. Aggettivo relativo arabo, morfologicamente femminile singolare, che si adopera per designare il complesso delle dottrine e pratiche stabilite da un personaggio che fra i suoi nomi abbia il nome Ahmad, e anche l'insieme dei suoi seguaci, ognuno dei quali si chiama aḥmadí. I casi più notevoli sono i seguenti:
1. - Confraternita religiosa musulmana a base ṣūfica (asceticomistica), particolare dell'Egitto, ...
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. Col nome di Bābī (aggettivo relativo arabo-persiano dal sostantivo arabo bāb) si designano i seguaci d'una setta religiosa nata poco prima della metà del sec. XIX in Persia, in seno all'islamismo sciita e da questo, come dall'islamismo in genere, staccatasi completamente. Le sue origini si riannodano alla setta dei Shaikhī, fondata pure in Persia da Aḥmad ibn Zain ad-dīn al-Aḥsā'ī, nativo d'al-Aḥsā' ...
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Parola araba che significa "appartenente alla gente della dhimmah", ossia alla gente munita d'un patto di protezione, e designa il non musulmano suddito dello stato islamico. Tale sudditanza è ammessa soltanto per gl'infedeli che professino una religione avente libri sacri riconosciuti come rivelati anche dai musulmani, ossia cristiani ed ebrei; ai quali, per necessità di cose derivata dalla rapida ...
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. Propriamente al-Giāmi‛ al-azhar "la moschea splendida", famosa moschea del Cairo, specie di università per gli studî teologici giuridici musulmani. Fu fatta edificare dal famoso generale Giawhar (v.) un anno dopo la sua conquista dell'Egitto per conto dei Fātimidi (v.). e la fondazione del Cairo, e aperta al culto il 1° venerdì del ramadān 361 ègira (21 giugno 972); il nome al-azhar fu scelto come ...
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. Con l'aggettivo relativo arabo-persiano babahā'ī si designano i seguaci della religione fondata nel 1866-67 dal bābī Ḥusein ‛Alī detto Bahā' Ullāh "la bellezza data da Dio"; ramo dunque del bābismo (v.), dal quale tuttavia s'è profondamente differenziato. Il suo fondatore, figlio d'un impiegato di finanza nella provincia del Māzandarān (Persia settentrionale), nacque il 2 muḥarram 1233 èg. (12 novembre ...
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GEBER
CarloAlfonsoNallino
. Forma latinizzata medievale del nome proprio arabo Giābir, portato, fra gli altri, da due autori di grandissima rinomanza anche in Europa: il matematico e astronomo Giābir [...] ibn Aflaḥ (v.) e l'alchimista Giābir ibn Hayyān, considerato per molti secoli come il fondatore dell'alchimia araba e la principale fonte dell'alchimia europea. Qui ci occuperemo di quest'ultimo, distinguendo ...
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. Affiliati alla confraternita religiosa e setta musulmana eterodossa Bektāshiyyah, che è nata e si è sviluppata soltanto fra Turchi e Albanesi, e che si collega strettamente ad alcuni periodi della storia dell'Impero ottomano. Essa prende il nome dal suo supposto fondatore Ḥāggī Bektāsh, sepolto nella località omonima in Asia Minore, fra Qīrshehir (Kïrşehir, al cui vilāyet ora appartiene) e Qaiṣariyyeh ...
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Uno dei più ragguardevoli astronomi arabi musulmani, nato prima del 244 dell'ègira, 858 d. C., a Ḥarrān (l'antica Carrhae nella Mesopotamia di NO.) o nel suo territorio, morto a Qaṣr al-Giṣṣ, poco all'ovest [...] inedita traduzione spagnuola fatta fare direttamente sull'arabo dal re Alfonso X di Castiglia (1252-1282). Una versione latina ... arabice editum, latine versum, adnotationibus instructum a C. A. Nallino, Milano 1899-1907, 3 voll. in 4° (n. 40 ...
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Il suo nome completo è Muḥammad ibn Muḥammad ibn Yaḥyà ihn Ismā‛īl. Uno dei più ragguardevoli matematici musulmani, nato a Būzagiān nel Qùhistān (provincia della Persia di NE., ad occidente del fiume di [...] Brahe (per tutta la teoria delle inegualità dei moti lunari secondo Tolomeo e gli Arabi v. il commento di C. A. Nallino ad al-Battānī sive Albatenii Opus astronomicum, Mediolani Insubrum 1899-1907, II, pp. 223-226).
Bibl.: Carra de Vaux, L'Almageste ...
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Le indagini di J. Ruska (Sal ammoniacus, Nušādir und Salmiak, in Sitzungsberichte d. Heidelberger Akad. d. Wissenschaften, philos.- hist. Kl., Heidelberg 1928, n. 5) hanno portato ai seguenti risultati. Il "sale ammoniaco" degli scrittori greci e romani, a cominciare da Erodoto, è null'altro che il salgemma estratto dalle oasi del deserto libico, particolarmente da quella di Ammonium (l'odierno Sīwah); ...
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