Pittore (Arpino 1568 - Roma 1640). Tipico rappresentante delle tendenze naturalistiche tardo manieriste, fu incaricato di vaste imprese decorative (decorazione della cupola e della sagrestia della Certosa [...] , ecc.), nelle quali mostra una ripresa, in termini controriformati, dei modelli raffaelleschi. Ebbe una vastissima produzione sia di pale d'altare, per le quali elaborò una efficace formula pietistica, sia di quadretti da camera di tema religioso e ...
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Pittore (Iesi 1550 - Roma 1620). Allievo del Cavalierd'Arpino, si distingue tra i tardi manieristi romani per un suo personale senso del colore (affreschi della cappella del Sacramento in S. Maria in [...] Trastevere, 1589) ...
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Gia comune della provincia di Caserta, ora incluso in quella di Frosinone: sito a 450 m. s. m. Ha 10.194 ab., per la maggior parte distribuiti nelle numerose frazioni (12, compreso il capoluogo) o sparsi [...] celebre per avere dato i natali a Mario, il rivale di Silla, a Cicerone e a Giuseppe Cesari, detto il Cavalierd'Arpino, è ricca di avanzi dell'età preromana e medievale. Poco discosta dalla città è l'acropoli, detta oggi Civitavecchia, che raggiunge ...
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Caravàggio, Michelangelo Merisi (o Amerighi) detto il. - Pittore (Milano 1571 - Porto Ercole 1610), detto C. dal paese d’origine della famiglia. Allievo di S. Peterzano a Milano (1584), intorno al 1592 [...] andò a Roma, dove il Cavalierd’Arpino lo avrebbe applicato «a dipingere fiori e frutta». Protetto dal cardinale F. M. del alcune fonti sarebbe stata richiesta una seconda versione della pala d’altare) e avviò la celebrità dell’artista. Dopo i ...
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Pittore (Roma 1602 - ivi 1660). Frequentò lo studio del Cavalierd'Arpino e di Jacob de Hase (1575-1634), un fiammingo pittore di battaglie, ma determinante fu il suo incontro con P. van Laer e la cerchia [...] dei Bamboccianti. Si dedicò a una pittura di genere nella quale il tema quotidiano o pittoresco è tuttavia trattato con un senso della luce e della verità decisamente caravaggesco. Tra le sue opere più ...
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Pittore (Sarzana 1589 - Genova 1669). Fu a Genova con A. Lomi e poi con G. B. Paggi. In seguito andò a Roma (1607-17), studiando Raffaello e l'antico, e lavorando come aiuto del cavalierd'Arpino e del [...] Passignano. A Roma subì fortemente l'influsso caravaggesco, come mostrò al suo ritorno in patria attraverso una abbondantissima produzione: storie di Ester nel palazzo Lomellini, dove sono anche altre ...
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Pittore (Gubbio 1587 - Roma 1663), scolaro e seguace del Cavalierd'Arpino, fu anche influenzato da Pietro da Cortona. Eseguì soprattutto affreschi decorativi (in varie chiese di Roma, di Gubbio e di Savona [...] e in Casa Durazzo a Genova) ...
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Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega [...] , G. e C. Rainaldi, i Longhi, C. Fontana. In pittura, a Roma, oltre la pittura ancora tardocinquecentesca del Cavalierd’Arpino, l’esempio di Caravaggio fu di larga imitazione (O. e A. Gentileschi, O. Borgianni, B. Manfredi); premessa alle correnti ...
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MOLA, Pier Francesco
Wart ARSLAN
Pittore e incisore, nato a Coldrerio (Canton Ticino) nel 1612, morto a Roma nel 1666. Venuto, ancora fanciullo, a Roma, vi ebbe a primo maestro il Cavalierd'Arpino [...] p. 177 segg.; id., Die Malerei des Barock in Rom, Berlino 1925, p. 449 segg.; W. Arslan, Opere romane di P.F.M., in Boll. d'arte, VIII (1928-29), p. 55 segg.; G. Fiocco, La pittura veneziana del Sei e Settecento, Bologna 1929, p. 38 segg. e p. 76; H ...
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