Nome applicato ai popoli della Spagna centrale dopo gli avvenimenti dell'anno 218 (Livio, XXII, 2, 3); la loro più antica menzione è in Polibio (III, 5, 1). Lo Schulten crede che già Timeo ed Eratostene [...] del bacino dell'Ebro, escludendo di tra essi gli Arevaci.
Eccezion fatta di Plinio che non parla di tribù particolari dei Celtiberi e di Tolomeo che lascia a parte gli Arevaci e i Pelendoni menzionati anche da Plinio, tutti gli autori enumerano come ...
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Pretore nel 175 a. C.; sconfisse i Celtiberi; nel 172 fu ambasciatore in Tessaglia, nel 170 fu legato nell'Illirico, dove fu sconfitto. Incaricato di missioni politiche ancora nel 155 e 154. ...
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NUMANZIA
Pietro Bosch
. Numantia fu la principale città dei Celtiberi, resa celebre dal famoso assedio che terminò le guerre di Roma con i Celtiberi, incorporando definitivamente il loro territorio [...] o un silo sotterraneo.
I primi contatti dei Numantini con Roma sono del tempo di Catone, che nelle sue campagne in Celtiberia dopo avere abbandonato l'assedio di Segontia, nella ritirata verso l'Ebro si trattenne vicino a Numanzia, nel primo campo di ...
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. Una delle quattro tribù dei Celtiberi presso Polibio; delle quali i Lusoni, Belli e Titti sono chiamati citeriori e abitano le valli dei Jalón e Jiloca, e gli Arevaci, che avevano sotto la loro clientela [...] distruzione di Numanzia per opera di Scipione Emiliano riuscì a tener fronte alle armi romane e ad unire tutti i popoli celtiberi, anche i Belli e Titti citeriori. Nel tempo della guerra numantina non si parla della tribù dei Pelendoni, alla quale le ...
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Pretore (186 a. C.) nella Spagna Ulteriore, riportò al fiume Tago una importante vittoria sui Lusitani e sui Celtiberi (185) meritando il trionfo; triunviro per la deduzione di colonie (181), poi console [...] (180), morì in un'epidemia mentre stava per partire per la Liguria. Sua moglie, Quarta Ostilia, fu accusata di averlo avvelenato e condannata ...
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Città della Spagna, situata 10 km a NE di Barcellona e ora quasi saldata a essa.
Importante centro fortificato dei Celtiberi, in età romana fu municipio ( Baetulo). Pietro IV d’Aragona la conquistò nel [...] 1355; i pirati algerini la saccheggiarono nel 1519; per avere accolto e sostenuto l’arciduca Carlo nel 1704 venne messa a ferro e fuoco dall’esercito borbonico di Filippo V, al termine della guerra di ...
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Tribuno romano della plebe nel 103 a. C.; pretore nel 101; nel 100, governatore della Macedonia, vinse gli Scordisci; console nel 98, combatté contro i Celtiberi e trionfò nel 93; morì nell'89 nel corso [...] della guerra sociale ...
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Città dell'Hispania Citerior (Tarraconensis), posta sopra una roccia presso il Salon, oggi Jalón (rapidus quem Salo cingit aquis, Marziale, X, 103), nel paese dei Celtiberi. La sua situazione precisa presso [...] traversata dal Salone, ove l'esercito romano condotto da Fulvio Flacco riportò nel 180 a. C. una sanguinosa vittoria sopra i Celtiberi. Secondo lo Schulten (Numantia, I, p. 345) presso il Saltus Manlianus avvenne nell'anno 152 anche l'agguato dei ...
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Console (93 a. C.), governò la Gallia e per le vittorie ivi riportate ebbe il titolo di imperator; fu poi partigiano di Silla, passò in Spagna e vinse in una grande battaglia i Celtiberi, ottenendo il [...] trionfo (81) ...
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celtibero
celtibèro (o celtibèrico) agg. – Relativo o appartenente all’antica popolazione dei Celtibèri (gr. Κελτίβηρες, lat. Celtibēri), stanziati nella Spagna centrale.
numantino
agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Numantinus]. – Di Numànzia, antica città della Spagna, capitale dei Celtibèri, situata su un altopiano alla confluenza del fiume Tera col Duero; abitante, nativo, originario di Numanzia. Guerra n.,...