Nome dato da M. Duval alla porzione epiteliale inspessita della vescicola blastodermica dei Mammiferi, con cui l’embrione si attacca alla parete uterina e che successivamente partecipa alla formazione [...] della placenta. La e. è, secondo alcuni, di origine fetale, secondo altri prodotta dalla proliferazione dell’epitelio uterino ...
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Proteina monomerica (p. m. 67.000) che lega i filamenti di actina nei fasci che costituiscono l’asse portante del microvillo. È accertato che l’interazione f.-actina non è calcio-dipendente, a differenza [...] di quella di proteine simili. In passato la f. era chiamata plastina ...
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In embriologia, formazione dalla quale deriva il corpo vitreo dell’occhio. Il m. è costituito da un reticolo fibrillare molto fitto, che secondo alcuni si forma attraverso fenomeni di organizzazione della [...] sostanza amorfa, mentre secondo altri deriva da prolungamenti delle cellule vicine ...
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In biologia, termine introdotto da M. Hartmann per indicare particolari sostanze presenti nei gameti che facilitano la fecondazione. La prima di queste sostanze fu dimostrata da F.R. Lillie (1911) nelle [...] uova di riccio di mare e da lui denominata fertilizina ...
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Cellula embrionale dalla quale deriva la fibra muscolare striata. Durante lo sviluppo embrionale i m., che hanno in principio aspetto epiteliale, si vanno lentamente differenziando fino ad assumere la [...] caratteristica forma di plasmodio delle fibre muscolari adulte ...
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(o metamielocita) Cellula che rappresenta l’ultimo stadio immaturo della granulocitopoiesi (➔ leucocito), normalmente non osservabile in circolo. In base alle granulazioni citoplasmatiche i m. si distinguono [...] in neutrofili, eosinofili e basofili ...
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Detto di laguna, o più in generale di bacini acquei, la cui salinità è al di sotto del 20%.
Specie m. Sono quelle che vivono in acque di questo tipo. ...
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In genetica, m. genetico, la forma allelica di un gene la cui espressione fenotipica può essere seguita nel corso delle generazioni degli organismi che si intende studiare (➔ genetica). ...
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Plancton che vive nella zona illuminata del mare (fino a 30 m di profondità); si chiama anche fotoplancton, e si contrappone allo cnefoplancton e allo scotoplancton. ...
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In genetica molecolare, sequenza di DNA ricombinante progettato artificialmente, che permette la produzione del polipeptide desiderato.
Per l’uso dei m. nella terapia genica ➔ terapia. ...
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m, M
(èmme) s. f. o m. – Dodicesima lettera dell’alfabeto latino, che rappresenta, in italiano come in altre lingue, un unico fonema, la nasale bilabiale sonora: una consonante cioè che si pronuncia con un’occlusione delle labbra (come p,...
che
ché cong. – È la cong. che, adoperata col senso di perché (interrogativo o causale), e scritta con l’accento perché pronunciata con tono vibrato: padre mio, ché non m’aiuti? (Dante); teneva le mani in tasca ché sentiva freddo.