Poeta lirico latino (n. Verona 84 a. C. circa - m. non prima del 54). Di agiata famiglia, andò a Roma appena indossata la toga virile e fu accolto nell'alta società e nei circoli letterarî più noti. Fu [...] l'aspetto di una finzione letteraria e balza viva anche nel c. 51 tradotto da Saffo. Nei carmina docta, del secondo gruppo, Catullo s'impone una disciplina più rigida. Il c. 61, vero epitalamio, è ispirato a un modello ellenistico a noi ignoto, ma ...
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Naturalista (Belluno 1782 - Padova 1869); prof. di storia naturale all'univ. di Padova fino al 1851, pubblicò molti lavori riguardanti particolarmente la geologia e la paleontologia del Veneto. La sua opera Zoologia fossile delle provincie venete (1827) segna un grande progresso nella geologia d'Italia ...
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Uno dei poetae novi latini, più giovane di Catullo (1º sec. a. C.); secondo Apuleio cantò una Metella con lo pseudonimo di Perilla. Se ne hanno solo 3 versi. ...
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Poeta croato (Jajce 1904 - Zagabria 1982). Insegnò latino nei licei; tradusse Catullo, Properzio, Tibullo. I versi che compose prima della seconda guerra mondiale (Pjesme siromašnog sina "Poesie di un [...] figlio povero", 1926; Isus i moja sjena "Gesù e la mia ombra", 1934) sono permeati da un senso quasi francescano di fraternità con la natura e con gli oppressi; nella produzione successiva (Tajanstvena ...
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Poeta latino (1º sec. a. C.) dei poetae novi, originario della Gallia Cisalpina, amico di Catullo con cui seguì il pretore Gaio Memmio in Bitinia nel 57 a. C. Resta di lui solo un epigramma di due distici; [...] sulla passione incestuosa di Mirra per il padre Cinira, opera di ricercata erudizione più che d'ispirazione poetica, molto lodata da Catullo nel carme 95 e da Virgilio nella IX egloga. Da alcuni è identificato con quel Gaio Elvio Cinna che fu tribuno ...
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Poeta latino (n. Roma 82 - m. 47 a. C.), figlio dell'annalista Licinio Macro, amico di Catullo; del cenacolo dei poetae novi. Compose epigrammi, epillî, fra cui il poemetto mitologico Io, epitalamî, elegie [...] in morte di Quintilia (forse sua moglie); di queste, esaltate da Catullo e poi da Quintiliano, è rimasto un sol verso: pare che iniziassero in Roma il passaggio dall'elegia di carattere narrativo a quella di carattere puramente lirico. C. fu anche ...
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Filologo classico britannico (Barning, Kent, 1834 - Oxford 1913); professore di latino a Londra e a Oxford. Studiò Catullo (ediz. commentata, 2 voll., 1867; Commentary on Catullus, 1876; traduzione in [...] versi, 1871) e curò le edizioni di Aviano (1887), di Velleio Patercolo (1898), dell'Appendix Vergiliana (1908) ...
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CAJUMI, Arrigo
Felice Del Beccaro
Nato, di famiglia modenese, a Torino il 22 ott. 1899 da Catullo e da Imelda Zironi, iniziò gli studi di ragioneria, avendo quali insegnanti di materie letterarie A. [...] Farinelli e F. Neri passati poi alla cattedra universitaria: specie il secondo esercitò una influenza decisiva su di lui. Interrotti gli studi per partecipare, volontario, alla prima guerra mondiale, li ...
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Poeta latino (1º sec. a. C.). Tra i grandi poeti dell'età cesariano-augustea e in particolare accanto ai due maggiori elegiaci, Catullo e Properzio, T. si distingue per una sua vena, che a torto si considererebbe [...] "minore". Fu artista di squisita sensibilità, di sentimenti delicati, amante della vita nascosta, fatta di serene gioie sensuali e di quiete, intime fantasie. Le elegie di T. sono raccolte, assieme a composizioni ...
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catulliano
agg. [dal lat. Catullianus]. – Di Catullo, poeta lirico latino (1° sec. a. C.), o che è proprio, che ha i caratteri della poesia di Catullo: carmi c.; stile c.; eleganza catulliana. Endecasillabo c., altro nome del verso falecio,...
falecio
falècio (o falecèo; raro falèucio o falèuco) agg. e s. m. [dal lat. phalaecius, phalaecēus, phaleucius o phalaecus (versus); gr. ϕαλαίκειον (μέτρον)]. – Verso endecasillabo della metrica classica, di schema ⌣̅⌣̅–́⌣⌣–́⌣̅–́⌣–́⌣̅, così...