Genere (Chlamydia) di batteri gram-negativi. In passato, la loro filtrabilità e la difficoltà a individuarli al microscopio ottico li fece classificare come virus; in seguito furono considerati come forme [...] troppo voluminosi, oltre a essere sensibili alle tetracicline. F.M. Burnet nel 1960 propose il termine Magnovirus, poi prevalse il la tassonomia dell’American Society for Microbiology, che ha definitivamente classificato questi microrganismi tra i ...
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(ebr. Gālīl) Nome storico con il quale si designa la parte settentrionale dell’altopiano della Palestina limitato a N dalle pendici meridionali del Libano, a S dalla vasta piana di Esdrelon, a E dal fiume [...] fino alla piana di Esdrelon, su cui domina il Monte Tabor (588 m). È la zona più piovosa della Palestina. Le sorgenti sono abbastanza differenzia dal Neandertal per il frontale alto e stretto, che ricorda un tipo australoide.
Per la storia della G ...
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Biologo italiano dello sviluppo (n. Palermo 1933 - m. 2016). Prof. presso l'Univ. di Palermo, ha insegnato istologia ed embriologia, anatomia comparata e (dal 1993) biologia dello sviluppo; ha inoltre [...] 83) del Comitato Scientifico dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma e, dal 1989 al 1995, del CNR. La sua attività scientifica, che ha utilizzato come modello il riccio di mare, è stata volta allo studio dei meccanismi alla base dello sviluppo e ha ...
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Biologia
Costituzione segmentale (o metamerica) del corpo di molti animali, Anellidi, Artropodi e Vertebrati, in cui uno o più organi si ripetono nei metameri o segmenti successivi. La m. può essere più [...] da non lasciare più traccia della primitiva segmentalità. La m. ha origine nella ripetizione dei segmenti mesodermici o somiti la metameria.
Chimica
Lo stesso che isomeria di struttura (➔ isomeria); il composto che la presenta è detto metamero. ...
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Genesi degli eritrociti della serie megalocitica, costituita dal promegaloblasto, dal megaloblasto basofilo, dal megaloblasto policromatofilo, da quello ortocromatico, dal promegalocito e infine dal megalocito. [...] si distinguono per la finezza del reticolo cromatico nucleare che non mostra tendenza ad addensarsi in blocchi e per sostanza granulofilamentosa, ancora osservabile nel promegalocito che lo precede. La m. embrionale comincia alla 2a settimana e cessa ...
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In embriologia, ciascuna delle strutture metameriche derivate dai miotomi, costituenti la muscolatura parietale o somatica, cioè del tronco, della coda e delle appendici dei Vertebrati, che si susseguono [...] ; si estendono poi ventralmente fino a raggiungere la linea mediana ventrale (linea alba) che viene così a separare i m. dei due lati. In ciascun m. le fibre muscolari sono disposte parallelamente in senso longitudinale, inserite fra un miosetto e ...
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Biologo (n. Londra 1910 - m. 1983), lettore di zoologia all'University College di Londra (1932-47), poi prof. di zoologia all'univ. del Texas (1947-53). Trasferitosi in Australia, ha tenuto le cattedre [...] sull'argomento. Nel volume Modes of speciation (1978) W. esamina i varî modelli di speciazione e in base alle proprie ricerche ne propone uno nuovo, che egli chiama "speciazione stasipatrica" (basata essenzialmente su riordinamenti cromosomici). ...
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Cellula capostipite della serie piastrinica, derivante dalla cellula staminale, voluminosa, con nucleo nucleolato tondeggiante o polimorfo. I m. si osservano nel midollo osseo, se sono in circolo hanno [...] significato patologico. Megacariocito Cellula della serie piastrinica di notevoli dimensioni (diametro fino a 100 μm), che deriva dal m. e dà origine alle piastrine. Il nucleo è plurilobato e il citoplasma è basofilo negli elementi meno maturi ( ...
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Dottrina evolutiva dello sviluppo che dominò per più di un secolo (metà del 17°-fine del 18°), secondo cui nell’uovo e nello spermatozoo era presente il nascituro, già completo in tutte le sue parti. Gautier [...] spermatici dato agli spermatozoi; altri invece, come C. Bonnet, M. Malpighi, J. Swammerdam, A. von Haller, sostennero la Bonnet (1791) spinse la sua teoria fino ad ammettere che l’organismo contenuto nell’uovo racchiudesse tutti i germi delle ...
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In genetica molecolare, tratto di DNA ripetuto molte volte, caratterizzato da una sequenza di due o tre nucleotidi ripetuta in gruppi sparsi in tutto il genoma. La lunghezza del m. varia da individuo a [...] sono presenti in media ogni 10.000 basi circa. In genere il m. CA fiancheggia sequenze di DNA presenti una sola volta nel genoma, identificare negli individui affetti alcuni marcatori molecolari che vengono ereditati insieme al gene mutato ...
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m, M
(èmme) s. f. o m. – Dodicesima lettera dell’alfabeto latino, che rappresenta, in italiano come in altre lingue, un unico fonema, la nasale bilabiale sonora: una consonante cioè che si pronuncia con un’occlusione delle labbra (come p,...
che
ché cong. – È la cong. che, adoperata col senso di perché (interrogativo o causale), e scritta con l’accento perché pronunciata con tono vibrato: padre mio, ché non m’aiuti? (Dante); teneva le mani in tasca ché sentiva freddo.