valgismo In medicina, alterazione dei normali rapporti fra i maggiori assi di due segmenti scheletrici contigui, con deviazione del segmento distale all’esterno. È condizione analoga e opposta al varismo [...] (➔), con il quale ha in comune le cause. ...
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ulcera In patologia umana e in veterinaria, soluzione di continuo, di forma rotondeggiante od ovalare, dei tegumenti e dei tessuti di rivestimento delle cavità interne, che interessa anche il tessuto connettivo [...] della lesione ulcerosa in queste due sedi agiscono in situazioni diverse. In generale, quando viene alterato, per varie cause, l’equilibrio esistente tra fattori aggressivi (acido cloridrico e pepsina) e fattori di protezione (strato mucoso, ruolo di ...
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TIROIDE (XXXIII, p. 918)
Ettore CUBONI
L'attività endocrina della ghiandola tiroide, a quanto risulta dalle variazioni del suo aspetto istologico, è intensa nelle prime epoche della vita e diminuisce [...] dopo la pubertà; varie cause possono modificare la struttura istologica della tiroide: il cambiamento delle stagioni, la gravidanza (che provoca iperplasia), le mestruazioni, il freddo, taluni alimenti. La tiroide è abbondantemente vascolarizzata; si ...
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senescenza Il lento processo involutivo fisiologico che segue l’età matura. Negli ultimi decenni del 20° sec. si è assistito a un notevole cambiamento della durata della vita umana che, in poco più di [...] , e che sia probabilmente proprio in una modificazione di questo sistema integrato che vada ricercata a livello sistemico la causa della senescenza. Soltanto nella seconda metà del 20° sec. si è cominciato a comprendere quali profondi e devastanti ...
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teleangectasia Dilatazione varicosa dei vasi sanguigni capillari del derma. Le t. si presentano caratteristicamente come fini striature, ramificate o reticolate, lineari o sinuose, di colorito rosso o [...] bluastro; scompaiono temporaneamente sotto compressione. Sono determinate da varie cause: ereditarie, trofiche (degenerazioni e atrofie del derma), circolatorie (congestioni, flogosi, cicatrici, acrocianosi; morbo di Raynaud ecc.).
L’emangioma ...
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NOSOGRAFIA
Giovanni Federspil
Con il termine n. si indica la descrizione delle malattie. La scienza basilare della medicina − la patologia − abbisogna, come ogni altra scienza naturale, di una terminologia [...] in base alle lesioni anatomiche o ai sintomi o ai meccanismi che ne determinavano il decorso, ma in base alle cause che le provocavano. Per es., già nel 1888, il clinico tedesco von Jurgensen aggiunse al tradizionale ordinamento delle malattie un ...
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Termine riferito a qualsiasi fenomeno non connesso con una sepsi. La necrosi a. è quella di un tessuto non dovuta all’azione di germi patogeni ma ad agenti chimici, tossici ecc.; febbre a. è ogni febbre [...] indipendente da cause batteriche o da virus. ...
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Eccessivo contenuto di gas nel tubo gastroenterico, in alcuni tratti di esso (m. localizzato o regionale) o in tutta la sua estensione (m. generalizzato). Nel primo caso è sintomo di occlusione intestinale; [...] nel secondo può avere diverse cause: eccessiva introduzione di aria con il cibo o con le bevande (aerofagia); eccessiva produzione di gas durante i processi digestivi; deficiente assorbimento dei gas attraverso la parete intestinale; arrestato o ...
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Medico (Cislago 1752 - Milano 1831). Creò a Legnano un ospedale per pellagrosi di cui fu il direttore fino a quando non divenne primario dell'Ospedale Maggiore di Milano. Per primo si occupò a fondo della [...] pellagra, attribuendone le cause a fattori alimentari e tossici (uso di pane di granoturco guasto) e alla indigenza, descrivendone il quadro clinico e identificandolo col mal della rosa descritto in Spagna. ...
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PIRETOTERAPIA
Giuseppe GIUNCHI
. Procedimento curativo consistente nella provocazione artificiale della febbre a scopo terapeutico. Dal concetto che la febbre debba essere considerata come un processo [...] fondamentalmente utile per l'organismo nella lotta contro le più diverse cause morbose, e dall'osservazione empirica del miglioramento di talune malattie nel corso di processi febbrili spontaneamente insorti, deriva la pratica applicazione ...
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causa
càuṡa s. f. [dal lat. causa; cfr. cosa]. – 1. a. Fatto o avvenimento che provoca un determinato effetto, che è origine o occasione di un altro fatto: l’umidità è c. di malattie; il contatto dei due fili è stato c. di un corto circuito;...
causare
cauṡare v. tr. [dal lat. causari, lat. tardo causare, der. di causa «causa»] (io càuṡo, ecc.). – 1. Originare, far succedere, produrre: c. danni; c. uno scandalo; la sua incoscienza ha causato la nostra rovina; lo scontro fu causato...