significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).
In linguistica, ciò che si vuol dire pronunciando una frase o una parola, il messaggio [...] più tecnici dell’impostazione neopositivista del problema del s.: fondamentale da questo punto di vista il contributo di R. Carnap (Meaning and necessity, 1947) che, insieme con i risultati di A. Tarski, rappresenta in larga misura la fonte delle ...
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semantica Ramo della linguistica che si occupa dei fenomeni del linguaggio non dal punto di vista fonetico e morfologico, ma guardando al loro significato. Il termine fu coniato da M. Bréal nel 1883 come [...] della verità’ elaborata da Tarski incontrò la favorevole accoglienza dei neoempiristi. In Introduction to semantics (1942) R. Carnap distingue una s. pura, che si occupa astrattamente di linguaggi formali e artificiali, e una s. applicata, che ...
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LINGUISTICA (XXI, p. 207; App. II, ii, p. 210)
Aldo G. Gargani
Alberto M. Mioni
Luigi Rosiello
Paolo Ramat
Filosofia. - Nel Novecento il linguaggio è divenuto un tema centrale della ricerca filosofica, [...] e di conseguenza entro il sistema dato, senza fare riferimento al significato dei simboli, né al senso delle espressioni. Secondo la tesi di Carnap, seguito in ciò tra gli altri da H. Reichenbach e da W. v. O. Quine, la sintassi logica è lo strumento ...
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soggetto Argomento, tema oppure la persona o la cosa che viene presa in considerazione per determinati motivi. filosofia Come termine filosofico, s. ha assunto un significato che per certi aspetti è esattamente [...] di forze e impulsi al di là del controllo razionale, mentre nello stesso empirismo (per es., in E. Mach e R. Carnap) l’attività conoscitiva tradizionalmente identificata con il s.-sostanza si riduce a un insieme di percezioni prive di un sostrato ...
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SEMIOLOGIA (v. semiotica, App. III, 11, p. 697)
Emilio Garroni
Per "semiologia" o "semiotica" s'intende in linea generale la scienza o, meglio, la teoria dei segni, di qualunque tipo essi siano, verbale [...] un quadro teorico più complesso e più sofisticato - nei semiotici-logici moderni da Frege al primo Wittgenstein, a Tarski, a Carnap. Tale nozione è ancora indubbiamente importante anche per la s. moderna, ma essa esige e ha del resto ottenuto (almeno ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. [...] .
D’altra parte, la definizione formale della p. in termini di possibili stati di cose, dovuta soprattutto a R. Carnap e poi ampiamente elaborata nella seconda metà del 20° sec., se ha fornito importanti risultati in sede di semantica formale per ...
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La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] e hanno così contribuito alla formazione e al consolidamento della pragmatica si devono ricordare, oltre a Morris, anche Rudolf Carnap e Richard Montague, che hanno sviluppato l’analisi formale del significato, Ludwig Wittgenstein, che per primo ha ...
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Linguistica
La parte della linguistica che studia la connessione di unità minori a formare unità maggiori. In questo senso si parla anche di fonetica sintattica (o sandhi, con il termine della grammatica [...] l’organizzazione logico-psicologica dei processi cognitivi (➔ semantica). Nel 1934, con la Logische Syntax der Sprache, R. Carnap aveva proposto ai linguisti di costruire la teoria formale delle forme linguistiche di un linguaggio riferendosi non al ...
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metalogico
metalògico agg. [comp. del gr. μετα- «meta-» e λογικός «che riguarda la parola (o la ragione)»] (pl. m. -ci). – Propriam., che concerne i fondamenti, i principî e le strutture del discorso logico. Il termine è stato usato in latino...