mondo² s. m. [lat. mundus (voce d'incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti]. - 1. [la totalità di tutte le cose create [...] , slavo] ≈ civiltà, cultura, società, [in senso storico] epoca. c. [complesso di persone che hanno interessi, attività, atteggiamenti, ecc., comuni: il m. politico, dello spettacolo] ≈ ambiente, ambito, categoria, cerchia, ceto, classe, giro, gruppo ...
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mortale [dal lat. mortalis, der. di mors mortis "morte"]. - ■ agg. 1. a. [che è soggetto a morte: gli uomini sono m.] ≈ (lett.) perituro. ↔ eterno, immortale, (lett.) imperituro. b. (estens.) [che è proprio [...] tollerabile. e. (estens., iperb.) [di sentimento o stato d'animo che affligge profondamente: angoscia m.; un film di una noia m.] ≈ atroce, insopportabile, intollerabile, (lett.) mortifero, spaventoso, terribile, tremendo. ↔ sopportabile, tollerabile ...
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mortificazione /mortifika'tsjone/ s. f. [dal lat. tardo mortificatio -onis, der. di mortificare "far morire"]. - 1. (teol.) [sofferenza che l'uomo volontariamente s'impone per vincere le cattive inclinazioni [...] o come pratica ascetica: sottoporsi a una continua m.] ≈ macerazione. ‖ penitenza, privazione, sacrificio. 2. (fig.) [l'essere ferito nell'amor proprio: provare m. per un rimprovero] ≈ avvilimento, desolazione, umiliazione, vergogna. ...
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mortorio /mor'tɔrjo/ s. m. [der. di morto]. - 1. (non com.) [cerimonia con cui si accompagna un defunto alla sepoltura] ≈ esequie, funerale. 2. (fig.) [festa, cerimonia e sim., che si svolgono senza allegria [...] e vivacità: il ballo ieri sera è stato un m.] ≈ funerale. ‖ (fam.) barba, noia, (eufem.) rottura di scatole (o di tasche o, volg., di palle). ...
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asceta /a'ʃɛta/ s. m. e f. [dal lat. tardo asceta o ascetes, gr. askētḗs "che si esercita"] (pl. m. -i). - 1. (relig.) [chi pratica l'ascetismo] ≈ eremita, mistico, (lett.) romito, [nel Cristianesimo primitivo [...] e medievale] anacoreta. ‖ stilita. 2. (estens.) [chi fa una vita austera e di rinunzia] ≈ eremita, monaco. ↔ festaiolo, gaudente, (scherz.) vitaiolo, viveur ...
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ecclesiastico /ek:le'zjastiko/ [dal lat. tardo ecclesiastĭcus, gr. ekklesiastikós, der. di ekklēsía "chiesa"] (pl. m. -ci). - ■ agg. (eccles.) [che riguarda la Chiesa o il clero: storia, tradizione e.; [...] indossare l'abito e.] ≈ chiesastico, clericale, [di diritto] canonico. ‖ ecclesiale. ⇑ religioso. ■ s. m. (eccles.) [chi appartiene al clero] ≈ chierico. ⇑ religioso. ⇓ prelato, prete, sacerdote. ↔ laico. ...
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magia /ma'dʒia/ s. f. [dal lat. tardo magīa, gr. magéia]. - 1. a. (etnol.) [pratica e forma di sapere esoterico e iniziatico che pretende di essere capace di controllare le forze della natura e di sottoporle [...] , sortilegio, stregoneria. ‖ iettatura, maleficio, malocchio. 2. (fig.) a. [forza maliosa e incantatrice, che si sprigiona da una persona o da una cosa: godersi la m. del tramonto] ≈ fascino, incanto. b. [fatto imprevisto e sorprendente: questa è una ...
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miracolo /mi'rakolo/ s. m. [dal lat. miracŭlum "cosa meravigliosa", der. di mirari "meravigliarsi"]. - 1. (teol.) [intervento straordinario concesso all'uomo da Dio o dalle creature celesti: chiedere un [...] se riuscirà a cavarsela] ≈ prodigio. ▲ Locuz. prep.: per miracolo [in un modo che ha dell'incredibile: mi reggo in piedi per m.] ≈ a fatica, a malapena, a stento. ↑ (fam.) per il rotto della cuffia. 3. [cosa, evento con qualità fuori del comune: par ...
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mostro /'mostro/ s. m. [lat. monstrum "prodigio, portento"]. - 1. [essere che si presenta con caratteristiche estranee al consueto ordine naturale] ≈ ‖ monstrum, mostruosità. 2. (estens.) a. [persona brutta [...] incute un senso di orrore e repulsione: è un vero m.] ≈ (pop.) aborto, (fam.) cesso, obbrobrio, che possiede certe qualità in misura molto superiore al normale, anche seguito da una specificazione: tuo fratello è un m. di bravura; quel pianista è un m ...
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episcopo /e'piskopo/ s. m. [dal gr. epískopos "ispettore"], non com. - (eccles.) [sacerdote che governa una diocesi] ≈ ordinario, vescovo. ...
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Io Dante a te che m'hai così chiamato
Vincenzo Pernicone
. Con questo sonetto (Rime XCIII) D. rispose per le rime al sonetto Dante Alleghier, d'ogni senno pregiato (v.), inviatogli da un anonimo rimatore, del quale è probabile che egli stesso...
Ciò che m'incontra, ne la mente more
Mario Pazzaglia
. Sonetto della Vita Nuova (XV 4-6), su schema ABAB, ABAB: CDE, CDE, presente nella tradizione manoscritta della Vita Nuova e accolto nella Giuntina del 1527. Sviluppa con nuove argomentazioni...