(XII, p. 771)
In senso generale, la d. si configura tuttora come l'arte di insegnare. Essa indica soprattutto l'attività di esporre in maniera facilitata, con procedure adatte ai destinatari, giovani o [...] metodo più o meno strutturato: dal minimo che consiste in alcuni casi nell'andare per ''prove ed errori'', al massimo che percorre un straniere si distinguono pure metodi diretti, naturali, grammaticali di vario tipo, recentemente integrati dall'uso ...
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. Il ramo baltico della famiglia linguistica indoeuropea è rappresentato presentemente da due sole lingue: il lituano e il lettone. Di un'altra lingua baltica, parlata un tempo dal popolo che diede il [...] coincidenza d'accento fra lituano e greco in un certo numero di forme grammaticali, per es. nella flessione dei temi nominali femminili uscenti in ā: distinguono nel singolare sette casi, corrispondenti agli otto casi della declinazione sanscrita. Il ...
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. Nell'Asia occidentale, specialmente nella Babilonia e nell'Assiria, fu usata, a partire da un'età non precisabile, e fino al primo secolo dell'era volgare, una specie di scrittura che chiamiamo cuneiforme. [...] si seguivano le une alle altre senza interpunzione; in rari casi certi punti separano parola da parola, ma sono punti usati ° millennio a. C., presentano (oltre che specialità grammaticali) specialità di segni cuneiformi. Altrettanto può dirsi delle ...
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GEROGLIFICI
Giulio Farina
. Con questo nome si suole intendere la scrittura degli antichi Egiziani. Il termine deriva da Clemente Alessandrino (Strom., V, 4,20) che la designa γράμματα ἱερογλυϕικὰ "lettere [...] gli Egiziani hanno seguita. Ora nell'egiziano molti rapporti grammaticali fanno avvenire mutazioni nelle vocali che articolano la parola: alcune consonanti, come j, w, r, in determinati casi cadevano o si contraevano in vocali; la desinenza del ...
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Rapporto di somiglianza tra due oggetti; e tale, in particolare, che ad esso possa applicarsi l'argomentazione mediante la quale, dall'eguaglianza o somiglianza constatata tra alcuni elementi di tali oggetti, [...] corrente analogica; e similmente in altri innumerevoli casi.
Fenomeni fonetici come le cosiddette epentesi di con a capo Aristarco, tende a identificare le categorie logiche con le grammaticali (cfr. H. Steinthal, Gesch. der Sprachwiss., 2ª ed., ...
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Originario della Tracia, allievo di Aristarco in Alessandria, fiorito sin oltre la seconda metà del sec. II a. C., fu maestro a Rodi di Tirannione il Vecchio, che sì lunga azione personale esercitò in [...] , definizioni, terminologie speciali, per esempio quelle dei casi. Ma gli elementi stoici sono rielaborati insieme con ulteriori rispetto allo stoicismo delle categorie e dei termini grammaticali. La flessione propriamente detta e la sintassi non sono ...
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PRISCIANO di Cesarea
Fausto GHISALBERTI
Grammatico latino della fine del sec. V, nato a Cesarea nella Mauritania. Poco sappiamo della sua vita. Frequentò la scuola di Teoctisto, e insegnò lingua latina [...] 4. dei denominativi, 5. dei generi e numeri, 6-7. dei casi, 8-10. del verbo, 11. del participio, 12-13. del pronome, fondamenti di quest'opera riposano su tutta la tradizione grammaticale latina da Varrone sino ai contemporanei, soprattutto su Capro ...
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Scrittore latino contemporaneo di Cicerone. Della sua vita sappiamo solo che fu in rapporto familiare con Cicerone, cui diede appoggio contro Catilina. Si schierò a lato di Pompeo nella guerra civile; [...] e dell'anomalia del linguaggio, che distingue appunto le due scuole grammaticali greche ora menzionate e che interessò anche Varrone. Nigidio avrebbe voluto che i diversi casi con eguale terminazione fossero distinti con diversa scrittura. Si è ...
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NONIO Marcello
Gino Funaioli
Filologo romano, nativo della Numidia, sembra avere scritto al principio del secolo IV d. C.; autore di un'opera grammaticale e lessicale De compendiosa doctrina per litteras [...] libri eruditi, come di Flavio Capro, testi grammaticali, lessicali, glossografici, esegetici. Il fondo deriva dagli passive dei verbi, l'irregolarità della declinazione, la reggenza dei casi e così via, e poi dal capitolo 12 la nomenclatura delle ...
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Firenze
Ernesto Sestan
Ugo Procacci
Eugenio Ragni
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Pier Vincenzo Mengaldo
Storia. - F. è collegata a D. per due ragioni: come luogo in cui trascorse una parte della sua vita e al quale pensò [...] ‛ mangiare e manicare ': v. A. Ronconi, Interpretazioni grammaticali, Padova 1958, 69). L'uso di ‛ manicare ' e come esempio tipico di " goffo " dantesco. I due casi, soprattutto quest'ultimo, sono altamente sintomatici e della ‛ fiorentinità ...
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tutto
agg. e pron. [da una variante, non bene spiegata, del lat. tōtus «tutto, intero», forse *tuttus con geminazione intensiva, o *tuctus influenzato dal plur. cuncti «tutti»]. – L’intera quantità, l’intero numero, il pieno complesso, senza...
v, V
(vu, meno com. vi, ant. o region. ve 〈vé〉) s. f. o m. – Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. Fino almeno al sec. 16° ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante di scrittura; e fino al sec. 19° ha...