VARSAVIA (pol. Warszawa; A. T., 51-52)
Giuseppe CARACI
Feliks KOPERA
Jean DABROWSKI
Zdzislaw JACHIAIECKI
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Capitale della repubblica polacca. La città, che è collocata quasi esattamente al centro [...] personale. Allora l'influsso italiano cedette allo stile rococò di Dresda: architetti sassoni, o italiani che lavorarono a Dresda - M. D. Pöppelmann, Z. Longuelune, I. F. Knöbel, I. C. Knöffel, Fontana, Jauch I. D. von Krubsacius, G. Chiaveri, I. S ...
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VARIAZIONE
Gastone ROSSI-DORIA
. Nella dottrina della composizione, questo termine designa la modificazione melica, o ritmica, o armonistica o contrappuntistica, o timbrica, o addirittura complessiva, [...] lavoro. F. Mendelssohn, intitolando una sua composizione Variations sérieuses, non senza grazia distingue il suo "variare", che è cosa - annunziato già in tempi postromantici dall'isolato bachiano M. Reger - possiamo già vedere indizî, nella recente ...
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VIVALDI, Antonio
Fausto Torrefranca
Violinista e compositore veneziano detto il "prete rosso", come asserisce il Goldoni, dal colore dei suoi capelli. Non se ne conosce con esattezza né l'anno della [...] chechechechechechechechechechechechechechechecheche improbabile che sia che ne dissero il Quantz, che ne sentì i concerti a Pirna, in Sassonia nel 1714, ed il Pisendel, cheche negli anni dal 1708 al 1717 cadono le trascrizioni chechechechechechecheM ...
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Disciplina musicologica che ha come proprio oggetto di studio la musica di tradizione orale, cioè tutta la musica che risulta prodotta in aree o culture poste al di fuori della tradizione musicale europea [...] . Herzog, M. Kolinsky, M. Schneider e altri, che diedero vita negli Stati Uniti a un nuovo capitolo dell'e., che appare caratterizzato da è solo negli anni Trenta che appare la cosiddetta ''generazione di mezzo'', legata ai nomi di F. B. Pratella, G. ...
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Nell'ultimo ventennio la pratica artistica ha confermato la storica legittimità del movimento che, precorso sotto il segno bachiano da alcuni maestri del primo Novecento (quali M. Reger e F. Busoni), variamente [...] , sia pure a tratti, nella pratica di moltissimi musicisti (quali A. Roussel, F. Poulenc, A. Casella, I. Pizzetti e G. F. Malipiero), talché si può affermare che questa semplicità costituisca (quando si sia tenuto conto, per un verso, della diversa ...
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GILLESPIE, John Birks, detto Dizzy
Antonio Lanza
Trombettista, cantante, compositore e direttore d'orchestra statunitense, nato a Cheraw (Carolina del Sud) il 21 ottobre 1917.
Adolescente, iniziò a [...] esperienze con la big band di F. Fairfax a Philadelphia nel 1935, venne jazz, tra cui Ch. Parker.
Nel 1946 G., che per il Jazz at the Philharmonic aveva inciso (29 gennaio be or not to bop (1979).
Bibl.: M. James, D. Gillespie, Londra 1959 (trad. ...
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QUINAULT, Philippe
Mario Bonfantini
Scrittore francese, nato a Parigi il 3 giugno 1635, morto il 26 nommbre 1688. Di umile condizione (figlio di un fornaio di Rue de Grenelle), entrò come servitorello [...] fu presto introdotto nella società "preziosa" da M.me d'Oradour, e ne divenne adulatissimo ornamento lo legò a sé con un contratto che li unirà per tre lustri nella creazione Lulli et Scarlatti, ivi 1895; F. Lindermann, Die Operntexte Quinault's ...
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Compositore, direttore d'orchestra e saggista francese, nato a Montbrison, Loira, il 26 marzo 1925. Avviato dapprima agli studi scientifici, dopo aver per breve tempo frequentato il Politecnico, s'iscrisse [...] e Pli selon pli (1958-60), in un processo che tende a unire al rigore e alla razionalità delle strutture sonore F. Lesure, P. Boulez, in Musica d'oggi, 1958; G. Ligeti, P. Boulez, in Die Reihe, 1958; M. Butor, Mallarmé selon Boulez, in Melos, 1961; M ...
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Pseudonimo di David Robert Jones, cantante e compositore inglese di rock, nato a Londra l'8 gennaio 1947. Si avvicinò alla musica all'inizio degli anni Sessanta, suonando il sassofono e cantando in diversi [...] artisti (Dancing in the street, con M. Jagger; This is not America, con fell to Earth (1976; L'uomo che cadde sulla Terra), sono da segnalare le si ricordano quelle in Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo (1981; Christiane F. - noi i ragazzi ...
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Pianista cileno naturalizzato statunitense, nato a Chillán (Chile) il 6 febbraio 1903, morto a Mürzzuschlag (Austria) il 9 giugno 1991; è considerato uno dei più grandi interpreti della sua generazione. [...] conservatorio Stern di Berlino, dove studiò con M. Krause, uno degli ultimi allievi di F. Liszt. Dopo aver debuttato nel 1914 in tardo Ottocento tedesco, è innanzitutto un 'filologo' che pone particolare attenzione alla forma; di natura riflessiva e ...
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f, F
(èffe) s. f. o m. – Sesta lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola deriva dal segno Ϝ (digamma) dell’alfabeto greco primitivo, segno ch’era usato per indicare la semivocale u̯, conservatasi fino ai tempi storici in varî dialetti;...
m, M
(èmme) s. f. o m. – Dodicesima lettera dell’alfabeto latino, che rappresenta, in italiano come in altre lingue, un unico fonema, la nasale bilabiale sonora: una consonante cioè che si pronuncia con un’occlusione delle labbra (come p,...