Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] Francia o Spagna si andavano costituendo attorno a una capitale politico-culturale in grado di guidarne le scelte, l’Italia era priva di troveresti risposte evasive oppure contraddittorie
Sempre di Migliorini (con Carlo Tagliavini e Piero Fiorelli) è ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] dell’Italia. Basti pensare alla Francia, dove prese corpo nel Cinquecento il tentativo di vantare la (supposta) vicinanza del illuministi furono particolarmente aggressivi verso la Crusca: così Carlo Denina (che aveva finito per voltare le spalle ...
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Alfabeto
A. Petrucci
G. Tamani
A.M. Piemontese
H. Gustavson
PARTE INTRODUTTIVA
di A. Petrucci
Ogni a. è un sistema di segni dotato, in quanto tale, di una forte valenza simbolico-figurativa, e quindi [...] e in Francia. La creazione in Irlanda di più a. d'apparato di grande complessità e di altissima potenzialità su marmo nero fatta incidere da Carlo Magno per Adriano I su testo di Alcuino e oggi a Roma nel portico di S. Pietro) si riprese la ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] con quasi un secolo di ritardo rispetto alle aree romanze più precoci, quelle della Francia del Nord e della della città di Roma, in Il romanesco ieri e oggi. Atti del Convegno (Roma 1984), Roma, Bulzoni, pp. XIII-XXXVII.
Dionisotti, Carlo (1968), ...
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di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] vi hanno mantenuto il valore locativo originario; ne «da»: «e dovendone [dalla Francia] in Toscana venire» (Boccaccio, Decameron I, 1, 7); vi e ci Manzoni 1995: 28). Da ricordare il valore di ‘compagnia’: Con Carlo non ci esco.
Se il si riflessivo e ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...]
contra i perversi affratellati e molti
(In morte diCarlo Imbonati, vv. 132-134)
Il distacco dai di lingua comune, poteva essere la via per l’unificazione linguistica sulla base di una lingua ‘intera’ e viva, così come in Francia il dialetto di ...
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Analfabetismo indica la condizione di chi non conosce e non sa usare l’alfabeto né per leggere né per scrivere, e dunque dispone solo della lingua parlata. Alfabetismo indica, all’opposto, la conoscenza [...] 1982a, 1982b), mentre per la Francia dalla metà del Seicento si dispone degli atti di matrimonio (Furet & Ozouf sociales en Languedoc 1715-1780, Paris, Plon.
Cipolla, Carlo Maria (1969), Literacy and development in the West, Harmondsworth ...
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Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] poeta tedesco Friedrich Gottlieb Klopstock nel 1756.
In Francia, l’idea della corruzione dell’italiano è 241: Che ne dicevano gli spagnoli; 6, 1991, p. 30: L’italiano diCarlo; p. 81: La lingua della seduzione; p. 114: La rivincita francese; p. ...
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BARTOLI, Matteo Giulio
Tullio De Mauro
Nacque ad Albona d'Istria il 22 sett. 1873. Compi gli studi universitari a Vienna, dove gli fu maestro W. Meyer-Lúbke, a Strasburgo, dove gli fu "maestro e collega" [...] quella viva e generosa fonte di idee e di fatti che è l'Atlante linguistico della Francia".
La dottrina teorica del B , i cui risultati sono codificati nelle mirabili opere diCarlo Brugmann. Così scrive il Pisani, nella sua Geolinguistica ...
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Il futuro (o futuro semplice) è un tempo verbale dell’➔indicativo (➔ coniugazione verbale) con cui si esprimono azioni o eventi successivi al momento in cui si emette l’enunciato (tecnicamente, il momento [...] ), L’insonnia del Novecento. Le meteore di un secolo, Milano, B. Mondadori.
Ageno, Franca (1965), Sui valori modali del futuro nell’italiano antico, «Rivista di cultura classica e medievale» 7, pp. 187-199.
Bazzanella, Carla & Wiberg, Eva (2002 ...
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pace s. f. [lat. pax pacis, dalla stessa radice *pak-, *pag- che si ritrova in pangere «fissare, pattuire» e pactum «patto»]. – 1. a. Condizione di normalità di rapporti, di assenza di guerre e conflitti, sia all’interno di un popolo, di uno...
sharenting s. m. inv. L’uso dei social network per postare immagini dei propri figli, specialmente se minorenni. ◆ Anche il criminologo Thomas-Gabriel Rüdiger punta il dito contro lo "sharenting", crasi di "share" (condividere) e "parenting"...