Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su [...] ma di fatto procedimenti tipologizzanti sono già in Lüdtke (1964) e Sabatini (1965); si ricordano, per es., le tre categorie delle «liste di nomi», della «descrizione di confini prediali» e delle «testimonianze».
La tipologia di Koch prescinde dalla ...
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Comunicazione
Raffaele Simone e Lucio D'Amelia
Derivato dal latino communis, "comune a molti o a tutti", il termine comunicazione indica in generale l'attività del comunicare: esso si applica a ogni [...] e parimenti formalizzati di artisti e performers (per es., i mimi e i clown), a quelli propri di alcune categorie di portatori di handicap (per es., il linguaggio dei segni dei sordomuti). Scendendo, poi, nella scala della codificazione formale ...
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Natura e cultura nel linguaggio
Elizabeth Bates
(Center for Research in Language, University of California San Diego, California, USA)
In questo saggio vengono discussi la struttura, le origini, lo sviluppo [...] fare. Se insistiamo sul fatto che il collo è un organo per raggiungere le foglie, allora dovremmo includere in questa categoria anche il resto della giraffa, compresi i cambiamenti cardiovascolari, l'adeguamento della lunghezza delle zampe e così via ...
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categoria
categorìa s. f. [dal gr. κατηγορία «imputazione, predicato, attributo», der. di κατηγορέω «accusare, affermare, asserire»; lat. tardo categorĭa]. – 1. In generale, il predicato di una proposizione, l’attributo di un soggetto. a....
categorico
categòrico agg. [dal lat. tardo categorĭcus, gr. κατηγορικός] (pl. m. -ci). – 1. Di categoria, relativo a categorie nel sign. filosofico; il termine, che in Aristotele significava semplicem. «affermativo», ha assunto nella filosofia...