L’aspetto è una categoria grammaticale dei ➔ verbi che esprime diversi modi di vedere la scansione temporale interna a una situazione. Bertinetto (1986: 76) descrive come segue le proprietà aspettuali [...] come un tutto unico indecomponibile (cfr. Comrie 1976: 3). In un certo senso, l’azione del leggere ci vede, in questo caso, spettatori esterni. Al contrario, la frase in (2) indica un’azione osservata dal suo interno, cioè da un punto qualunque del ...
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Con il termine diatesi (dal gr. diáthesis, lett. «disposizione»; in inglese è in uso il termine voice, reso in italiano con voce) si intende una categoria propria dei ➔ verbi che serve a esprimere le correlazioni [...] (o analitiche; ➔ perifrastiche, strutture); in questo caso, i verbi bi- e trivalenti hanno l’ausiliare avere la funzione logica dei ruoli tematici del verbo e la loro funzione grammaticale;
(b) l’omissione di uno degli argomenti del verbo ( ...
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La lessicalizzazione è il processo per cui nuove unità linguistiche che in una fase precedente non erano considerate lessicali vengono a far parte del lessico di una lingua; lessicalizzato significa perciò [...] i trans). Qualcuno considera una lessicalizzazione dello stesso tipo il caso degli scorciamenti, in cui si prendono le prime sillabe di dell’Orso.
Jakobson, Roman (1959), Boas’ view of grammatical meaning, in The anthropology of Franz Boas. Essays on ...
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Un rimario è un lemmario ordinato in base alla vocale tonica di ogni vocabolo e ai suoni che la seguono (➔ rima). Nei rimari moderni le parole sono raccolte in gruppi così costruiti e ordinati al loro [...] casi la coincidenza dei due filoni è più forzata: è il caso della sezione Rime di Ratti et al. 1988; nella presentazione si ancora poco pratico: Rosasco le raggruppa per la categoria grammaticale; Antolini per numero di sillabe.
La produzione di ...
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L’apposizione (lat. appositio «aggiunta») è un sintagma nominale che si affianca a un altro sintagma nominale per meglio descriverlo o definirlo. Più tecnicamente si può dire che l’apposizione è coreferenziale [...] a una formula di cortesia (il signor Bianchi), a un termine grammaticale (l’aggettivo ‘buono’; il verbo ‘essere’) oppure a un con la prima apposizione oppure con un suo elemento nel caso di costrutti complessi:
(10) Una busta contenente un proiettile ...
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Gli affissi sono elementi (tecnicamente morfi legati) che si aggiungono a una radice per formare una parola morfologicamente complessa: per es., in invisibile in- e -bile sono affissi che si collegano [...] ci sono affissi la parola si dice morfologicamente complessa: in tal caso il morfo lessicale può essere libero (come in bar+ist+a) diffuso gli affissi sono chiamati nel loro insieme morfi grammaticali al fine di distinguerli dai morfi lessicali. In ...
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Il termine persona (dal lat. persona(m), dall’etrusco phersu «maschera», a sua volta ricalcato sul gr. prósōpon «faccia, volto») è una creazione della cultura occidentale, in cui ha avuto uso assai ampio: [...] , ecc. In linguistica, il termine designa la categoria grammaticale, individuata già dai greci antichi, con cui le lingue un libro; ecc.), con le varianti me, te, ce, ve, nel caso siano seguiti da altri clitici (ve lo dono; ce la racconta). Tali ...
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In italiano standard la congiunzione che è propria di alcune frasi subordinate: le oggettive (vedo che ti stai comportando bene; ➔ oggettive, frasi), le soggettive (è possibile che io sia in ritardo domani; [...] sentito delle cose che al limite non avevo fatto caso [= delle cose a cui non avevo fatto caso]
(11) il paese che sono stato domenica scorsa esplicitamente stigmatizzato ed escluso dalla norma grammaticale, e caratterizza decisamente l’enunciato come ...
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Per reduplicazione espressiva (o raddoppiamento espressivo) si intende un fenomeno morfologico e sintattico che consiste nella ripetizione (solitamente totale) di un’unità lessicale; è usata soprattutto [...] cui la reduplicazione di un’unità lessicale ha determinato, oltre alla ➔ lessicalizzazione, un cambiamento di categoria grammaticale: è il caso dell’onomatopea ripetuta (➔ onomatopee e fonosimbolismo) che ha dato luogo al nome tran tran o della forma ...
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Si chiama comunemente genere neutro uno dei valori che la categoria del ➔ genere assume in varie lingue del mondo, segnatamente nelle lingue indoeuropee, antiche e moderne, accanto ai due valori, più stabili [...] nominativo, e quelli del lat. -um, accusativo; ➔ caso) che permettono oggi di distinguere tra aggettivi singolari neutri in individuare o no un neutro anche in lingue la cui tradizione grammaticale, al contrario, non lo riconosce. Per l’italiano, la ...
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caso
caṡo s. m. [dal lat. casus -us, propr. «caduta», der. di cadĕre «cadere»; nel sign. 7, il lat. casus è un calco del gr. πτῶσις (che significava anch’esso propr. «caduta»)]. – 1. Avvenimento fortuito, accidentale e imprevisto: è stato...
persóna s. f. [lat. persōna, voce di origine prob. etrusca, che significava propr. «maschera teatrale» e poi prese il valore di «individuo di sesso non specificato», «corpo», e fu usata come termine grammaticale e teologico]. – 1. a. Individuo...