal 1570 circa); missionario in India (1548), verso il 1555 entrò in Cina, ove meritò il nome di "apostolo dei Cinesi". Fu poi nell'isola di Ormus e qui scrisse il Tractado [...] em que se cõtam muito por estẽso as cousas de China ... e assi do reyno d'Ormuz (1569) ...
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Missionario nestoriano che nel 635 d. C. guidò una missione nestoriana a Ch'angan (Hsian Fu), capitale della Cina durante la dinastia T'ang. ...
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Missionario gesuita (Verdun 1654 - Pechino 1707). Partì per il Siam (1685) e si spinse di là fino alla Cina (1687), dove diresse per lunghi anni le missioni, ottenendo dall'imperatore libertà di culto. ...
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Gesuita (Parigi 1652 - Roma 1730) delle missioni estere di Parigi, si recò nel Siam (1681) e, nel 1683, in Cina: qui divenne provicario per il Fujian, Jiangxi e Zhenjiang (1684) e nel 1687 vicario apostolico [...] , che ricorsero a Roma: ma il Sant'Uffizio approvò le proibizioni di M. (1704). Il persistere contro le tradizioni religiose della Cina, in violazione di un editto imperiale, ne provocò l'espulsione (1707); tornato in Europa, si stabilì a Roma (1709 ...
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Frate francescano (sec. 14º); dalla Persia, dove era stato inviato in missione, partì con due confratelli per la Cina (1320) e giunse fino al porto di Hurmūz, dove trovò poco dopo (1321) la morte, ucciso [...] dagli indigeni ...
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Missionario e sinologo francese (Castello di Bienassis en Pléneuf, Côtes-du-Nord, 1656 - Pondichéry 1737); gesuita, fu in Cina per lungo tempo (1685-1709); ebbe atteggiamento nettamente sfavorevole ai [...] suoi confratelli nella questione dei riti ...
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Missionario gesuita (Piazza Armerina 1626 - Hangzhou 1696); entrato sedicenne nella Compagnia di Gesù, partì nel 1657 per la Cina e svolse la sua attività missionaria soprattutto nello Jiangxi. Imprigionato [...] (1664), fu poi sostituito in prigione da un altro sacerdote e poté tornare a Roma (1672) per difendere gli interessi della missione e soprattutto per discutere la questione dei riti cinesi. Dotto sinologo, ...
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(o Dunkers) Gli appartenenti a una setta di battisti tedeschi, diffusi soprattutto in America, con missioni in India, Cina e Giappone. La setta fu fondata (1708) a Marienborn (Wetterau) da A. Mack, che, [...] emigrato in America, vi proseguì la sua predicazione; un altro ramo analogo di battisti sorse, per la predicazione di G.G. Oncken, nel 1844 ed ebbe qualche diffusione in Europa. I T. si caratterizzano ...
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Missionario (Lecce 1611 - Macao 1683), gesuita. Dall'India, dove giunse nel 1637, fu mandato nel Tonchino e poi in Cina (1659). Ha lasciato opuscoli catechistici in lingua cinese. ...
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Prelato (Torino 1668 - Macao 1710); di antica e nobile famiglia savoiarda, fu patriarca di Antiochia (1701), poi legato a latere in Cina (1702) per dirimere i dissensi sorti tra i missionarî circa i riti [...] senso egli si adoperò attivamente a Canton (1705), quindi a Pechino e a Nanchino, finché per il suo zelo fu espulso dall'imperatore della Cina e messo in carcere a Macao (1707). La sua condotta fu però approvata da Clemente XI, che lo creò cardinale. ...
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cina
s. f. [dal nome della Cina, luogo di provenienza]. – Nome con cui è comunemente noto il rizoma di una liliacea (Smilax china) della Cina e del Giappone, usato come sudorifero (anche detto china carnosa, china nodosa; squina, radice di...
anti-Cina
agg. inv. Che si contrappone alla Cina, con particolare riferimento alla sua politica economica. ◆ Proprio a Prato. Nella città toscana con una forte presenza cinese, il ministro dell’economia Giulio Tremonti annuncia una sorta di...