Famiglia di attori. Pietro (m. Napoli 1901) fu generico, poi nel 1890 capocomico, con E. Paladini, di una buona compagnia che condusse al successo nell'America Meridionale; fu sua moglie dal 1862 Adelaide [...] F.-Negri (Napoli 1833 - Milano 1902) che, figlia d'arte, recitò da giovane nei teatri di Napoli e poi nelle maggiori compagnie (A. Majeroni, F. Ciotti - P. Marchi - G. Lavaggi, L. Bellotti-Bon, F. Pasta, ...
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FALCONI, Armando
Sisto Sallusti
Nacque a Roma il 10 luglio 1871 dall'attore capocomico Pietro e dalla primattrice "madre nobile" Adelaide Negri. Dopo aver frequentato il collegio "Ungarelli" di Bologna, [...] entrò come piazzista nella casa milanese di pubblicità Manzoni. L'attività commerciale, intercalata da recite di beneficenza, durò sino al servizio militare terminato col grado di sottotenente di complemento; ...
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Famiglia di attori italiani. Il capostipite, Carlo Antonio (Venezia o Verona 1702 - Parigi 1762), amoroso e capocomico, fu famoso come Pantalone prima nella compagnia di A. Sacchi, poi a Parigi al Théâtre [...] Italien (1744). Scrisse anche varie commedie, alcune delle quali ebbero grande successo. Tre dei suoi cinque figli si dedicarono al teatro. Pietro Antonio Francesco (Venezia 1732 - Parigi 1776) fu buon ...
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Attore e letterato (n. Verona, sec. 16º). Mediocre attore, assunse le parti d'innamorato, sotto il nome di Aurelio; fu capocomico degli "Uniti". Chiamato con la sua compagnia a Milano nel 1583, le recite [...] gli furono vietate dall'arcivescovo Carlo Borromeo, il quale però concesse in seguito il permesso, a patto che fossero rispettate la moralità e le convenienze. Scrisse: Afrodite, tragedia (1578), Le bellezze ...
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Famiglia di attori dei secc. 19º e 20º. Carlo (n. Cento - m. 1827 circa) fu primo attore e generico primario, poi capocomico per molti anni in Sicilia e nell'Italia meridionale, sua moglie Teodora Pucci [...] (m. Livorno 1866) fu nella compagnia del marito, poi caratterista in quella di R. Mascherpa. Cesare (Cuneo 1807 - Trieste 1875), primogenito di Carlo, secondo amoroso e generico, si affermò come brillante ...
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Attrice (Milano 1780 - Roma dopo il 1852). Appassionata e valente interprete drammatica; educata all'arte dal marito Gaetano Perotti (m. Brescia 1820), capocomico di talento, ottenne grandi successi di [...] pubblico. Si ritirò dalle scene settantenne ...
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Attore italiano (Firenze 1888 - Roma 1936); recitò con F. Benini, con la Micheluzzi-Borisi e con la Serenissima. Direttore dell'Ars Veneta e capocomico dal 1922, fu interprete insuperabile dei più noti [...] personaggi del teatro veneto. Svolse anche attività cinematografica ...
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Attore (Cremona 1809 - Napoli 1885). Buon attore comico e caratterista, discepolo del padre, Daniele (1770 circa -1842), e di F. A. Bon. Fu capocomico e dal 1838 al 1878 diresse, con larghezza di vedute, [...] la compagnia del Teatro dei Fiorentini di Napoli. Scrisse commedie di stampo goldoniano, drammi e un libro di memorie, Quarant'anni di storia del Teatro dei Fiorentini (1878) ...
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Attore italiano (Rovigno d'Istria 1875 - Milano 1951); dilettante nella Filodrammatica Romana, entrò a far parte di compagnie regolari nel 1899. Dal 1918 capocomico, nel 1930-31 socio di D. Galli, poi [...] ancora a capo di compagnie proprie. La sua spigliata e disinvolta recitazione, dal rapido ritmo con la caratteristica mimica a scatti e con esilaranti inflessioni di voce, lo portò al successo sia nel ...
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Attore (Venezia 1852 - ivi 1929); da dilettante in arte con una compagnia semizingaresca (1871), dopo varie peregrinazioni entrò nella compagnia di A. Morolin (1876); capocomico (1902-11), ebbe grande [...] successo in Italia e anche in America. Si ritirò nel 1921. Di una comicità spontanea e irresistibile (di natura anche fisica, data la sua bassissima statura), incarnò mirabilmente i personaggi goldoniani ...
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capocomico
capocòmico s. m. [comp. di capo e comico s. m.] (pl. capocòmici, meno com. capicòmici). – Chi, nel passato, costituiva e dirigeva una compagnia teatrale: oggi le funzioni del capocomico sono svolte da enti o esercenti teatrali.
levata
s. f. [der. di levare]. – 1. a. L’atto del levare, del levarsi: la l. del Sole, della Luna; l. delle lettere, dalle cassette postali: prima, seconda l., ora di levata. Il levarsi da letto (spec. di più persone insieme): dare il segnale...