VENUSTAS
G. Becatti
Termine che gli scrittori latini riferiscono spesso all'arte per indicare una leggiadra e aggraziata bellezza, di carattere più femminile che maschile.
Cicerone (De off., i, 36) [...] dice infatti che due sono 1 generi di bellezza: la v. e la dignitas e che la prima è muliebre, la seconda virile. Egli stesso (in Verr., ii, iv, 3, 5) adopera questo termine per definire due statuette ...
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Stampatore (n. Ratisbona, sec. 15º), attivo in Italia. Nel 1470 a Venezia, tra i primi a esercitarvi l'arte della stampa, diede il De oratore di Cicerone, cui seguirono diverse edizioni di classici e il [...] Decamerone (1471). Nel 1473 V. era a Milano, associato con lo stampatore Filippo Lavagna e l'umanista Cola Montano (prima opera con la sottoscrizione di V. il De officiis di s. Ambrogio, 1474). A Milano, ...
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Uomo politico romano, pretore nel 70 a. C., propose una Lex Aurelia iudiciaria, che stabiliva la composizione delle liste dei giurati; fu console nel 65, amico di Cicerone, più tardi seguace di Cesare. ...
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Giurista e scrittore latino (sec. 1º d. C.), ricordato da Plinio il Vecchio come legatus pro praetore ad ius dicendum in Spagna; secondo Aulo Gellio, scrisse un libello Ciceromastix "sferzatore di Cicerone", [...] in cui sosteneva che Cicerone aveva poca proprietà di linguaggio. ...
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Filologo classico (Fenestrelle 1855 - Roma 1930); prof. a Messina e a Torino, diresse la collezione dei classici Loescher, per la quale curò buoni commenti di Orazio, Virgilio, Cicerone; autore di studî [...] su Lucrezio, Catullo e sulla metrica barbara ...
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Tipografo tedesco (sec. 15º); lavorò anche a Napoli. Il suo primo prodotto è il Sacramentale Neapolitanum di Stefano da Gaeta (1475); nel 1476 pubblicò la Rhetorica di Cicerone e il De rebus ecclesiae [...] non alienandis di A. Barbazza. Altre cinque sue opere sono senza data; a Gaeta stampò (1488) i Dialoghi di s. Gregorio ...
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SULPICIO Rufo, Publio (P. Sulpicius Rufus)
Alfredo Passerini
Nato nel 124 da famiglia patrizia, ma decaduta, educato nelle idee degli aristocratici (fra cui ce lo presenta Cicerone nel dialogo De oratore), [...] passò alla plebe e nell'88 fu tribuno. Da principio appoggiò la nobiltà, ma d'improvviso, indotto forse dalla necessità di trovare denaro, prese a combatterla con la sua trascinante parola e con la violenza ...
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Scrittore e commediografo, nato a Parigi verso il 1600 e morto ivi il 6 novembre 1658. Fu facile traduttore dei latini (Cicerone, Ovidio, Tito Livio, ecc.), che gli giovarono per la sua attività di storiografo, [...] ma soprattutto per il suo teatro, in cui richiamò soggetti romani e politici con uno stile semplice e delicato. Incontrarono il gusto del tempo, per il loro tono patetico e fantastico, le sue "tragicommedie" ...
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Filosofo peripatetico (sec. 1º a. C.), insegnò a Mitilene, poi ad Atene, dove forse successe nello scolarcato ad Andronico di Rodi. Unica fonte delle sue concezioni è Cicerone, che fu suo amico, e che [...] nel De divinatione riferisce la difesa compiuta da C. del valore profetico dei sogni, i quali sono prodotti dall'intelletto (νοῦς) nel momento in cui più si stacca dal corpo e quindi è più vicino alla ...
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PAGO
Giacomo Devoto
. Distretto campagnolo che nell'antico territorio di Roma si contrappone ai monti. L'opposizione di pagani e montani dura ancora al tempo di Cicerone. Si conoscono cinque nomi di [...] pagi per l'antica Roma: Sucusanus presso la Suburra, Montanus presso la porta Esquilina, Aventinensis, Ianiculensis presso i rispettivi monti, Lemonius oltre la porta Capena.
La festa caratteristica è ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...